Trenta giorni fa l’annuncio della sua candidatura alla presidenza della FIR, davanti i prossimi quaranta (si vota il 15 settembre) per riuscire a convincere il movimento delia bontà di una visione del rugby italiano per certi versi rivoluzionaria. Amerino Zatta, manager di professione e presidente in carica della Benetton Treviso, accetta volentieri di parlare della sua avventura elettorale al giro di boa di una campagna condotta con strategie nettamente differenti rispetto all’avversario, l’attuale consigliere federale Alfredo Gavazzi.
«Premetto subito che io di numeri, percentuali e sondaggi non intendo parlare», esordisce
Zatta con ferma gentilezza. «Primo, perché non è nel nostro stile sbandierare risultati prima di averli ottenuti per davvero; secondo, perché credo che di qui alle elezioni ci sia lo spazio perché le tante società che ancora non hanno maturato una decisione abbiano modo di farlo. Per il momento, preferiamo lavorare sul piano degli incontri e delle relazioni dirette: solo negli ultimi giorni sfrutteremo un piano di comunicazione più incisivo».
Il Veneto porta a porta (hanno inaugurato i club veneziani e trevigiani), la Lombardia già in
ampie zone, il Piemonte, mezza Emilia-Romagna, le Marche, l’Abruzzo: in quattro settimane senza sosta la prima parte della tournée è andata via liscia, il difficile viene adesso con agosto di mezzo ed alcuni territori, Lazio e Lombardia in primis, decisivi
nel computo finale dei voti: «Effettivamente stiamo facendo uno slalom tra le ferie di presidenti e dirigenti dei club, e del resto il periodo è quello che è. La data delle elezioni così ravvicinata» spiega il candidato «stringe di molto i tempi per poter incontrare personalmente le società, ma alla fine riusciremo comunque a confrontarci con
tutti». Per chi conosce i delicati meccanismi che da sempre muovono le cose della palla ovale a Treviso e in Veneto, la candidatura di Zatta ha avuto e continua ad avere una valenza simbolica fortissima, il sintomo di un’insofferenza nei confronti delle politiche federali che, se da un lato si fanno belle dei risultati economico-politici legati all’orbita delia Nazionale (su quelli sportivi meglio non approfondire), dall’altro vengono vissute dalla base con segnali sempre più forti di distacco, insofferenza e sensazione di abbandono.
«E’ dalle società», precisa Zatta, «che occorre ripartire per invertire la china, ed occorre farlo subito, senza perdere tempo».
Nella sua visione, una Federazione meno “palazzo” e più “squadra nella squadra”. «La Federazione deve essere una società di servizi a disposizione dei club, uno strumento in grado di tracciare le linee strategiche complessive determinando come sfruttare in maniera condivisa quel patrimonio e quelle risorse che non le appartengono direttamente, ma che sono di tutto il movimento. Ecco perché diventa imprescindibile la convocazione degli Stati Generali del rugby italiano, attraverso cui decidere dove vogliamo che vada il nostro rugby nell’immediato futuro». Uno stop deciso anche alle rendite di posizione garantite.
Elezioni FIR: il countdown di Zatta, senza numeri o sondaggi
Creato il 06 agosto 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpaPossono interessarti anche questi articoli :
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