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Elezioni 2013 (6): il grillismo, questo sconosciuto. Ma al Quirinale vorrei Emma Bonino non Dario Fo. E sulla nuova moda di discutere di politica “in absentia”.

Creato il 26 febbraio 2013 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

427px-Emma_Bonino_-_World_Economic_Forum_on_Europe_2010di Rina Brundu. Peccato! Peccato perché ieri sera il comportamento di Beppe Grillo e dei suoi era stato ammirevole. Quando mai si era vista una forza politica che dopo avere incassato un risultato come quello ottenuto dall’M5S, si limitasse ad una celebrazione tanto misurata e sobria? C’era infatti un che di orwelliano nell’inquadratura della strada deserta davanti allo studio con luce accesa della casa di Grillo proposta in tv dall’infaticabile inviato vespiano, tanto che lo stesso conduttore del Porta a Porta – Speciale Elezioni si è mostrato singolarmente colpito dal suo ritrovarsi a puntare le telecamere in quella direzione. Dopo la finestra del Papa la finestra di Grillo: incredibile, appunto!

O meglio, momenti straordinari! Da ricordare. Straordinaria anche la risposta che avrebbe dato l’ex (?) comico genovese ad un giornalista che gli chiedeva dove avrebbe atteso i risultati elettorali: a casa, dove curerò la lattuga! Un senso del low-profile e della comunicazione politica effettiva che strideva in maniera sostanziale con il chiacchiericcio continuato dei soliti noti presenti in forze in questo o quel salotto televisivo (tutti sprovvisti di grafici riepilogativi decenti, tra l’altro, quei salotti!), e pronti a difendere le proprie indifendibili ragioni. Stupefacente anche la sensazione di vuoto che procurava, in quegli stessi studi televisivi, l’assenza dei veri vincitori della competizione elettorale, i grillini, ai quali per ovvie ragioni gli altri potevano rivolgersi soltanto “in absentia”, mentre le risposte proposte erano solo eco dei loro stessi pensieri.

Di fatto le implicazioni dell’inusuale status-quo erano, e sono, grandissime. Era un po’ come se Grillo e i suoi stessero finalmente togliendo l’usato giocattolo dalle mani di quei politici, giornalisti, intrattenitori di lungo corso, finanche da un Bruno Vespa che negli ultimi anni è stato una sorta di deus-ex-machina della modalità più trendy di discutere di politica (di farla?). Adesso infatti, volente o nolente, era costretto, pure lui, a discuterla in assenza dell’interlocutore privilegiato, o magari inviando un giornalista giovane davanti alla casa di Grillo piuttosto che uno blasonato nella speranza che quello riuscisse dove gli altri avrebbero sicuramente fallito. Mi ripeto: momenti straordinari! Momenti straordinari e forse l’unico spiraglio di luce dentro le dinamiche asfittiche di un risultato elettorale che lascia un po’ tutti con l’amaro in bocca. Di un risultato elettorale che a sentire le continuate chiacchiere mediatiche ha molti vincitori, ma un solo perdente: il nostro amatissimo Paese!

Scrivevo “peccato!”, in apertura, perché sulle homepages dei giornali-che-contano si leggono adesso strane dichiarazioni grilliane: “Voglio Dario Fo al Quirinale!”. Strane per il modo verbale usato e strane per il contenuto. Diamo a Grillo il beneficio del dubbio – del resto non sarebbe la prima volta che le sue dichiarazioni vengono manipolate al solo scopo di ottenere l’effetto-scoop. Diamo a Grillo il beneficio del dubbio e immaginiamo che quello di vedere Dario Fo al Quirinale sia solo un suo desiderio, non un ordine. Il mio desiderio invece è di vederci una donna in gamba come Emma Bonino. Una che la politica la fa e l’ha sempre fatta perché la sente sulla pelle, non per niente nei salotti-televisivi-che-contano la si incontra raramente. Sarà un caso?

Featured image Emma Bonino, fonte Wikipedia.

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