Elezioni al buio

Creato il 04 maggio 2012 da Oblioilblog @oblioilblog

Tra due giorni si vota in 773 comuni italiani, tra cui 28 capoluoghi di provincia, e sorprendentemente non c’è nessuna fanfara che lo ricorda ogni due minuti. Il motivo è chiaro e semplice: tutti i partiti li temono. Hanno paura dell’effetto tecnici mescolato alla crisi, hanno paura che la gente non vada a votare, hanno paura che il popolo mostri chiaramente la sua opinione. Trascurare l’appuntamento sin dal principio è un modo per minimizzarne i risultati.

Resta però il fatto che, nell’indifferenza generale, si vota. Però anche stavolta i cittadini saranno costretti a votare al buio, senza conoscere molto dei candidati troppo spesso imposti dalle nomenklature. Dal 2009 l’associazione Pubblici Cittadini chiede a segretari e coordinatori dei principali partiti di pubblicare sui siti internet quanto meno i curriculum vitae e l’autocertificazione dello status penale di tutti i candidati un mese prima della consultazione. Si tratta di una garanzia minima di trasparenza necessaria per gli elettori.

Peccato che questa richiesta non sia soddisfatta quasi da nessuno, secondo l’indagine compiuta dall’associazione.

Popolo della Libertà: è presente in tutti i 28 capoluoghi in cui si vota, ma non brilla per trasparenza. Nel portale ufficiale non c’è nessuna sezione dedicata alle amministrative, né collegamenti alle sezioni locali. Tra i siti cittadini funzionano solo quelli di Asti, Cuneo, Verona, Parma, Piacenza e Palermo. Sono facilmente rintracciabili informazioni personali solo sul candidato di Cuneo, mentre nei siti di Verona, Palermo e Parma è presente solo la lista di chi concorre al consiglio comunale. 

Partito Democratico: corre anch’esso in 28 capoluoghi. La performance in termini di trasparenza è poco migliore rispetto al PDL. Nel portale principale è in bella mostra la sezione ad hoc per le amministrative, ma non ci sono all’interno i curriculum vitae dei candidati. Su 28 capoluoghi, 9 non hanno un portale (Taranto, Belluno, Frosinone, Isernia, Trani, Catanzaro, Agrigento, Trapani, Lanusei). Le informazioni sono abbastanza dettagliate a Monza, Como e Gorizia, gli altri si limitano a dati anagrafici e professione. Sui siti di Pistoia e Lecce non c’è alcun riferimento alla tornata elettorale.

Lega Nord: proverà a conquistare 14 capoluoghi di provincia. Sul sito della Lega c’è uno spazio apposito, ma non ci sono informazioni sui candidati. In 7 città (Verona, Gorizia, Parma, Piacenza, Genoa, Cuneo e Como) bisogna affidarsi ai siti personali, in 3 (Belluno, La Spezia, Pistoia) il sito non è attivo, ad Alessandria, Monza e Lucca non ci sono rimandi al voto. Ad Asti c’è il programma ma non il curriculum del candidato.

Italia dei Valori: la compagine di Di Pietro è in lizza in tutti i 28 capoluoghi. Nel sito principale del partito c’è una sezione dedicata ma è difficile trovarla dall’home page. Anche il contenuto è deludente: nessuna lista dei candidati. In 18 capoluoghi l’IDV non ha il sito o è in manutenzione e in 10 (Como, Monza, Belluno, Verona, Genova, Piacenza, Pistoia, Lucca, Catanzaro e Palermo) c’è solo la lista. Nota di merito per quanto riguarda Parma: è pubblicizzata l’iniziativa Candidati Puliti e quindi sono presenti i certificati di casellario giudiziario. Purtroppo però è un’eccezione.

Sinistra, Ecologia e Libertà: è votabile in 27 capoluoghi. Il portale ufficiale linka una ricca sezione riservata alle amministrative, ma non ci sono i curriculum dei candidati. Per quanto riguarda i siti locali, 6 (Alessandria, Como, Cuneo, Monza, Gorizia e Taranto) latitano per quanto riguarda le informazioni dei rappresentati.

Unione di Centro: corre in 19 capoluoghi. Solo 3 liste, però, presentano il programma elettorale, e solo a Taranto e Como è pubblicato il curriculum vitae. Per il resto ci si limita al nome del candidato e alla data di nascita quando va bene.

Movimento 5 stelle: i grillini partecipano dappertutto tranne a Brindisi, Isernia, Lanusei e Oristano. Quasi tutti i capoluoghi hanno siti specializzati. Solo metà però presenta informazioni sul programma elettorale. Un profilo completo dei candidati è tracciato in 6 città, uno parziale in altre 3, mentre 15 si limitano a nome, cognome e data di nascita. Il M5S ha però il merito di aver pubblicato online la situazione giudiziaria di tutti i partecipanti.

Futuro e Libertà: sono 16 le liste del partito di Gianfranco Fini. Online si possono trovare i curriculum vitae dei 7 candidati sindaci, ma non quelli dei consiglieri comunali (tranne a Palermo e Trapani).

Nel complesso, lo scenario è governato dalla non trasparenza.

Questo il commento di Gustavo Ghidini, presidente di Pubblici Cittadini:

Come sostiene uno dei nostri ragazzi che hanno condotto l’indagine, la trasparenza ha valore come garanzia del merito. Certo, se non ci sono i programmi essere trasparenti serve a poco. Quindi si può dire che la trasparenza non è sufficiente, ma certamente necessaria. Soprattutto in un sistema come quello italiano, dove i candidati vengono scelti dalle segreterie di partito. In Italia, però, la trasparenza è un miraggio: sfido tutti i politologi a saperne di più sui candidati alle prossime elezioni”. La conclusione di Ghidini è amara: “Chi non legge i giornali non sa nulla perché in Rete c’è poco o nulla. Significa che c’è poca democrazia e quest’ultima, come recita il nostro motto mutuato da Toqueville, è il potere di un popolo informato. Ed è impensabile che serva una legge per obbligare i partiti a essere trasparenti nelle loro scelte.

Fonte: Il Fatto Quotidiano


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