Dalla parte opposta della barricata Enrico Mentana, che non risparmia critiche all'Agcom dopo il richiamo rivolto ieri alla sua testata per il troppo spazio dedicato al premier Matteo Renzi. «Per la stupidità della legge e per insipienza dell'Agcom - dice all'ANSA il direttore del TgLa7 - è stata inserita nel computo del tg la conferenza stampa di Renzi del 18 aprile e non l'analogo tempo dato a Di Maio e Romani in serata a Bersaglio Mobile con un ascolto superiore.
È insensato, il tg non è una farmacia». Anche la rete prende di mira l'Autorità, sostenendo che «la rilevazione avrebbe dovuto tener conto della natura straordinaria» della conferenza stampa sugli 80 euro in busta paga, «oltre che della rilevanza informativa dello stesso». «La risposta ai ragionieristici rilievi dell'Agcom è sotto gli occhi dei telespettatori - rileva il cdr del TgLa7 -: è il quotidiano lavoro, onesto e imparziale della nostra redazione». Sul banco degli imputati finisce la legge sulla par condicio, «una legge - sottolinea Mentana - nata in altri tempi per limitare lo spazio per Berlusconi in tv, ora diventa una tagliola che impedisce di fare il proprio mestiere».
La risposta dell'Autorità è affidata al commissario Antonio Preto: «Anche noi consideriamo che la legge sulla par condicio non sia più adatta e vada cambiata - afferma -. Ma questa responsabilità spetta al legislatore e non all'Agcom che ha il compito, finchè è in vigore, di farla rispettare. Meglio sarebbe se con un'intelligente collaborazione degli operatori dei media».
Chiusa dopo il forfait di Renzi, la polemica sulla partecipazione del premier alla Partita del Cuore in programma su Rai1, ora il Movimento 5 Stelle mette nel mirino il tg di Mentana, ma anche Studio Aperto e SkyTg24. «Non è possibile che certi notiziari si trasformino in 'TeleRenziè, ancor di meno durante una campagna elettorale in cui vige la legge della par condicio», sostiene il capogruppo alla Camera, Giuseppe Brescia, annunciando il secondo esposto delle ultime settimane all'Agcom.
Il primo è stato accolto dall'Autorità che ieri ha adottato richiami a Studio Aperto, Rainews, SkyTg24 e Cielo a riservare maggiore spazio al Movimento 5 Stelle. Un esposto all'Agcom arriva anche dal Nuovo Centrodestra, nel quale - fanno sapere Renato Schifani e Barbara Saltamartini - si denuncia «una grave violazione ai principi del pluralismo, della par condicio e della parità di accesso ai mezzi di informazione all'interno dei telegiornali e dei programmi di approfondimento trasmessi dalla Rai, dalle reti Mediaset, e da La7».