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Elezioni 2011 - L'agonia dei comunisti, il caso Torino e il rinnovamento 2.0

Creato il 19 maggio 2011 da Gctorino

Elezioni 2011 - L'agonia dei comunisti, il caso Torino e il rinnovamento 2.0
Amministrative 2011 - L'analisi che non ti aspetti. 
 E' dal 2006 che ogni tornata elettorale è una botta al cuore nella peggiore delle ipotesi, una boccata di ossigeno nella migliore. Ma è dal 2006 (scusatemi se da giovane non la prendo troppo alla lontana) che la  sinistra, a livello nazionale esclusi i singoli e vitali casi è marginata e non egemone nella società, tanto meno nella coalizione di centro-sinistra. E' dal 2006 che i comunisti lottano per sopravvivere e non per cambiare lo stato di cose presenti, una lotta che in questi cinque anni, causa pessima gestione dei dirigenti, si sta trasformando in agonia.
Parlo di coalizione di centro-sinistra perchè smentendo la tesi di Chianciano '08, la FdS da tempo ha deciso che la sopravvivenza la si può ottenere soltanto in alleanza: se possibile con una coalizione di sinistra, se questa via non è percorribile appoggiando il Partito Democratico. Un Deja vu.
Il dato delle urne a livello nazionale è chiaro: il Partito Democratico diventa  il primo partito d'Italia, il terzo polo è solo un UDC allargato. La sinistra è immobile. L'elettorato di sinistra è da anni ancorato a quel 10% suddiviso nei 2 partiti di sinistra (FdS e SEL), nel partito di Di Pietro (con un'ala di sinistra minoritaria capeggiata da De Magistris) e con qualche voto disperso da Grillo.
Anche questa tornata elettorale ha dimostrato come l'elettorato di sinistra non è in aumento, ma si sposta di elezione in elezione da un partito all'altro, come dimostra il -40% dell'IDV. La conflittualità a sinistra, spesso manovrata dal PD, permette ai democratici di diventare il primo partito d'Italia.
Il vecchio elettorato di Rifondazione pre '98 era un voto di protesta (finito tra Grillo e Idv), un voto movimentista (sparso un po' qua e là), un voto generico di sinistra (finito in SEL) e un voto comunista ed anticapitalista che segue ancora la falce e martello.
Quindi la domanda: lo scopo dei partiti della sinistra di sistema è quello di pescare l'elettorato di sinistra del PD ed egemonizzare quello spazio o conquistare elezione dopo elezione la parte meno fedele di quel 10% citato prima? Certo, entrambi! Ma da anni vediamo solo il secondo fenomeno.
Premesso che l'ala di Sinistra dell'IDv è minoritaria (Di Pietro, l'ex vicesegretario regionale Scilipoti o Razzi sono di sinistra?) ecco i dati nazionali dei tre partiti a queste amministrative:
Provinciali IdV 4,8% FdS 4,1% Sel 4,1%
Comunali Sel 4,7% IdV 3,9% FdS 2,7%
Alle politiche il voto utile potrebbe sensibilmente schiacciare questi dati, proprio come successe nel 2008.
Per questo penso che sono solo due i semi vincitori di questa tornata elettorale.
Il Partito Democratico e Fausto Bertinotti.
Il Partito Democratico, nonostante tutte le sue contraddizioni, è diventato il primo partito d'Italia, grazie al crollo del PDL.
A Torino fa il 34,5%, a Milano il 28,5%, a Bologna il 38%. Il partito che doveva spaccarsi esce vittorioso, nonostante alcune pessime figure come il caso Napoli. Soltanto il Partito Democratico può battere le destre, a sinistra del centrosinistra è svanito lo spazio politico. Ora aspettiamo l'esito dei tre principali ballottaggi, se vincerà il centro sinistra il PD si troverà con un elettorato che desiderà un partito più socialdemocratico. Se perderà passerà la linea Veltroni.
Bertinotti, nonostante il grande aiuto dei media che censurano la FdS e pompano il progetto SEL, vede il suo giocattolino fermo al 4%. Ma continua ad aleggiare il suo fantasma. Un solo partito alla sinistra del PD, unito, plurale, forte, con dentro un po' di tutto, in grado di raccogliere il voto di sinistra dell'elettorato PD. Un progetto anti comunista apprezzabile da buona parte del popolo di sinistra e funzionale al sistema che il PD ha in mente.
Veniamo a noi. Il nostro obiettivo è quello di costruire una forza rivoluzionaria che guardi al Socialismo XXI. L'agonia continua e non terminerà finchè con coraggio non trasformeremo il nostro agire politico, costruendo un progetto politico serio e credibile nel medio e lungo termine, rinnovando le pratiche e le anime del partito.
La Federazione della Sinistra è un discreto progetto in linea teorico, un fallimento nel mondo reale. Nè carne, nè pesce, che viene vissuto come un cartello elettorale utile per racimolare le ultime briciole che si ereditano dalla prima Rifondazione Comunista. Una federazione conflittuale senza una linea politica chiara, dove protagoniste sono le lotte interne tra le organizzazioni aderenti. Non ci serve una federazione conflittuale, ma un partito coeso e con una chiara linea politica, una struttura e dirigenti di alto valore umano e politico, un rinnovamente generalizzato.
