“Eiynthra – Quinta Era della Natura”, Jaylin Willow (1)

Creato il 18 agosto 2013 da Beachild


TITOLO: Eiynthra – Quinta Era della Natura
AUTORE: Jaylin Willow
EDITORE: Wondermark Libri

L’AUTORE DICE CHE quanto state per leggere è parte di un racconto Fantasy ambientato in terre diverse da quelle oggi conosciute, in un tempo indefinito che non rispecchia né il passato né il futuro dei nostri giorni. Le prime pagine sono riportate esattamente come nel libro, in modo tale che il lettore possa avere ben chiara l’impronta che poi avrà l’intera storia. In aggiunta, ha scelto una piccola scena ambientata all’incirca dopo la metà del libro, dove uno dei protagonisti, Vearìlee, si troverà in serio pericolo. La storia si snoda attraverso differenti Ere. Qui sono riportate parte della Quinta Era della Natura, e ciò che ha dato origine alla Prima Era della Natura, ossia la storia della giovane Annabelle.

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PRELUDIO

“Nei nostri cuori e nella nostra riserva di vita è il tuo canto d’ispirazione. Senza confini nessuno è estraneo, e al termine dell’esistenza, lo spirito tornerà tra le tue preziose valli e le mura che l’hanno accudito. Eiynthra, la Natura è la ricompensa”.
Così cantavano i soldati dinanzi al Grande Palazzo Reale, rivolti verso il suo ingresso, dove le bandiere esposte inneggiavano fiere i colori delle Terre di Eiynthra. Amyntas osservava i suoi uomini dall’alto della gradinata, nella sua splendida e armoniosa armatura che gli conferiva tanto onore e prestigio. Tra gli alti grattacieli ricoperti da vetro specchio, sino ai palazzi antichi resistenti dai più lontani secoli, le voci dei soldati riecheggiavano in ogni angolo della città di Kreryam, potenti e fiere. Tutti, cittadini compresi, sentivano l’avvicinarsi di angoscia e timore. Molti quel giorno sarebbero andati incontro a morte certa, e lui, Amyntas, doveva prendersi cura di ognuno dei milleduecento uomini immobili davanti ai suoi occhi, poiché questo fu il suo giuramento quando fu eletto come nuovo Primo Comandante. Giuramento cui avrebbe tenuto fede fino alla morte. In attesa del passaggio di Amyntas, i soldati non si mossero di un solo passo, continuando a intonare il loro inno in attesa di esser condotti alla gloria, oppure alla più decorosa morte. I cittadini fermi ai bordi delle strade attendevano l’inizio di quella parata di guerra, per rendere omaggio, o forse ultimo saluto, ai loro valorosi eroi. Quando le voci si placarono, il Primo Comandante attese il termine degli echi fino al silenzio totale. Amyntas iniziò la sua discesa verso i soldati. Solo i suoi passi erano percettibili. Una alla volta, sentiva le sensazioni che lo attraversavano confondersi con quelle dei suoi uomini, divenendo una cosa sola.
Paura
Coraggio
Speranza
Vittoria
Gloria
Cercava di non lasciar trasparire nessuno dei suoi dubbi, soppressi ogni qual volta appoggiava la mano sull’impugnatura della sua spada retrattile. Era l’alba di un nuovo giorno, e una guerra era alle porte. Giunto all’ultimo gradino, si fermò: i soldati si divisero in due gruppi, aprendo un passaggio per il loro comandante. Amyntas indossò il suo elmo a diadema ricco di ricami che distingueva il suo grado, e attese. Dalla sua bocca si udì un leggero sospiro. Con postura calma ed elegante, si avviò ad assumere il comando dei soldati, i quali, dopo il suo passaggio, richiudevano il varco creato formando una perfetta unità pronta a seguirlo ovunque. Giunto alla testa del battaglione, scostò leggermente il lungo mantello bianco e si voltò a guardarli.
