Eh già

Marco Pannella apre il Congresso Radicale dando il massimo nel suo numero migliore: inorgoglire i suoi facendoli sentire il sale della terra, la ginestra alle pendici del vulcano, l’avanguardia antropologica di alto profilo spirituale e di dura cervice. Non ha detto ancora – ma lo dirà, lo dirà senza dubbio – che “la durata è la forma delle cose”: esserci ancora, a oltre cinquant’anni dalla fondazione, per Pannella è tutto, praticamente gli è rimasto solo quello, e lì batte il chiodo.Poco fa, col suo bel vocione risoluto e asciutto, Maurizio Turco ha scandito la cifra dei debiti della cosiddetta galassia e ha rammentato che le entrate vengono quasi esclusivamente dalle quote associative. Ora, dato il progressivo calo degli iscritti, dato il calo dei consensi che i sondaggi danno tra lo 0,2 e lo 0,5%, solo quel chiodo c’è da battere, e Pannella non si risparmia: la cosa radicale ancora non è morta.
Sbagliavo, Pannella non ha citato Henry Bergson. Al suo posto, ha citato Vasco Rossi, che è fra gli iscritti rimasti: èl’ultimo singolo di Vasco Rossi che apre il Congresso Radicale e sembrerebbe stare a fagiolo, perché c’è il ritornello che fa “eh già/ io sono ancora qua”.Assai suggestivo. Lirico ed epico. Dovrebbe trattarsi dello stupor contento di uno che è sopravvissuto ad una “vita piena di guai”, ma mi sta bene pure a significare il vezzo senile di vantare l’età, di averne accompagnati tanti al cimitero. Il resto, invece, è un po’ meno suggestivo: un “non c’è niente che non va / non c’è niente da cambiare”, più in là un “con la rabbia nel cuore”, sono contenuti radicali? Fa niente, c’è “il freddo quando arriva poi va via / il tempo di inventarsi un’altra diavoleria”, che è puro pannellismo. E Pannella lo rivendica.All’ultima diavoleria – nove parlamentari eletti nelle liste dei palermitani e una trattativa in corso coi corleonesi – Pannella dedica solo un cenno: l’importante è che lui sia ancora qua. Eh già.