Elena si, ma… di Troia

Creato il 27 maggio 2011 da Paultemplar

Nel periodo che precede la guerra di Troia, Savio e Ottone sbarcano sulle coste della Grecia, provenienti dall’Etruria e in cerca di pane e divertimenti oltre che di avventure;  i due vagabondi ne avranno abbastanza di avventure, a cominciare dall’incontro con la bella e infedele Elena che si trattiene sulla spiaggia con il suo amante Paride.
I due vengono così invitati a soggiornare presso la dimora di re Menelao, marito cornuto di Elena; quà i due compari  approfittano abbondanemente sia della cucina del re sia delle grazie di tutte le donzelle della corte fino all’arrivo di Ulisse, il quale avendo avuto a che fare già con loro, memore della brutta esperienza li fa cacciare dalla reggia.

Elena pratica la respirazione bocca a bocca al finto svenuto Ottone

I due compari, dopo aver girovagato e campato alla giornata a spese dei polli che si fanno abbindolare da loro, finiscono per arrivare alla corte di re Priamo, nella quale ritrovano la bella Elena che è fuggita con Paride.
Dopo che Ottone ha addirittura insidiato la molto disponibile moglie di Menelao, i due compari corrono il rischio di essere giustiziati; l’arrivo della flotta achea salva loro la vita, perchè riescono a fuggire dalla città in fiamme.
Elena si ma di Troia è un film commedia, variante della serie decamerotici dalla quale riprende le gesta in qualche modo boccacesche dei protagonisti trasportando però gli avvenimenti indietro nel tempo, lontano da quel medioevo che caratterizzava l’ambientazione degli stessi.

La personale filosofia di Ottone sul come trattare le mogli

A dirigere il film troviamo Alfonso Brescia, che aveva già girato qualcosa del genere nel 1971, Le calde notti di Don Giovanni , bissato l’anno successivo da Poppea… una prostituta al servizio dell’impero; poichè siamo nel periodo di massimo fulgore del genere decamerotico, il regista non fa altro che raccattare quello che trova, mettere su una sceneggiatura appena decente e dirigere il tutto senza gran dispendio di mezzi.
Quello che vien fuori è un filmetto senza capo ne coda, con dialoghi al limite del surreale corredati dalle solite gag viste mille volte; ad abbellire e ingentilire il tutto vengono chiamate due attrici di B-movies, specializzate in commediole erotiche o in decamerotici, ovvero  Margaret Rose Keil, che interpreta Clitennestra e Christa Linder che presta il volto ( e principalmente il corpo) alla splendida e infedele Elena.

Christa Linder è Elena di Troia

A parte le due bellezze nordiche, il cast è assolutamente deprimente; si passa da un Don Backy a tratti indisponente ad un Peter Landers goffo e inespressivo, passando per il solito Pupo De Luca (il cornuto Menelao) a Howard Ross, sicuramente poco adatto al ruolo del playboy ( a sua volta cornuto) Paride.
Inevitabilmente diventa inutile parlare anche di scenografia o location; girato al massimo risparmio, Elena si ma di Troia è davvero al minimo sindacale in tutto e per tutto.
A dover obbligatoriamente scegliere qualcosa da salvare, si può optare per il siparietto in cui Ottone insegna ad Agamennone, fratello di Menelao, come trattare la propria insoddisfatta moglie Clitennestra, ovvero attraverso l’uso di sane sculacciate.

Ottone consola ancora una volta Elena

Naturalmente ben poco.
Cito, come un epitaffio, il giudizio lapidario del Morandini, di solito poco affidabile ma questa volta degno di menzione: “Filmaccio che prende a pretesto la guerra di Troia per contrabbandare amplessi e parolacce.”
Difficile trovare qualcos’altro degno di rilievo, se non le solite chiappe esposte o i generosi nudi della Linder, attrice sicuramente non molto espressiva ma dalle grazie assolutamente notevoli.

Dopo Elena, arriva il turno di Clitennestra

Elena sì, ma… di Troia,un film di Alfonso Brescia. Con Don Backy, Pupo De Luca, Howard Ross, Peter Landers,Margareth Rose Keil,Andrea Scotti, Christa Linder, Piero Leri, Carla Mancini, Michael Forest
Comico, durata 92 min. – Italia 1973.

Don Backy     …     Ottone
Peter Landers        …     Savio
Pupo De Luca          …     Menelao
Margaret Rose Keil     …     Clitennestra
Andrea Scotti          …     Enea
Carla Mancini        … Una cameriera troiana
Michael Forest          … Agamennone
Christa Linder        … Elena di Troia

Regia: Alfonso Brescia
Sceneggiatura: Mario Amendola, Alfonso Brescia,Renzo Genta,Piero Regnoli, Vittorio Vighi
Musiche: Alessandro Alessandroni
Editing : Vincenzo Vanni
Produzione: Franco Calabrese

Le recensioni appartengono al sito www.davinotti.com

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Un anno dopo Poppea, Brescia ci riprova col duo don Backy-Landers: prende il decamerotico imperante, lo trasporta nell’antichità e ci mette un po’ di scazzottate (Caponi per Hill, mentre Landers è lo Spencer di turno). Il film però non vale il precedente: bella la Linder, ma non vale la Benussi, livello attoriale generalmente più basso e sceneggiatura tirata via. Poppea si lasciava guardare: questo, invece…

Parallelamente ai decameroni, in Italia fiorirono una serie di pellicole – in chiave di “commedia erotica” – sulla linea di rivisitazioni storiche molto vaghe. Non poteva, data la potenzialità del titolo stesso, mancare quella in oggetto. La sceneggiatura non è molto interessante (opera, oltre al solito Regnoli, di Mario Amendola, zio del più noto Ferruccio), mentre la ricostruzione storica della guerra di Troia è solo un pretesto per dare corso alle esibizioni extraconiugali della bella (e chiaccherata) Elena, interpretata con certa disinvoltura dalla “gradevole” Christa Linder.

Il formidabile titolo è, naturalmente, il “qualcosa da salvare”. Ma ci si misero in cinque, se i credits sono veritieri, per scrivere entusiasmanti calembour sul genere “mercede/Mercedes”, “Fenicia/fiducia”, “Iberia/Siberia” eccetera: un po’ troppi. Noia sovrana, recitazione esecrabile, Alessandroni che addirittura rispolvera i suoi vocalizzi per Mah nà mah nà: in breve, una troiata. Oops, ci siamo cascati…

Variante decamerotica spostata indietro di qualche millenno e a sua volta in anticipo rispetto ai cloni del futuro Caligola brassiano. Cambiando l’ordine degli addendi però il risultato non cambia: sceneggiatura cialtronesca, pretese di comicità pateticamente velleitarie, recitazione no comment. Restano ovviamente le abbondanti e non certo spiacevoli razioni di nudo e di scene erotiche, abbastanza ardite per un film italiano del ’73 e affidate alle solite Christa Linder, Margaret Rose Keil, Lea Lander. Terribile il campionario maschile



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