Non disse nulla, poiché nessuna parola sarebbe servita. Si limitò a guardarli, scrutando ognuno di quegli animi irrequieti, e quando si rese conto di avere la loro attenzione, portò il pugno destro sul suo cuore e fece un lieve inchino, in segno di onore nel partecipare a una battaglia al loro fianco. I soldati risposero allo stesso modo, e quando si rialzarono, Amyntas ordinò la marcia. Alle sue spalle, davanti ai soldati semplici, i Comandanti di Secondo e Terzo grado Nerva e Amalric seguivano i suoi passi, pronti a eseguire ogni suo comando come in ogni battaglia precedente. Lentamente, a ritmo scandito, i combattenti erano accompagnati da una particolare pioggia di petali colorati, lanciata dalla gente al loro passaggio. Per Amyntas scomparvero ogni immagine e ogni suono. Visualizzava solo la battaglia, cercando di ricordare le indicazioni della Maga Suprema che aveva intravisto molteplici futuri. Nessun pensiero distraeva la mente di Amyntas. Nessun dubbio. Il sole splendeva già alto sopra il campo magico di protezione che rivestiva l’intero perimetro della città di Kreryam, quando giunsero in prossimità della porta del Nord. Due bambini posti ai rispettivi lati della porta tenevano un’asta per ognuno, portanti una bandiera. Quando i soldati furono a pochi passi da loro, Amyntas ordinò l’arresto della marcia. « Combattete e tornate vincitori per noi » dissero entrambi i bambini. Un rapido gesto e le bandiere s’incrociarono, per tornare poi perfettamente perpendicolari alla pavimentazione. La grande porta si aprì. Amyntas fece il primo passo per uscire all’esterno, e i soldati lo seguirono senza esitazioni. Oltre il campo magico di protezione affrontarono il primo nemico, la neve. La temperatura cambiò d’improvviso. Il vile freddo iniziò a pungere ogni tratto di quei volti seri e bramanti trionfo, ma nessuno di loro cambiò espressione. Amyntas fece cenno ai suoi uomini di restare immobili. Chiamò dalle retrovie il prezioso Mago di Difesa, creatore di protezioni magiche durante la battaglia e lanciatore d’incantesimi semplici per le varie evenienze. Come una piuma lasciata al vento, il Mago di Difesa non toccò la neve nella quale molti dei soldati, Amyntas compreso, erano sprofondati. Raggiunse il Primo Comandante, e sapendo già il da farsi, si concentrò per lanciare un incantesimo, mentre la magica pietra di Leintemosia iniziò a brillare sul suo polso « Il Fuoco governa le nostre anime. Il Fuoco accompagna i nostri passi. Il Fuoco mantiene la nostra via libera ».
La neve prese a sciogliersi come accade sotto il sole più caldo, ridando vita ai fiori sottostanti ormai creduti persi. Amyntas ordinò di nuovo la marcia, e prima di ogni suo passo, la strada intrapresa si liberava dalla neve tramutandola in acqua, dando il giusto sfogo a un terreno assetato.
Il bosco che dovevano attraversare era a breve distanza dalle mura della città. Secondo le informazioni giunte solamente la sera prima, i guerrieri delle Terre di Sincramj si avvicinavano rapidamente da Nord Est, e avevano da poco varcato il confine con le Terre di Eiynthra. All’assemblea ordinata dal Sovrano con la massima urgenza, la Maga Suprema aveva previsto senza dubbio che lo scontro principale si sarebbe svolto nella Radura della Chiarezza, dove gli Spiriti delle foreste privilegiavano incontrarsi.
Questo sarebbe stato un male, perché il sangue e la violenza non erano graditi ai caritatevoli Spiriti della Natura. Ma lo scontro era inevitabile. Nella visione della Maga Suprema era chiaro che molti cittadini avrebbero perso la vita, ma le possibili azioni dei Sincramj lasciavano uno spazio troppo ampio da poter esser ricoperto in così breve tempo.
