
“È una campagna elettorale estremamente vivace, anche se i nodi dell’autonomia e dei rapporti con la Tanzania continentale potranno essere sciolti solo dopo il voto, attraverso un referendum”: monsignor Augustine Shao, il vescovo di Zanzibar, parla con la MISNA a pochi giorni da uno scrutinio che potrebbe fornire indicazioni importanti.
Nell’arcipelago, che gode di uno status di semi-autonomia nell’ambito della Repubblica unita di Tanzania, il Civic United Front (Cuf) promette di sconfiggere il partito al governo della federazione sin dal 1964. Un obiettivo quasi raggiunto nel 2010, quando il candidato del Cuf alla presidenza di Zanzibar Seif Sharif Hamad aveva ottenuto ben il 49% dei consensi. Da allora l’arcipelago è amministrato da un esecutivo di coalizione formato dal Civic United Front e dal Chama Cha Mapinduzi (Ccm). L’esperimento, inedito, non si è accompagnato a un’intesa tra i due partiti sulla forma più opportuna dei rapporti tra Zanzibar e la Tanzania continentale. Radicato soprattutto nell’arcipelago, dove conta sul sostegno delle minoranze arabe e persiane, il Cuf ha posizioni autonomiste più accentuate. Mentre nuove formazioni, come l’islamista Uamsho, hanno messo a punto un’agenda secessionista a tutto tondo.
“In queste settimane – conferma monsignor Shao - ci sono partiti che fanno propaganda aperta per l’indipendenza: dovrebbero però capire che i rapporti tra Zanzibar e la Tanzania continentale non sono improntati all’inimicizia e che i nodi dell’autonomia potranno essere sciolti solo da un referendum costituzionale”.
Il riferimento è a una consultazione che avrebbe dovuto tenersi in queste settimane ma che è stata poi rinviata, ufficialmente per la coincidenza con la scadenza delle presidenziali, delle legislative e delle amministrative del 25 ottobre.
Attraverso il referendum i tanzaniani avrebbero dovuto esprimersi su una bozza di Carta fondamentale che prevede non più due ma tre livelli di governo, un assetto pensato per venire incontro alle istanze autonomistiche di Zanzibar.
“La consultazione – sottolinea ora monsignor Shao - potrà essere convocata solo dal nuovo presidente dell’Unione”. Il favorito per la massima carica è John Magufuli, compagno di partito del capo di Stato uscente Jakaya Kikwete. A sfidarlo è anzitutto Edward Lowassa, ex primo ministro passato all’opposizione dopo la sconfitta alle primarie: rappresenterà Umoja wa Katiba ya Wananchi (Ukawa), una nuova alleanza della quale fanno parte anche il Civic United Front (in kiswahili “Chama Cha Wananchi”) e Chadema, partito di opposizione forte nella Tanzania continentale. (Fonte MISNA)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
