Non politiche (o, chissà, prima o poi pure quelle), ma, più modestamente, scolastiche. E, in particolare, la scelta dei rappresentanti di classe tra i Merry Men.
"Eccoci, dunque" - esordisce una 'povna sorridente e di ritorno dalla pugna sedendosi per bene sopra il banco, felice soltanto come chi si sente finalmente a casa - "ora che avete costituito il seggio, dobbiamo scrivere i nomi dei candidati alla lavagna. Allora, chi vuole farsi avanti?".
"..."
"..."
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"Come sarebbe, nessuno? Forza, miei prodi, su, coraggio!".
"Eh, no, professoressa" - esala bassissima la voce di Earnest - "è che dopo l'esperienza dello scorso anno un po' a tutti noi è passata la voglia di tentare".
"Mi dispiace" - replica un 'povna con il sorriso sciolto rapido in mestizia - "anche perché quello del portavoce, liberamente eletto, di un gruppo, è uno degli incarichi più belli. E non so che cosa darei per tornare a farvelo apprezzare".
Seguono, ovviamente, vari minuti di comizio. Al termine dei quali Earnest appare abbastanza convinto:
"Va bene. Mi candido. Via, metta il mio nome".
La 'povna non fa in tempo a esprimere il suo giubilo, che si intromette la voce di Stuffy:
"Ci sono anche io! Ci sono anche io! Voglio rappresentare!".
Di tutti i Merry Men, Stuffy è l'unico che alla 'povna in realtà poco convince, e il pensiero che sia eletto per forza la fa rabbrividere. Ed è allora che un impulso irrazionale la possiede, prima che possa farci niente. Si gira verso colui che si è offerto di fare lo scrivano alla lavagna e, con uno sguardo che non usava dai tempi lontani in cui aveva Corto Maltese come vero e proprio alunno, più forti di lei, butta fuori le parole.
"E tu, Weber? Eppure fai anche il progetto di educazione civica: è strano che non ti voglia candidare".
Gli occhi della 'povna guidano la mano di Weber, come un campo magnetico. Un mezzo sorriso, quasi storto: e senza dire altro lui si gira, prende il gesso, e scrive lentamente sull'ardesia, tra gli applausi, il suo nome e il suo cognome.
E la 'povna, che ormai il danno l'ha fatto (anche se quasi nessuno - con la considerevole eccezione del suo nuovo pupillo, e di uno stizzito Stuffy - se ne è accorto), resta muta, un po' orgogliosa e un po' perplessa, in mezzo al senso di colpa. Eppure, fosse domani, ancora lo rifarebbe: ci sono cose che non si possono spiegare.