Elias Canetti esce dall'infanzia - etimologicamente la condizione di chi non può parlare - e scongiura il silenzio definitivo: salva la sua lingua da una tremenda minaccia, mantenendo il riserbo su una tresca amorosa. È così che l'uomo e l'autore trovano la loro voce, una voce concorde, una vibrazione incantata - molto mediterranea e insieme invasata dallo spirito mitteleuropeo - all'unisono con la madre e con il mondo. Dal dissolversi improvviso di questa struggente magia, che aveva resistito alle minacce e agli agguati della vita, Grande Guerra inclusa, si delinea l'adolescenza del giovane Elias, il periodo in cui la crescita si compie e si ha un passaggio irrevocabile, fatto di lentezza come di strappi.
È affascinante, già, il modo in cui la sua presentazione al tempio del mondo corrisponda all'invenzione dell'amore. E devo ricorrere ancora una volta all'etimologia per identificare nell'invenzione - oltre al senso che assume comunemente il termine oggi - anche il senso di una scoperta. Il giovane Elias Canetti scopre l'amore raccontandolo a un suo compagno di classe, un atleta e un bel giovanotto molto più esperto di lui in fatto di donne. Riformulando le storie che sente, arricchendole con la sua cultura e l'esperienza indiretta, se si vuole anche attraverso quel tabù erotico che Mathilde Arditti gli aveva imposto, il giovane indaga sull'amore: ma sarebbe ingiusto negare che proprio questo confronto con la vita adulta fosse proprio voluto con forza dalla madre, a costo di uno strappo dolorosissimo dal suo grembo, lei che si era dedicata "con energia sovrumana all'educazione intellettuale dei suoi figli" (p. 50).
L'uomo-Canetti formula una sua conoscenza dell'amore attraverso un atto narrativo in bilico tra realtà e finzione, che non smette perciò di essere verità, per il fatto di verificarsipuntualmente attraverso il confronto acceso con il mondo e con la donna (e alla Donna, allasua Veza, è dedicata questa seconda tappa dell'autobiografia dell'autore-Canetti). Non c'è più il piccolo Elias che trova nei racconti alla madre una forza terapeutica (o, piuttosto, salvifica): c'è un intelligente e caparbio giovanotto che racconta a un suo amico di un'altra donna, una donna che comincia con il non esistere e finisce con il diventare un'autentica passione amorosa. E, quando questo accade, torna l'Elias che racconta false storie d'amore alla madre, ma l'Elias uomo che racconta per proteggere la donna che ama (reinvenzione ironica e graffiante del motivo medievale della donna-schermo). Canetti non è mai presuntuoso nel parlare di sé; eppure, è tutto compreso nell'irridere la presunzione che aveva caratterizzatoogni fase appena conclusa e non può non guardare al passato come sempre concluso dietro di sé. Il mondo gli appare all'improvviso e non c'è nulla che lo meravigli più dell'amore (sorge spontaneo con un sorriso il ricordo dell'indimenticabile What Is This Thing Called Love di Cole Porter).
In effetti, sembra che, nel corso di questo suo secondo capitolo dell'autobiografia, Canetti corregga il tiro: tutto il materiale che sembrava portare il giovanotto intelligente e ambizioso ad affrontare il saggio sulla massa viene ora convertito nella redazione della sua grande prova narrativa. In tedesco, Il frutto del fuoco si intitola Die Fackel im Ohr: "Die Fackel", La fiaccola, è il nome della rivista prodotta e interamente realizzata da Karl Kraus, intellettuale viennese, spirito guida di tutto questo periodo nella vita di Canetti, che appunto lo aveva sempre "nelle orecchie" (im Ohr), a mo' di urgenza intellettuale ed emotiva. Ancora un'immagine di fuoco, sia pure controllato. Così come controllato, anzi addirittura emblema di una disciplina che appicca l'incendio, è l'autodafé, la cerimonia dell'inquisizione caratteristica della Spagna e delle sue dominazioni (ivi compresa la Sicilia), che trovava il suo culmine nel rogo in cui venivano bruciati gli eretici. "Spagnolo", in quanto ebreo sefardita, si definisce l'autore e l'immagine del fuoco attraversa - e anzi investe - le due opere come in un unico destino, con la forza di una predestinazione che si compie nel segno di Sansone (Giudici 13-16). Questi viene configurato a mito fondante del legame tra Il frutto del fuoco - dunque gli anni Venti - e Auto da fé: il nome di Sansone significa piccolo Sole, sua era stata la trovata di unire delle fiaccole alle code di volpe per incendiare i covoni di grano dei Filistei e, per punizione dei suoi gesti, una volta catturato, gli erano stati cavati gli occhi (il titolo originale di Auto da fé in tedesco è Die Blendung, appunto L'accecamento, ma il titolo italiano è voluto dallo stesso Canetti).
Possono interessarti anche questi articoli :
-
"Sigmund Freud" un fumetto indipendente A.A. V.V.
Kindle Direct Publishing: Sigmund Freud, un fumetto indipendente in 6 lingueIl fumetto Sigmund Freud è la più semplice e sintetica presentazione delle teorie... Leggere il seguito
Il 01 luglio 2015 da Connie
ALTRO LIBRI, LIBRI -
After di Anna Todd
AfterSerie Afterdi Anna Todd Titolo: After Autore: Anna Todd Edito da: Sperling Kupfer Prezzo: 14.90 € Genere: Romanzo, new adult Pagine: 448 Trama: Acqua e... Leggere il seguito
Il 01 luglio 2015 da Nasreen
CULTURA, LIBRI -
Il food trucks a New York, Barcellona e Parigi
La nuova moda è arrivata e le protagoniste sono furgoncini e carovane meravigliose. Stiamo parlando dei food truck, ovvero cibo di prima qualitá sulle... Leggere il seguito
Il 01 luglio 2015 da Witzbalinka
CULTURA, VIAGGI -
La vetrina degli incipit - Giugno 2015
L'incipit in un libro è tutto. In pochi capoversi l'autore cattura l'attenzione del lettore e lo risucchia nel vortice della storia. Oppure con poche banali... Leggere il seguito
Il 01 luglio 2015 da La Stamberga Dei Lettori
CULTURA, LIBRI -
Stasera alle 23 su La7 Drive di Nicolas Winding Refn
Anno: 2011Durata: 95'Distribuzione: 01 DistributionGenere: AzioneNazionalita: USARegia: Nicolas Winding RefnDrive è un film del 2011 diretto da Nicolas Winding... Leggere il seguito
Il 01 luglio 2015 da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
Luci e ombre di Calabria
Sono "emigrante". Nel senso che sono emigrata alla fine degli anni Novanta dalla Calabria al Lazio. Sono una di quegli emigranti senza il richiamo forte delle... Leggere il seguito
Il 01 luglio 2015 da Luz1971
CULTURA, LIBRI