Invece una Federazione con un portavoce eletto con 1/3 dei voti mostra le falle di un progetto morto, conflittuale e poco percepito dalla gente.
Fatte queste considerazioni non dobbiame mollare, è un dovere lottare fino all'ultimo respiro per dar voce alle nostre idee, costruire il nostro agire politico fino alla vittoria.
Il caso Torino
Elezioni 2011 - L'agonia dei comunisti, il caso Torino e il rinnovamento 2.0
Parlerò solamente del mio (ex?) partito: rifondazione comunista, perchè la Federazione della Sinistra in realtà a Torino non esiste.
Sto leggendo molte analisi sul voto torinese. Stupidamente si giudica l'esito del voto soltanto in base alle alleanze, continuando ad ignorare la realtà. A Torino il partito sta vivendo una gestione pessima, il risultato disastroso (0 eletti in comune) è in piena continuità con le provinciali di due anni fa (0 eletti in provincia) ed è frutto del fallimento della nostra dirigenza, ma anche della base che non ha avuto il coraggio per sovvertire e/o creare una progettualità alternativa.
Non sto ad annoiarvi con gli attacchi personali, per lo più dementi, a cui sono/siamo stato/i soggetto in questi anni.
L'odio politico che la dirigenza (ora dimissionaria) ha rivolto in questi due anni contro di noi è sintomatico della loro capacità politica. Hanno cercato (alcuni di loro) di criminalizzare una trentina di ragazzi, tentando e avallando complotti e presunte espulsioni. Ma noi come l'erba cattiva, fieramente non moriamo mai. Mentre molti presunti compagni ora che la barca affonda scappano come topi.
Dopo due anni di denunce inascoltate, volete fare ancora i sordi? Le nostre critiche, denunce, osservazioni, azioni e proposte le potete trovare sul nostro blog http://giovanicomunistitorino.blogspot.com/.
A Torino non esiste più il partito, non per come lo intediamo noi. Questa dirigenza ha visto pian piano pezzi dirigenziali svanire o emigrare altrove appena i soldi sono finiti, dimostrando il loro sentito attaccamento agli ideali del comunismo. I dirigenti a quel punto come hanno agito? Coccolato i fuoriusciti, che ovviamente non sono più tornati ed attaccato altri valorosi compagni 2.0 che hanno continuato il lavoro sporco. La fuoriuscita continua: prevedibile, opportunista, vigliacca.
Ma il coccolare gli opportunisti e denigrare i compagni del lavoro duro non paga ovviamente, ed ecco sparire tanti compagni nauseati, a partire da tutto il blocco del Partito Sociale uscito nel 2009. Si perdono iscritti, si continua a non essere radicati sui territori e non essere visibili dai cittatini. Per adesso in nessuna analisi torinese ho letto ciò.  Anche quest'anno Rifondazione a Torino ha perso il 20% degli iscritti. Con poco più di 300 iscritti a Torino città (2/3 degli iscritti della Federazione sono della provincia) e con quasi tutti i circoli a rischio chiusura. Al contrario dei tanto odiati Giovani Comunisti che hanno aumentato gli iscritti, con un 80% di NEO ISCRITTI. Un dato controcorrente che dà fastidio all'interno del partito e per questo viene sempre omesso.
Preannunciata una grave crisi politica di Rifondazione Comunista Torino veniamo alle elezioni. Inutile ricordare le nostre denunce: siamo partiti troppo tardi in una sconfitta preannunciata dove pochi hanno avuto il coraggio di metterci la faccia. Lodo e ringrazio tutti i candidati, a partire dal coraggioso Juri Bossuto, e soprattutto i generosi Giovani Comunisti che con un partito a tratti ostile hanno dato l'anima. Tutti i candidati sono da apprezzare: un esercito di eroi che ha osato opporsi ai poteri forti cittadini. Anche se, guardando le preferenze, viene da chiedersi quanti di questi hanno dato veramente l'anima. Ma questo si sapeva. Il massimo che si sperava era l'elezione del candidato sindaco e dei candidati presidenti in circoscrizione. Non c'erano seggioline da poter scaldare con una buona dose di preferenze.
A Torino abbiamo tentato una coalizione di sinistra, mai nata. Isolati per il nostro NO a Marchionne e con un Partito Democratico torinese che già aveva epurato i comunisti nella scorsa amministrazione, l'impresa era tutta in salita e noi siamo stati bravi a martellarci le palle da soli. Siamo stati gli ultimi a presentare il candidato sindaco con un solo mese di campagna elettorale. E mentre Fassino faceva già campagna elettorale, sulla rete giravano addirittura comunicati di una parte della FdS contro un'altra parte della FdS. In un ambiente così poco coeso è stato già un miracolo trovare una quadra minima per tutta la campagna elettorale. Ma torniamo a noi: Bossuto ci ha messo la faccia, ma gli altri?
