di CARLO VALENTINI
Ritorsione. Silvio Berlusconi non ne può più del veto di Matteo Salvini su Guido Bertolaso. Perciò fa balenare la rappresaglia. Forza Italia non appoggerà i candidati della Lega in alcune città. A Bologna per esempio l'ex-Cavaliere aveva fatto ritirare in buon ordine il consigliere regionale Galeazzo Bignami a favore della candidata-sindaco leghista Lucia Borgonzoni ma ora il coordinatore regionale forzista, Massimo Palmizio, rilancia sul suo candidato: "i bolognesi conoscono bene Bignami e sanno quanto vale. Se si facessero le primarie vincerebbe sicuramente sulla Borgonzoni, quindi può essere il candidato del centrodestra".
C'è aria di rivincita anche a Ravenna, dove la convergenza di Forza Italia sul candidato civico-leghista Massimiliano Alberghini torna in alto mare. Mentre a Torino, Berlusconi ha rotto gli indugi e calato il nome di Osvaldo Napoli, e se la Lega non ci sta pazienza. Il commento dell'ex-Cavaliere è sapido: "Sono lieto che Osvaldo Napoli abbia risposto positivamente alla nostra proposta di candidarsi a Torino per le prossime elezioni amministrative. È un altro protagonista del fare che si aggiunge a Bertolaso, a Parisi, a Lettieri nella strategia di Fi di offrire alle grandi città degli amministratori di vasta esperienza operativa, amministrativa e gestionale".
A Latina, Forza Italia si è ritirata dalle primarie che dovevano essere di tutto il centrodestra "perché- dice Alessandro Calvi, coordinatore provinciale forzista- un candidato sindaco che nasce da una competizione senza regole, è un candidato che va verso la sconfitta certa". Perciò proporrà agli elettori un proprio esponente. In Veneto è esplicito un dirigente del Carroccio, Andrea Delle Vedove: "Forza Italia e Lega hanno due percorsi distinti, senza farsi la guerra poi vedremo".
La tensione tra i due partiti del centrodestra potrebbe mettere a rischio anche un gran ritorno alla politica, quello di Clemente Mastella. Per tornare nell'arena ha scelto di candidarsi a sindaco di Benevento (lui è di Ceppaloni, 3.400 abitanti in provincia di Benevento). Vorrebbe un centrodestra unito per tentare l'assalto al centrosinistra che guida la città. Ma per ora così non è. Vi sono infatti già in pista Gianfranco Ucci e Raffaele Tibaldi, civici che attingono dall'elettorato moderato. Silvio Berlusconi e la sua plenipotenziaria campana Nunzia De Girolamo hanno detto sì a Mastella, che i sondaggi danno come pericoloso concorrente del candidato Pd, Raffaele Del Vecchio (alle passate elezioni il pidiessino Fausto Pepe fu riconfermato sindaco al primo turno col 51,6%) , con in più una terza incomoda, la grillina Marianna Farese. Ma Salvini sta storcendo il naso e sembra ripetersi il copione romano.
Da parte sua il redivivo Mastella pubblica su Facebook: "A chi mi chiede se sono candidato sindaco di Benevento rispondo che continuo nella mia indagine e nei miei accertamenti. Se sono gradito lo farò, se sono una risorsa per una città delusa e fragile lo farò . Ho già detto che non prenderò lo stipendio e lo farei solo per 5 anni". E ancora: "A vedere lo svolgimento delle primarie Pd a Napoli e a Roma credo che la tara sia dovuta . E anche molto ampia. Quanto a Benevento, leggo di dichiarazioni di alleati del Pd che pensano di vincere al primo turno, è matematicamente e scientificamente impossibile che con tre forze in campo questo possa accadere. E noi saremo in campo".
Una candidatura che spariglia le carte perché Forza Italia aveva già scelto un proprio candidato, Gianluca Tomaciello: "Ritengo doveroso impegnarmi in prima persona in questa campagna elettorale -aveva dichiarato- anche perché sono fermamente convinto che ogni cambiamento necessita dell'impegno personale di ciascuno di noi. Per questo motivo profonderò il massimo sforzo affinché la nostra città possa ottenere finalmente ciò che merita". Con tanto di sigillo della De Girolamo e del senatore napoletano Cosimo Izzo: "Accogliamo con grande soddisfazione - era stata la dichiarazione congiunta- la notizia che Gianluca Tomaciello abbia deciso di scendere in campo per Forza Italia e di candidarsi insieme a noi per questa importante sfida per Benevento nella quale noi profonderemo ogni utile sforzo per dare un governo nuovo a questa splendida città".
Poi Mastella ha parlato con Berlusconi e gli ha fatto vedere i sondaggi, materia tanto cara all'ex-Cavaliere. Risultato: Mastella tenterà di indossare la fascia tricolore, De Girolamo dirà signorsì, Tomaciello farà un passo indietro e la Lega, che è restìa a dare l'ok, andrà per la sua strada. Anche perché l'ex-ministro (della Giustizia con Romano Prodi e del Lavoro con Silvio Berlusconi) non si accontenterà di sedere (eventualmente) sullo scranno di Benevento ma intende tornare protagonista nazionale del rilancio del centro: "Angelino Alfano, Pier Ferdinando Casini e tutti coloro che hanno voglia di centro debbono sedersi al più presto attorno a un tavolo e partire. Ncd e Udc non reggono. Ora il loro stato è drogato dalla dimensione parlamentare, potendo contare su una delegazione significativa. Ma poi, dove pensano di andare?".
Lui auspica che nasca finalmente un partito di centro, che dialoghi sia a destra che a sinistra e magari aiuti il governo Renzi nelle riforme: "Renzi -dice- è il figlio politico che Berlusconi avrebbe voluto ma non ha mai avuto, gliel'ho sempre detto a Silvio. Ha tentato di adottarlo, ma è andata diversamente. Però senza il centro il governo è monco. Eravamo decisivi. Il Pd in Campania con Bassolino prendeva più voti dell'Emilia Romagna. L'Udeur aveva due ministri. Dopo di noi il diluvio. Per questo bisogna fare presto a ricostruire".
Mastella è rimasto democristiano e se ne vanta. Dopo la Dc ha tentato vanamente di rifondarla: Ccd (Centro cristiano democratico), Cdr (Cristiani democratici per la repubblica), Udr (Unione democratica per la repubblica), Udeur (Unione democratici per l'Europa) e infine Popolari per il Sud. Insomma, un fondatore di partiti che però nel 2005 ha partecipato alle primarie del centrosinistra per il candidato presidente del consiglio (arrivando terzo dopo Romano Prodi e Fausto Bertinotti) e poi ha trovato asilo nel Pdl che lo ha eletto (dal 2009 al 2014) al parlamento europeo e in Forza Italia, con cui si è candidato senza successo alle Europee del 2014.
Adesso ci riprova. Vuole amalgamare coloro che si dichiarano centristi, costituendo l'ennesimo partito, e contemporaneamente vuole fare il sindaco (lo è già stato, di Ceppaloni, dal 2003 al 2008). Ma guai a fare di Benevento una seconda Roma: "Il centrodestra a Roma -conclude- aveva un'unica possibilità di vincere: sostenere Marchini. Invece hanno messo in atto una strana forma di suicidio collettivo, come le balene che vanno ad arenarsi".
14.03.2016