Una cittadina vicino a Kreryam sarebbe stata attaccata, ma fino allo scontro non si sarebbe saputo quale. Amyntas aveva elaborato velocemente una strategia efficace, ma purtroppo, a causa della mancanza di tempo, non aveva trovato il modo d’istruire i suoi uomini a riguardo, eccetto i Comandanti di Secondo e Terzo grado, Nerva e Amalric.
Lungo il Passaggio delle Foglie Millenarie, noto anche come Via della Saggezza, Amyntas sentì uno strano senso di quiete pervadergli la mente. Era certo che qualche spirito della foresta albergasse lungo quel sentiero, e che ora, vedendo i guerrieri di Eiynthra in marcia, tentava di rassicurarli.
Era sicuro che anche i suoi uomini provassero quella sensazione, ma non poté voltarsi per accertarsene. Un lieve sorriso comparve sulle sue labbra “Vinceremo” pensò.
Giunsero al crocevia che portava alla Radura della Chiarezza a Est, alla cittadina di Tenicrensi a Ovest, Avani e Jian proseguendo a Nord.
Senza esitazione Amyntas prese la direzione Est, mentre il suo sguardo si rivolse alle altre direzioni.
“Quale attaccheranno?” pensò. Il Mago di Difesa al suo fianco non capì il motivo per cui si voltò verso le altre direzioni, essendo a conoscenza che il luogo della battaglia sarebbe stato la Radura della Chiarezza. Alle sue spalle, Nerva e Amalric intuirono la sua preoccupazione.
Mentre si avvicinavano al luogo dello scontro, l’aria divenne poco alla volta sempre più pesante. L’ossigeno lasciava il posto all’adrenalina che gonfiava i cuori e l’ego dei soldati, in trepida attesa del momento in cui avrebbero fatto uso di ogni loro abilità. Da non molto distante si udì un suono.
Un corno da battaglia emise il suo rantolio cupo e imbronciato, annunciando ai passanti sventurati un’atroce e imminente agonia. Questo non fermò la marcia di Amyntas e dei suoi uomini, che proseguirono fino al luogo prestabilito dalla Maga Suprema. Nessuno di loro, almeno in apparenza, provò paura. Molti occhi si accesero come fuochi ardenti, pronti a provare il loro valore e ridestare il proprio spirito combattente. La marcia proseguì attraverso il sentiero che poco alla volta si faceva più stretto, obbligando i soldati a formare una lunga fila composta da soli quattro soldati per riga. Nell’avanzare, davanti agli occhi di Amyntas le ombre presero a dissolversi, finché i rami degli alberi terminarono di accompagnare il sentiero. Finalmente erano giunti alla Radura della Chiarezza. Si disposero in perfetto ordine, in modo tale da rimanere ben difesi da qualunque lato sarebbero comparsi i Sincramj. Ma Amyntas sapeva che sarebbero comparsi da un momento all’altro, davanti ai suoi occhi. Non solo perché la Maga Suprema aveva previsto questo, ma perché l’odore di morte che i Sincramj portavano con loro era inconfondibile, e quell’acre fetore veniva dai confini di Nord Est. Il Mago di Difesa chiese al Primo Comandante se desiderava liberare la Radura dalla neve, per agevolare i movimenti durante la battaglia. La risposta fu chiara « No. Torna nelle retrovie e alza un campo di protezione sui soldati. Dopodiché attendi un mio nuovo ordine ».
Il Mago di Difesa non comprese un motivo tanto azzardato, ma aveva piena fiducia nel suo Primo Comandante, il quale finora, non aveva mai subito una sconfitta. La neve era alta almeno trenta centimetri, e se avessero usato le tradizionali tecniche di attacco, avrebbero avuto parecchi problemi. Ma Amyntas aveva in mente qualcosa di diverso.
Il momento era finalmente giunto.
Un nuovo suono da parte del corno accompagnò l’ingresso dei Sincramj nella radura, i quali sprofondavano a fatica nella neve. Amyntas ordinò la posizione di difesa e attese.
