"Nell'immediato, devono essere recuperati i pesanti tagli operati dai governi Berlusconi e Monti, mentre vanno eliminati i finanziamenti pubblici, diretti ed indiretti, alle scuole private. Vanno ritirate le riforme Gelmini e il blocco degli organici imposto dalle ultime leggi finanziarie, diminuito il numero di alunni per classe, restituito alla scuola primaria quanto le è stato sottratto a partire dal tempo pieno e dalla eliminazione del maestro unico, accrescendo contemporaneamente l'offerta formativa. Occorre fermare definitivamente qualsiasi progetto di privatizzazione del sistema di istruzione, come e era stato tentato dal governo Monti. La scolarizzazione fino al 18° anno di età è condizione imprescindibile per garantire a tutte e a tutti un livello di formazione adeguato per essere cittadini consapevoli. Vogliamo riportare subito il Fondo nazionale per il diritto allo studio ai livelli anteriori al 2008 e incrementarlo progressivamente per estendere la platea dei beneficiari.
Vogliamo che sia rispettato il limite di 25 alunni per classe, 20 in presenza di alunni con disabilità, e che si torni indietro dalla costituzione di mega – istituti scolastici, ingovernabili e didatticamente inadeguati. È indispensabile garantire alle nostre scuole stabilità degli organici per contrastare la discontinuità didattica e la conseguente dispersione scolastica, partendo dalla stabilizzazione del personale precario che, da anni, garantisce il funzionamento delle nostre scuole, e valorizzare la professionalità dei docenti e del personale ATA. Vogliamo, perciò, introdurre l'organico funzionale. Occorre, inoltre, istituire percorsi di formazione e reclutamento, trasparenti e strettamente connessi tra loro, in modo da evitare la formazione del nuovo precariato scolastico e fornire a nuove generazioni di insegnanti la garanzia di un impiego stabile nella scuola. La libertà di insegnamento, garantita dalla Costituzione, è sempre più esposta al rischio di interferenze esterne ed ai condizionamenti di valutazioni come i test INVALSI. Essa deve, invece, potersi esplicare pienamente, nell'ambito e nei limiti delle scelte didattiche adottate collegialmente. La scuola pubblica deve rimanere luogo di incontro e di confronto tra le diverse culture. Vogliamo perciò che recuperi fino in fondo la sua ispirazione pluralista, contro ogni ingerenza confessionale e qualsiasi forma di discriminazione. Vogliamo ridare ruolo e poteri agli organi collegiali a tutti i livelli per un governo democratico e partecipato delle scuole e dell'intero sistema".
Alessia Gervasi