Nessuna sa scavare nell'animo della donna come Elena Ferrante.Se nei "Giorni dell'abbandono" la sua analisi si rivolgeva al rapporto di coppia finito e usurato ed al senso di abbandono della protagonista,qui invece di parla di maternita'.Leda si ritrova sola e libera dopo che le due figlie 20enni si sono trasferite in Canada dal padre,lei non vive la situazione con pesantezza o sofferente distacco ma quasi con leggerezza,come se all'improvviso si aprisse un nuovo spiraglio sulla sua esistenza.DEcide di partire per le vacanze da sola e qui si ritrova a compiere un geto sciocco quale quello di rubare la bambola di una bambina figlia di alcuni "truzzi"locali,habitue' della spiaggia.Questo gesto raccoglie in se' la drammaticita' del suo percorso materno:i ricordi,il difficile ruolo dell'essere madre,l'aver abbandonato per ben 3 anni le figlie da piccole per inseguire un sogno.Mi sono ritrovata,come madre di due creature,in cio' che scrive la Ferrante.La maternita' non è solo rose e fiori ,ti porta a confronarti con te stessa,con in tuoi sogni .. a reinventarli,spesso a frantumarli.E' un romanzo onresto,diretto,che scava nella piaga e la centra con precisione.Detto questo dico anche che amo alla follia i miei figli e rifarei tutto da capo.Non so di preciso chi sono ma sono madre,mamma ,moglie..questo si e non è poco..
voto 8