Le truppe nemiche sembravano goffe e disorganizzate, com’era solito fare dei Sincramj, ma non per questo andavano sottovalutate. Era proprio il caos il loro punto di forza. Creando confusione, disorientavano gli avversari, potendoli così schiacciare lentamente sotto i loro colpi pesanti di asce e spade. I soldati di Eiynthra assunsero la posizione difensiva, mentre un campo magico di protezione era stato innalzato sopra di loro.
Le ringhia scatenate dai Sincramj avrebbero fatto paura a chiunque, ma non agli Eiynthra, non ad Amyntas. Rimasero tutti immobili, in attesa che i nemici formassero le file per lo scontro.
Amyntas toccò la magica pietra di Leintemosia incastonata nel suo polso, coperta solo ai bordi dall’armatura. I cristalli contenuti nella pietra iniziarono a girare vorticosamente, rendendola lucente come una stella mattutina. Amyntas iniziò a sprigionare una forte energia attorno a sé, e quando sentì di essere pronto lanciò il suo incantesimo « Magia Strutturale: Respiro del Vento ».
Un sottile turbinio avvolse Amyntas facendo si che i suoi piedi non toccassero più il terreno, cosicché la neve non sarebbe più stata un ostacolo. Estrasse la sua spada retrattile, la posizionò vicino al petto e senza fa fuoriuscire la lama, lentamente iniziò a fluttuare verso i Sincramj. Accadde tutto in un attimo.
Una voce spezzata
Una goccia
Sangue Sincramj
Al centro della radura era rimasto un leggero luccichio dato dai cristalli di neve alzati al suo passaggio, neve che presto avrebbe cambiato colore. Amyntas era finito alle spalle del comandante dei Sincramj, infilzando con la propria lama la gola di un guerriero, arrivando a sfiorare quella del soldato in seconda fila. Ritirò solo la lama, e prima che la testa toccasse il terreno, Amyntas era di nuovo davanti ai suoi uomini, pronto a dare il comando di attacco. Le grida dei Sincramj si fecero più esasperate, e pochi nelle retrovie scapparono. Il loro comandante faticò a ripristinare quel poco di ordine di cui disponevano. Amyntas si voltò verso i suoi uomini.
Amyntas: « Figli di Eiynthra! I Sincramj hanno invaso per l’ultima volta la nostra adorata Terra! »
Soldati: « Eiynthra! »
Prima che Amyntas potesse continuare e dare l’ordine di attacco, si udì una forte esplosione da Nord Ovest, seguita da una nube nera che saliva al cielo. « Primo Comandante! È Avani! » esclamò il Comandante di Secondo Grado Nerva. Amyntas fu pervaso dalla collera. Avrebbe dovuto prevederlo, poiché Avani era la prima cittadina che i Sincramj avrebbero incontrato da quel passaggio. « Comandante di Terzo Grado! Prendete tutti i vostri uomini e correte ad Avani! Senza perdere altro tempo! » comandò impassibile Amyntas. Rimasto voltato verso i suoi uomini, ordinò al Mago di Difesa un diversivo per lasciare che i soldati di Amalric corressero in soccorso di Avani. Senza esitare, il Mago di Difesa si concentrò lasciando che la pietra di Leintemosia facesse il suo dovere « Magia Del Caos: Terremoto! ».
La terra iniziò a tremare al centro della Radura, davanti ai soldati delle Terre Sincramj. Amalric non perse tempo, ordinando ai suoi uomini di prendere la strada per Avani, nel tentativo di raggiungerla il più rapidamente possibile. Quando il gruppo di soldati incaricato fu distante, il terremoto cessò. Amyntas diede nuovamente i suoi ordini.
Amyntas: « Figli di Eiynthra! Sollevate le vostre spade e reclamate giustizia! I Sincramj non proveranno pietà, ma noi obbediamo alla Natura e daremo loro una morte degna! »
Soldati: « Morte! Morte! Morte! »
Amyntas: « Piangano le vostre lame insieme agli Spiriti della Natura! Oggi si celebra la morte! »
Soldati: « Morte! Morte! Morte! »
Amyntas: « Soldati! All’attacco! »


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