Il negro all’ingresso del locale è davvero una bestia. Mai visto uno più grosso. Con quel completo nero ha un’aria terribile e comica allo stesso tempo. Ma la prima di sicuro ha il sopravvento sulla seconda.
Ormai era una settimana che ogni notte andavo al Delirio Habanero, sono uno yuma, ma non creo problemi e lascio belle mance. Il negro mi saluta con una maschia cordialità e blocca la fila alle mie spalle. Mentre mi guida al tavolo mi chiede se voglio la ragazza più bella del locale, mulatta e molto chiara. Non si sarebbe mai sognato di offrirmi una negra, sorride.
Okay, gli dico, però mi devi fare un favore.
Annuisce felice, è in arrivo la sua percentuale quella notte.
Falla venire da me vestita in maniera tranquilla, insomma non ho voglia di far storie con qualche americano che si eccita a vedere la tipa, gli dico.
Il negro sorride, mi dice che è contento che io abbia quell’approccio così serio, era convinto che fossi una persona perbene e cose di questo genere. Poi mi dice che devo stare tranquillo, che parlerà con Elaine e che gli dirà di quanto io sia educato, ecco tu sei proprio educato, mi dice, è la parola giusta.
Lo fisso sorridendo, questo negro ha un non so che di delicato, di garbato.
Ti ho visto le altre sere, continua, hai bevuto come un cubano ma sei sempre educato con le ragazze, io questo lo apprezzo, e non soltanto perchè rende meno difficile il mio lavoro.
C’è sempre da sorprendersi di qualcosa in questo buco. Il locale lo conosco bene ormai, ci trovi le ragazze più belle dell’Avana senza dubbio, quindi direi le migliori di Cuba e dei Caraibi, inoltre è un buon bar e fanno musica dal vivo sempre diversa. É un posto dove non puoi non andare, ma i turisti europei e americani non sono la maggioranza, i più sono cubani e comunque molti sudamericani.
Elaine è bella. Bella e sorridente per fortuna, detesto le puttane che si fanno forti della loro bellezza, mi piace che tutto sia semplice e che fili via nel sorriso. Specialmente ai tropici e con la musica e il rhum, a uno piace che tutto fili via con un certo stile. Ma lei era bella e sorrideva.
Ti piaccio vestita così? mi fa.
Io le sorrido e le dico che sarebbe bellissima anche dentro a un sacco. Mi scuso per il mio spagnolo buffo, ogni tanto sbaglio gli accenti, e lei mi dice che invece non è male. Mi chiede piccole cose e cose più grandi, ma tutto con leggerezza colorata. Accenna a ballare.
Che vuoi da bere Elaine? Le dico che amo il mojito, lei si alza e senza darmi tempo di parlare fila al bancone, ordina indicando il nostro tavolo. Al secondo mojito mi avventuro in uno spagnolo più ricercato e poetico. Balliamo un mambo, le tocco finalmente i fianchi, mi arriva il profumo dolce del suo corpo, le braccia sono nude e leggermente sudate. Passa il negro e ci saluta sorridendo, mettendomi una mano sulla spalla come a benedire la nostra transazione di affetti.
Lei si fa più vicina e mi dice all’orecchio 'Jorge è mio fratello, insomma abbiamo solo lo stesso padre, ma è davvero tutto per me, quando era piccolo lo picchiavo sempre '.