Errani lascerà ufficialmente la sua poltrona, secondo la data annunciata dall’ultimo consiglio regionale, il 23 luglio, quando formalizzerà le sue dimissioni. Le nuove consultazioni regionali si terranno, con ogni probabilità, tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre – le date più probabili sono il 9 o il 16 novembre. Il tutto è sempre molto in dubbio perché si vocifera di pressioni su Errani affinché ritardi le sue dimissioni, permettendo così di posticipare il voto ai primi mesi del 2015.
Nel frattempo iniziano le lotte per accaparrarsi la poltrona di Errani. I primi a “fremere” sono i rappresentanti del M5S, che, già molto forte nella regione, potrebbe approfittare delle vicissitudini del Pd dopo la condanna del suo governatore. Il Pd dell’Emilia Romagna ha scelto di fare le primarie di coalizione per eleggere il proprio candidato.La mozione sulle primarie è stata approvata all’unanimità dalla direzione del Pd che è iniziata con un lungo applauso tributato ad Errani. In campo ci sono innanzitutto Matteo Richetti – renziano della prima ora e parlamentare – e Stefano Bonaccini, molto vicino a Renzi ed ex bersaniano che ricopre anche il ruolo, in direzione nazionale, di responsabile degli Enti locali. Non si tira indietro nemmeno Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione, Roberto Balzani, ex sindaco di Forlì e Daniele Manca, sindaco di Imola.
Balzani avvisa i candidati: “Serve una competizione vera e reale e non un’accozzaglia di persone che cerca per propria ambizione di affermare qualcosa per avere in cambio un pezzo di salsiccia”. Svanisce l’ipotesi Delrio, che si è dichiarato non disponibile per la posizione. Secondo il segretario bolognese Pd Raffaele Donini le primarie si dovrebbero avere a metà settembre. “Nel caso in cui non ci sia una candidatura unitaria su un profilo e un programma che abbiano capacità di aggregare tutti – aggiunge Donini – bisogna cedere la sovranità agli elettori”.
Problemi si hanno per quanto riguarda le soglie e le regole fissate dal regolamento. Però Bonaccini assicura anche che si andrà al voto “con una nuova legge elettorale“ che abolirà il listino e introdurrà la doppia preferenza di genere.