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#Elesicilia Crocetta inizia male: “demagogico il taglio degli stipendi dei parlamentari regionali”

Creato il 31 ottobre 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

Decisamente una doccia fredda, sicché da una vittoria elettorale che vuole far rima con rinnovamento ci si attendeva qualcosa di formalmente populista e dal sapore squisitamente demagogico. Ma Crocetta va oltre…  Se chi ben comincia è a metà dell’opera, possiamo sostanzialmente augurarci due cose: la prima, è che valgano i principi cronologici, per cui non bisogna fare affidamento sui proclami crocettiani della prima ora, magari scaturiti da qualche eccesso alcolico dovuto ai festeggiamenti. Altrimenti sarebbe un guaio e quei cambiamento e rivoluzione tanto auspicati alla vigilia, resterebbero esclusivamente due parole da consegnare al consueto vocabolario del politicante incallito.

Dopo la sparata del “niente sesso se diverrò governatore”, motivata dalla necessità di edulcorare la pillola all’elettorato cattolico dell’UDC (l’omosessualità non consumata non costituisce “peccato”), c’è una nuova notizia che lascia perplessi.

L’Adnkronos esce con una bomba. Ma i giornal(ai)isti, si sa, voglion sempre fare lo scoop, al costo di screditare un credibile interlocutore. 

Apprendiamo, da una nota d’agenzia, che una dichiarazione di Crocetta ha lasciato perplessi i più. Motivo del contendere, neanche a dirlo, gli stipendi spettanti ai parlamentari regionali. La domanda più ricorrente, in periodi in cui gente come Fiorito ha tirato a fondo partiti come il PdL, è spesso la medesima: che ne dite di rendere più equi i rimborsi e i benefit che spettano ai dipendenti del popolo, in quanto da questo eletti per rappresentarlo degnamente? 

Come può un parlamentare (nazionale o regionale) rappresentare un popolo ridotto alla fame? Come può un “politico” capire cosa passi per la testa di chi non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena?

No, anche per il neoeletto governatore non si deve parlare di riduzione degli stipendi dei parlamentari regionali.

Crocetta tentenna e riconduce al populismo e alla demagogia qualsiasi discussione volta in tal senso. In pratica il vero problema è rappresentato dalle nomine dei consulenti esterni (vero), mentre la questione degli stipendi di Presidente della regione, deputati, assessori e “castomani” vari è squisitamente demagogica.

Un passo falso? Una parola travisata? La solita montatura giornal(ai)stica?

A rincarare la dose ci sono le motivazioni addotte, che lasciano un po’ perplessi in merito alla presunta strada di cambiamento intrapresa dalla Sicilia, con la scelta del celebre eurodeputato del PD, arcinoto sindaco antimafia gelese.

Secondo Crocetta infatti, se si abbassassero oltremisura gli emolumenti da corrispondere ai parlamentari regionali, assisteremmo ad una sorta di suicidio di massa dei neoeletti, indebitatisi all’inverosimile per sostenere i costi di una campagna elettorale.

Sì, suicidi: proprio come quelli che solitamente vedono protagonisti i poveri disperati taglieggiati da Equitalia o abbandonati da uno stato predone. Gli stessi suicidi di cui parlava, con la stessa sensibilità di una calcolatrice, Mario Monti. Quei suicidi che mettono in pratica i lavoratori privati della dignità e dei mezzi di sussistenza.

Crocetta inizia proprio bene, con una frase degna di un rispettabile veterocomunista.

Come dire ai siciliani che le tasse che si pagano serviranno anche a pagare quelle fastidiosissime lettere di propaganda elettorale che arrivano ad ogni tornata di consultazioni, quei manifesti coi faccioni che verrebbe da prendere a sputi, quei “santini” ai quali è inutile rivolgere preghiere, se non quella di scomparire al più presto da tavoli e scrivanie varie. E poi cene, festicciole, aperitivi, cocktail.

Lo diciamo anche a Rosario che in Sicilia ormai, Campari non è più un aperitivo ma è il contrario di “Moriri”?

Ne ha anche per i Grillini il neogovernatore, miracolati perché eletti per “trascinamento”, grazie alla popolarità mediatica di Grillo. Non tutti purtroppo, secondo Crocetta, possono vantare un portavoce comico (beh, non è che Bersani sia poi tanto male, verrebbe da dire) che il megafono ce l’ha davvero, e non soltanto sul simbolo.

E’un’occasione persa, per Crocetta: quella di iniziare con un soffio di rinnovamento la sua avventura a palazzo d’Orleans.

#Elesicilia Crocetta inizia male: “demagogico il taglio degli stipendi dei parlamentari regionali”

Crocetta


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