Dei quattro consiglieri comunali di Rifondazione nessuno si è candidato al comune, il nostro ex capogruppo (fino al giorno delle elezioni) è stato eletto in circoscrizione con SEL. Pochi sono i dirigenti di Rifondazione che si sono messi a disposizione del partito. Un gesto che dovrebbe essere la norma, a Torino quasi è sembrato un gesto "generoso".
Elezioni 2011 - L'agonia dei comunisti, il caso Torino e il rinnovamento 2.0
Veniamo a noi. Nonostante la sconfitta preannunciata abbiamo voluto metterci la faccia, ottenendo validi risultati. Abbiamo dimostrato per l'ennesima volta che, anche se siamo una giovanile neonata l'anno scorso, di soli 50 iscritti quasi tutti neoiscritti, siamo una realtà viva, propositiva e capace di attrarre le nuove leve. Un buon risultato che fatto con un partito che spesso ci rema contro vale doppio. Dario Fanton (Resp.Partito Sociale dei GC 2.0) è stato il giovane della FdS più votato al comune, Guido Salza (Tesoriere dei GC 2.0) è stato il giovane della FdS più votato in circoscrizione. Un risultato che mostra la nostra forza a livello provinciale persino in un campo a noi poco congeniale: le elezioni. Nelle circoscrizioni 2.0 boom di voti ai Giovani Comunisti che hanno totalmente egemonizzato i voti di Rifondazione Comunista (nella 8), e ottenuto un soddisfacente risultato (nella 3). Ringrazio calorosamente i due giovani comunisti candidati in comune e i numerosi giovani comunisti candidati in circoscrizione per il loro ottimo, seppur inutile, risultato per il partito.
Purtroppo Bossuto si è fermato al 1,5% e la FdS al 1,1%. 10 anni fa quando candidammo la Provera andando da soli (con una Rifondazione molto più forte) non andammo oltre al 3.1%, con il Pdci che sostenne Chiamparino. Sapevamo che l'impresa era ardua, ma pensiamo che a Torino appoggiare Fassino nonostante tutto, fosse davvero improponibile. Fassino che proprio ieri su "La Stampa" ha aperto alla Lega Nord. Fassino appoggiato dai poteri forti, anche grazie al suo SI al ricatto di Marchionne. Come diceva Agnelli "Solo un governo di sinistra può fare una politica di destra"
Il nuovo consiglio comunale di centrosinistra svolta a destra, passando da 9 consiglieri di sinistra a soli 2. Con un PD che insieme ai Moderati (20 seggi) potrà fare quello che vorranno.
Torniamo a noi.
La segreteria provinciale e il segretario si sono presi, giustamente aggiungerei, la colpa di questo fallimento elettorale, ma non basta. Mi auguro che si prenderanno le loro responsabilità per questa gestione fallimentare degli ultimi anni. Chi ha sbagliato si faccia da parte e non si limiti ad un rimando del mandato che sarebbe soltanto l'ennesima presa in giro. Fuori dalle palle, partendo dal segretario provinciale. Me le prendo principalmente con i dirigenti che da più tempo riscaldano quelle sedioline, fallimento dopo fallimento. Ci sarebbero  da fare dei distinguo perchè personalmente salvo dei validi, ma soprattutto ONESTI, compagni. Ma come in una  squadra, quando si sbaglia, si sbaglia tutti. Sì  Tutti. Sono due anni che denuncio l'immobilismo e la fallimentare politica di questa dirigenza, una  denuncia mai ascoltata. Ma siamo tutti responsabili di questa sconfitta. E' anche colpa mia se non sono riuscito a farmi ascoltare (non importa che siano sordi), è anche colpa mia se nulla è cambiato in questo partito.
Elezioni 2011 - L'agonia dei comunisti, il caso Torino e il rinnovamento 2.0
Detto ciò, resto convinto  che la rivoluzione culturale possa e debba arrivare dalla mia generazione, partendo dai Giovani Comunisti come ben abbiamo discusso a livello regionale qualche mese fa. A livello nazionale, come a Torino, Rifondazione perde iscritti, i Giovani Comunisti li aumentano diventando come iscritti 1/4 del partito. Tocca a noi prendere in mano questo partito e ridargli vitalità e progettualità politica.
Concludo con una frase tanto cara a noi GC Torino 2.0
"C'è chi dice che la politica ha bisogno di un rinnovamento, e che questo rinnovamento debba partire dai giovani. C'è chi dice che nessuno lotta più perchè ormai sono tutti uguali e tutti ladri. Ma c'è ancora chi lotta, un'isola rossa in un mare di salsa rosa, e ci sono ancora i giovani che vengono formati da una sana gavetta. Perchè c'è chi ci crede, chi non smetterà di lottare e non sarà mai allineato con le logiche dell'odierna antipolitica, ma soprattutto perchè c'è ancora qualcuno che pensa che questo sistema faccia schifo e che la politica possa davvero contare qualcosa e far cambiare le cose."
Andrea Salutari, agitatore sociale e coordinatore provinciale dei Giovani Comunisti Torino 2.0

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