Di cosa sto parlando? Di un possibile accordo che due candidati alla corsa FIR starebbero cercando e forse, secondo quei rumors, trovato. I due in questione sono Gianni Amore e Alfredo Gavazzi. Qui mi fermo, perché questo è quello che raccontano le voci, che non scendono mai nei dettagli della cosa.
Da registrare la smentita di Gianni Amore che ho contattato al telefono: “Non ne so nulla, non sono stato contattato da nessuno dell’entourage di Gavazzi e io non ho contattato loro. Gavazzi l’ho sentito solo qualche giorno dopo l’annuncio della sua candidatura, una chiamata di cortesia tra avversari. Ripeto, non mi ha chiamato nessuno”.
E se qualcuno la chiamasse?
“Sono una persona educata e ascolto tutti. La porta non la chiudo in faccia a nessuno. Starei a sentire le proposte e poi deciderei. Chiederei un accordo scritto nero su bianco, che non si possa equivocare. E vorrei un accordo vicinissimo a quello che è il mio programma. Certo – mi dice ridendo – se Gavazzi venisse da me e mi proponesse di fare il presidente…”.
Queste le parole di Amore. Una smentita quasi d’ufficio, d’altronde è difficile immaginare qualcosa di diverso, sia per motivi politici che oggettivi. Perché al di là dei giudizi di merito sui contenuti, il programma pubblicato qualche mese fa dall’attuale presidente del Comitato Siciliano è lontanissimo da quella che è stata finora la gestione del movimento da parte della FIR e dalla strada che vuole seguire Gavazzi, nel solco di quella del presidente uscente Dondi.
Attenzione, non sto dicendo che una è migliore dell’altra, solo rilevo l’enorme distanza tra le due proposte. Giustificare un accordo, da parte di Gianni Amore, sarebbe parecchio problematico e costringerebbe quel candidato ad azzardate capriole verbali per motivare quello che sarebbe un vero e proprio salto della barricata. Ma forse sono solo rumors. Forse.