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Elezioni parlamentari: il differente punto di vista di due CaniCattivi

Creato il 19 febbraio 2013 da Canicattivi @CaniCatTweet

Il lungo articolo che segue è frutto di un lavoro a quattro mani. Stamattina Paolo Giardina mi ha inviato un pezzo con alcune sue considerazioni, leggendole mi sono reso conto di avere un punto di vista completamente diverso ed ho voluto aggiungere le mie. Nessuna sfida e nessuna diatriba fra noi due, entrambi speriamo soltanto che i due pareri possano fungere da stimolo ad una conversazione allargata ad altri concittadini e che questo blog possa svolgere le funzioni di una piazza virtuale, dove ci si confronta e si discute, ognuno con la propria idea (che è poi lo scopo di questo blog).
Buona lettura e portate un po’ di pazienza, ma il pezzo è davvero lungo da leggere.
Andrea Uccello

Se c’era Matteo Renzi…

Lo voto comunque, un voto non valido alla pari di tutti gli altri voti validi.

Mi pare che queste elezioni politiche stanno passando quasi inosservate. Ma l’elemento più grave è la difficoltà nella scelta, o più precisamente l’inutilità del voto, poiché esiste, di fatto, al di là delle intenzioni, l’impossibilità di incidere.

Escludendo l’astensione, che per principio non prendo neppure in considerazione, cosa rimane?

- Ingroia e la sua rivoluzione civile. Nutro grosse perplessità nell’accettarlo come magistrato, poiché continua a confondere la giustizia con il protagonismo giustizialista. La sua teoria trasferita alla politica preoccupa, e non poco. Ogni decisione più che passare dal Consiglio dei Ministri, sarebbe discussa da una corte di magistrati. La politica, anche l’attuale, scadente, è un gradino più in alto del semplice giusto;

- PD – SEL. Da circa 25 anni non voto per la sinistra. Anche quest’anno la tradizione continua. Il falso moralismo di cui i rappresentanti della sinistra sono portatori li rende ai miei occhi da sempre incredibili, dicono che Berlusconi è il male assoluto, per poi  comportarsi esattamente come lui, rincorrendolo sul suo terreno, sotto tutti gli aspetti; e poi il menù proposto, è tutt’altro che appetitoso;

Monti ed i suoi centrini. La “salita“ in campo di Monti, avvenuta un anno fa, ha dimostrato un fatto ineccepibile. Prima di salire era prodigo di consigli, di ricette magiche per risolvere i problemi dell’Italia. Appena al potere, ha saputo da un lato dare le colpe agli altri e dall’altro imporre tasse. La sua politica è stata caratterizzata dalla mediazione, con il fine ultimo di rimanere al suo posto, come un politico qualsiasi. Di Monti alla fine, stringi stringi rimarranno le tasse;

5 Stelle – Grillo. ” La maggioranza non ha gli strumenti per stabilire cosa è migliore per l’uomo “ se era così 2000 anni fa, perché non dovrebbe ancora essere vero? Nessuna democrazia diretta è possibile, conduce direttamente all’anarchia. La funzione di questo importante movimento potrà concretizzarsi solo nella società, diventando un indispensabile soggetto di una moderna democrazia partecipativa;

Berlusconi - Dal ‘94 per la prima volta non voterò Berlusconi, per diversi motivi:
1. A livello locale, quindi anche a Siracusa, la classe politica del centro destra, del passato e del presente, è la peggiore della politica, in assoluto;
2. Nel corso degli anni, la destra è diventata un contenitore di corrotti, evasori, ed impuniti, che hanno approfittato delle nobili idee del garantismo e della libertà individuale per salvarsi la pelle e continuare, “tutelati“, a fare il loro mestiere, e la cosa più grave è che sono accolti a braccia aperte;
3. Non è più chiaro per un elettore di destra su quali idee esiste una sovrapposizione con i partiti la rappresentano;
4. Infine c’è lui, Berlusconi Silvio, che non è il male dell’Italia, è solo lo specchio di un Italia malata, per tanti anni ha rappresentato, una possibilità, con tutti i suoi limiti,  una speranza. Ci siamo sbagliati in tanti, malamente, molti in buona fede, altri ne hanno approfittato, ed anche lui;

E allora non resta che la fantasia, voto per Renzi, un voto non valido, alla pari di tutti gli altri voti validi

Paolo Giardina

 

Un voto inutile ad Ingroia

Raccolgo uno stimolo che proviene da Paolo per dire la mia sulle prossime elezioni del 24 e 25 febbraio, non con la pretesa di illuminare qualcuno (che non ne sono capace, prima avrei bisogno di un’illuminazione personale) ma solo per esprimere un’opinione e, magari, stimolare altri concittadini a fare lo stesso (che, in fondo, è l’unico scopo per cui ho aperto questo blog).

