Una volta c’erano “non esiste più la mezza stagione”, “niente disseta come l’acqua”, e quando si voleva dire una frase sempre buona a far la figura degli intellettuali bastava uscirsene con il classico “il libro è sempre meglio del film”.
Adesso ti vedono con in un mano un Kindle o aggeggio analogo, si incuriosiscono, ti chiedono com’è e, nonostante i tuoi commenti entusiasti sulla rivoluzione digitale, chiudono sempre il discorso assumendo un’espressione scettica e snob e liquidando la questione con quella che ritengono una frase chic ma che, invece, è la vera banalità del momento: “Eh sì, ma io la carta, però.. Vuoi mettere quant’è meglio sfogliare la pagina vera, l’odore della stampa, il piacere di tenere in mano un libro vero..”
Per carità.. ognuno è libero di pensarla a modo suo e di rimanersene ancorato ai propri preconcetti antichi per tutto il tempo che vuole, e con questo post non voglio certo criticare gli irriducibili delle edizioni cartacee.
Quello che mi limito ad evidenziare è come, in poco più di un mese da lettore Kindle, mi sia sentito rivolgere le stesse identiche parole almeno una quarantina di volte, e di come questa opinione mi sembri sempre più una frase che è si ad effetto perché regala a chi la pronuncia una certa allure di nobiltà, ma che, in realtà, oltre che slegata dalla realtà del nostro tempo, risulta ormai completamente priva di concretezza.
Sarà anche vero che la pagina cartacea conserva un fascino unico, proprio come era vero, una ventina di anni fa, che “aahh il vinile!.. come si sente il vinile!! ..altro che i cd!.. per non parlar poi degli squallidi, gelidi mp3!”. Credo sia però innegabile anche il fatto che chi ama la lettura trova piacere prima di tutto nella parola scritta, nei concetti da essa espressi e negli stili scelti dagli autori per esprimerli, non nel contatto dei polpastrelli con la cellulosa.
Quindi – e di questo non dubito affatto – anche il più irriducibile feticista dell’edizione rilegata non potrà tornare indietro, una volta sperimentate le potenzialità smisurate offerte da un ebook reader che, collegato wi-fi alla libreria più grande del mondo, mette a disposizione un numero sconfinato di testi in soli tre click, e che, volendo, ti dà l’opportunità di portarti dietro, dentro una tasca, all’incirca millequattrocento titoli.
A mio modesto parere, una comodità del genere riesce a far dimenticare in pochi minuti tutta la goduria che si poteva ricavare da una copertina in brossura.
Come ricordo spesso, anche io, nostalgico dei miei ricordi di bambino, tengo in salotto un juke box del 1973 sul quale faccio ruotare la mia preziosissima collezione di 45 giri impolverati e fruscianti. Ma questo ha a che fare con un tipo di soddisfazione e un appagamento del tutto diversi dal piacere di ascoltare la musica che amo e per la quale – lo giuro – un freddo, contemporaneo Ipod è senza ombra di dubbio lo strumento più efficace.