Egregia Signora Fornero
Immagino che sia estremamente impegnata in questo momento ma spero perda qualche minuto a leggere questa mia.
Sto leggendo della riforma del lavoro e sento crescere in me una preoccupazione galoppante.Cercherò di spiegarle i motivi.
1) L'ultima riforma del lavoro fu improntata a vantaggio principale delle aziende, non tenendo conto del parere dei lavoratori. Il risultato scadente della Legge Biagi è sotto gli occhi di tutti tant'è che lei sta approntando una nuova riforma, anch'essa a vantaggio delle aziende e continuando a non tenere conto dei dipendenti. Non sarebbe opportuno imparare dagli errori del passato.
2) Imputare la crisi all'Articolo 18 è nascondersi dietro un dito. A quanto mi risulta nessun lavoratore dipendente ha mai contribuito in maniera attiva a questa crisi, cosa che non si può dire con altrettanta sicurezza se si parla dei grandi capitalisti. Eppure sembra che a pagare debba essere chi colpe non ne ha.
3) Mi risulta difficile capire la definizione di discriminazione. Licenziare una persona di colore è male mentre lasciare a casa uno iscritto ad un sindacato è bene?
4) In maniera onesta e sincera come pensa che si potrebbe comportare un lavoratore a cui viene richiesta qualche mansione impropria, di fronte al rischio di perdere il posto di lavoro se non accettasse? Quale manovale può rifiutare di andare a svolgere il proprio lavoro in un cantiere che non rispetta le norme di sicurezza se corre rischio di trovarsi a spasso? Quale persona può avere il coraggio di rifiutare un demansionamento o la violazione dei contratti collettivi con l'incubo pressante di non avere più un lavoro con cui mantenere la propria famiglia?
La crisi esiste ed è pressante ma le parti in gioco sono due, ignorarne completamente una, limitandosi ad elargire qualche contentino, rischia di farci tornare indietro di cinquant'anni.
Le chiedo sinceramente di pensare a tutte quelle migliaia di lavoratori che perderanno il posto perchè non sono disposte ad accettare sopprusi ed angherie, a quei padri e madri di famiglia che dovranno sopportare umiliazioni lavorative e rischi d'infortuni per salari ridicoli.
Ci pensi signora Fornero, una legge deve avere sempre lo scopo di aiutare il maggior numero di cittadini possibili. Non mi sembra che questo criterio sia alla base della Sua riforma del lavoro.
Cordiali saluti