L’outsider: Oscar Giannino e quelli di Fare per Fermare il declino: i liberisti duri e puri, quelli che fino a pochi mesi fa difendevano Berlusconi a spada tratta, salvo considerarlo oggi un appestato. Giusto ieri, il leader è inciampato in una brutta storia di “millantato titolo”, dichiarando a Repubblica TV ed inserendo nella sua biografia nel sito dell’istituto Bruno Leoni un master conseguito a Chicago, mentendo spudoratamente. Ok, dal sito ha fatto sparire i riferimenti ma, oltre alla summenzionata apparizione su Repubblica TV, anche la cache di google pensa a sbugiardarlo (vedere per credere). Sono arrivate anche le scuse, dopo aver inizialmente negato in maniera spudorata (il classico “non l’ho mai detto” in pieno Berlusconi style), fatto sta che rimane l’incongruenza di uno che si riempie la bocca di meritocrazia e si presenta con carte false.

Per carità, non lo boccio per questo, che in una terra di mafiosi e corrotti è solo un peccatuccio di vanità.

Lo boccio per l’esasperato antistatalismo e la cieca fiducia nel libero mercato, che è fatto di uomini, animali avidi e che tendono a raggiungere posizioni dominanti con tutti i mezzi possibili. Di fatto, il libero mercato non esiste, i cartelli sono presenti in tutti i settori economicamente importanti, i piccoli vengono facilmente schiacciati perché non possono competere con le alleanze sottobanco dei colossi; oltre a questo, in Italia bisogna fare sempre i conti con quella variabile impazzita chiamata “mafia”, che non è solo quella sicula con la coppola ma piuttosto un fenomeno radicato nell’alta finanza e nell’industria.

Last, but not least, ci sono settori necessari ma economicamente non convenienti (tutela del paesaggio, politiche forestali, tutela idrogeologica, sanità per i ceti deboli ed istruzione di base) che necessitano della mano pubblica (preferibilmente onesta, anche se al giorno d’oggi sembra fantascienza).

L’evergreen Berlusconi: la fenice politica degli ultimi 20 anni è risorta nuovamente. Gli scandali sessuali, l’apologia della tangente, l’evasione come principio nobile, le zone oscure della sua ascesa (la tessera della P2, i rapporti con Dell’Utri e lo stalliere Mangano), l’impresentabilità diplomatica e tutto quello che gli è imputabile, non hanno scalfito minimamente il suo appeal ad una fascia trasversale di pubblico. Non c’è niente da fare, è nato piazzista, si è evoluto con le televisioni, da uomo di spettacolo si sa vendere meglio di tutti gli altri messi insieme.

E però ha governato per 8 degli ultimi 10 anni ed ha contribuito all’impunità dei “colletti bianchi” (proprio quando negli USA si inasprivano le pene per i reati finanziari) e le sue politiche economiche hanno dissolto la solidità finanziaria italiana. Il tutto, mentre negava l’esistenza della più grave crisi economica dal 1929 in poi.

Ma, in fondo, ci sono state persone che per tanto tempo hanno negato l’esistenza della mafia…

M5S: intendiamoci, ho molta simpatia per le persone della società civile che hanno deciso di impegnarsi in prima persona e che lottano contro gli apparati partitici, che sembrano figli del più bieco feudalesimo e che hanno pensato soltanto a spartirsi poltrone e privilegi. Quel che mi lascia perplesso è, invece, l’autoritarismo di Grillo (e del suo “spin doctor” Casaleggio) nell’imporre diktat ai suoi militanti. Mi preoccupa anche l’aura di messianicità che gli hanno cucito addosso i suoi militanti, pronti ad azzannare chiunque contraddica quel che dice il “capo”. Allora, forse, uno vale uno, ma qualcuno vale di più.

Di lui mi irrita pure il fatto che si neghi alle interviste: in democrazia, fare domande non ha mai fatto male, nascondere le risposte spesso si.

PD-SEL: riassunto delle puntate precedenti: il PdS-DS-PD ha fatto di tutto per spostarsi al centro (ricordarsi dei Prodi, dei Mastella, dei Rutelli, giusto per fare qualche nome), come forza di governo non ha fatto niente per risolvere il conflitto di interessi di Berlusconi (e non solo di Berlusconi, lui è la sola punta dell’iceberg), si è limitata a rimettere a posto i conti disastrati ereditati dai governi di Arcore tartassando gli italiani, per poi tornarsene buoni buoni a perdere le elezioni. Agli amici di SEL voglio ricordare che, oltre a flirtare con Monti (e Casini e Fini), l’ultima volta che il PD è stato forza di governo, il ritornello era “governo schiavo della sinistra radicale”. Secondo voi, quanto pensate di spostare a sinistra l’asse di governo? Ecco, zero.

