Elementi di blog letterari che dicono cose su La questione più che altro:
La trama è fitta di avvenimenti in un continuo ammettere l’attesa come catalizzante (basti pensare al conto alla rovescia dei giorni, già nell’incipit del romanzo). Ed è già il titolo ad annunciarla o forse sarebbe meglio dire, a suggerire una “pausa”, come se Gaia – che nel libro parla sempre in prima persona –, chiedesse al lettore un po’ di tempo: la sua ironia tagliente ma soprattutto il suo sarcasmo ricordano vagamente quello di certi autori “cannibali” degli anni Novanta, e creano un ritmo. Ci sono almeno due ritmi in questo romanzo ma il primo e più forte è, di sicuro, quello che produce il linguaggio, con una voce che accoglie – e fa accadere – al proprio interno tutto ciò che incontra e vive: l’umorismo di Gaia (nome etimologicamente perfetto) si potrebbe definire un giusto mix fra elementi che provengono dal mondo fiabesco – come annuncia la quarta di copertina –, ma anche dalla cultura nazionalpopolare, tutti non postmoderni e che fanno riferimento sia a una cultura di massa italiana – dagli anni Ottanta in poi soprattutto –, sia a modalità narrative incontrate altrove, ad esempio nelle serie tv animate statunitensi più famose degli ultimi vent’anni (Daria di Glenn Eichler e Susie Lewis Lynn su tutte). In questo senso la costruzione narrativa è sapientemente congegnata perché lo è il linguaggio da prima.”
Alessandra Trevisan per Poetarum Silva (versione integrale su poetarumsilva.com)
“Ecco, per me La questione più che altro è una storia che racconta questo. Un romanzo che mostra una realtà che ti fa a tratti piangere, a tratti ridere, e poi ancora piangere.
La questione più che altro è la fotografia cangiante di una piazza. Della nostra piazza. Quella in cui ci siamo tutti, in piedi, appoggiati gli uni sugli altri. E questa piazza a tratti ti sembra piena, a tratti vuota. Un momento ti pare esplodere dalle risate, ma subito dopo credi che il fragorose sia causato da delle bombe. Per un attimo ti pare di essere lì CON gli altri, poi ti chiedi COME MAI tu sia lì. (…) È però una storia incredibilmente divertente. Io ho davvero riso molto durante la lettura. Solo che non è una commedia, è la pura realtà. Ed è incredibile come la risata possa tramutarsi in tristezza con così tanta facilità quando ti rendi conto che si sta parlando della vita in cui nuoti anche tu. Ed è questa la grande bellezza del lavoro di Ginevra Lamberti. Questo riuscire a mescolare tragicità e ironia senza rendere la vicenda pesante, senza renderla cupa (sebbene potrebbe essere nera nera).”
Andrea Storti per Le mele del silenzio (versione integrale su ilmeleto.wordpress.com)
“La questione più che altro di Ginevra Lamberti è un libro in cui io ho trovato una profonda sensibilità, una dose massiccia di tenerezza che ti porta a voler abbracciare Gaia (la protagonista) per consolarla e talmente tanta ironia/sarcasmo da annegarcisi dentro. E’ un libro che si legge in velocità, non perché sia corto, ma perché ha una scrittura veloce, diretta, che va dritto al punto e ti invoglia a leggere riga dopo riga, pagina dopo pagina”
Gianluigi Bodi per Senzaudio (versione integrale su senzaudio.it)
{Gaia, prestigiosa testimonial e preziosa amica, presta la faccia alla causa de #laquestione}