Monti: “rigor Montis”, come lo chiamano alcuni, aveva promesso una rivoluzione, eliminando ordini e caste, combattendo l’evasione e risanando i bilanci. Poi, la lobby degli ordini professionali non gli ha permesso di toccare i loro privilegi (e lui zitto), la casta parlamentare è tutta lì, con i privilegi intoccati (e lui zitto), la lotta all’evasione ha beccato solo piccoli commercianti che non battevano scontrini, mentre i grossi poteri industriali e finanziari godono ancora della “contabilità creativa” tanto cara al Silvio nazionale (e lui zitto). Chi ha pagato? Lavoratori dipendenti e pensionati, gli unici che non hanno lobby in parlamento (scritto minuscolo apposta, che ormai è solo un chiaccheratoio).

Nel frattempo, le sue riforme hanno creato esodati, nuovi disoccupati e tanti suicidi (ma, come ha detto lui, in fondo sono molti meno di quelli registrati in Grecia, quindi chissenefrega).

Ah, con doppi e tripli salti mortali, è riuscita a difendere Madre Chiesa da quella satanica creatura chiamata IMU.

Ben fatto, complimenti…

Ingroia e la sua Rivoluzione Civile: partita con tante buone intenzioni, la sua lista è comunque annegata nei giochetti delle segreterie di partito, perdendo il sostegno di parte dei costituenti del movimento civico “Cambiare si può”. Ciononostante, mi fido della sua persona e mi piacerebbe vederlo all’opera come politico, pronto ad essere bocciato se risulterà come i suoi compari di partito (Di Pietro, Ferrero e compagnia varia).

A chi lo accusa di protagonismo come magistrato, ricordo che qualsiasi magistrato che abbia a che fare con nomi altisonanti (la Boccassini con il Silvio nazionale, ma anche Guariniello, che ad ogni occasione ghiotta per il quarto d’ora di celebrità rispunta fuori) tenda a soffrire di questa sindrome. Un po’ c’è da capirlo, passi la vita a lavorare chiuso nel tuo ufficio, in completo anonimato, e poi arriva il processo che ti rende una star. Non sono persone dello showbusiness, sono uomini di legge, non sono preparati a gestire la notorietà. By the way, se i compianti Falcone e Borsellino fossero ancora fra noi, probabilmente li si accuserebbero della stessa cosa (e, in verità, qualche noia ai tempi la ebbero, solo che da morti non possono ricordarlo a quei giornalisti e politici che oggi, in maniera retorica, li celebrano come eroi).

A chi gli rinfaccia che è un magistrato, e che quindi non sarebbe equidistante al momento di legiferare, vorrei ricordare che esistono anche i Grasso, i Finocchiaro, i Mancino, i Caliendo, i Centaro e compagnia bella. Se di principio si tratta, questo vale per tutti. E poi, è meno grave che a legiferare ci sia un esercito di avvocati, bravi ad infilare cavilli e scappatoie utili nell’esercizio della loro professione?

A Paolo, che fa dei riferimenti ai suoi “teoremi”, vorrei ricordare che Ingroia ha ereditato il contributo offerto a vari livelli da Leonardo Guarnotta, che si stava occupando di Berlusconi e Dell’Utri già nel 1992, come riferiva Paolo Borsellino nella sua ultima intervista, e dal magistrato Luca Tescaroli, che ha istruito i processi per la strage di Capaci, per il fallito attentato a Falcone all’Addaura e che ha tentato di istruire il processo sui mandanti a volto coperto delle stragi del ’92.

Non voglio certo considerare Ingroia una persona esente da critiche ma, in questo contesto, è l’uomo che più mi ispira fiducia, una persona che per molto tempo ha condotto una lotta alla mafia, ostacolato al punto da dover lasciare l’incarico ed andarsene a svernare in Guatemala e che (mi piace credere che sia così) ha deciso di tornare in Italia per cercare di fare da Roma quel che non gli permettevano di fare a Palermo.

E Renzi? “Il nuovo che avanza” ho avuto modo di vederlo all’opera nella mia lunga permanenza in terra fiorentina. Democristiano arrivista, famoso per sistemare amici e parenti, a lui si deve la lievitazione esorbitante dei costi per la costruzione della tramvia a Firenze, con tutti i ritardi annessi. Ultimo di una stirpe di pessimi sindaci, odiati dalla cittadinanza, che ha reso invivibile sempre più la capitale toscana. Tutti venuti fuori dall’area PdS-DS-PD, forti del bacino elettorale (più o meno volontario) delle coop e delle varie case del popolo sparse per la città, ognuna coi propri vantaggi ad avere un sindaco a disposizione (ma questo è un altro discorso, su cui non è il caso di dilungarsi). E uno così lo vorreste come primo ministro?

E il voto inutile? Alla fine di tutto questo fiume di parole, ritengo che il mio voto, come quello di Paolo e di molti altri, sarà inutile perché non avremo una maggioranza stabile, che renderà il Paese ingovernabile e che presto saremo costretti a nuove elezioni.

Spero di sbagliarmi, ma la Grecia si avvicina…

Andrea Uccello


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