L’UGDA (Comitato Nazionale per l’Istituzione dell’Ufficio del Garante dei Diritti degli Animali) ha definito “migliorie blande” gli emendamenti al Ddl di legge di delegazione europea in tema di sperimentazione animale, approvati dalla Commissione Politiche dell’Unione Europea. Paola Suà, presidente UGDA, ha gridato: “Nessun paletto forte e invalicabile. È stato stralciato l’emendamento che avrebbe dato una prima più decisa spallata alla vivisezione. Unico passo di una certa apparente fermezza è quello sul divieto di allevamento che però noi consideriamo una vera e propria beffa dato che per stessa ammissione del presidente di commissione, gli animali verrebbero semplicemente importati“.
Seguendo analoga impostazione è stato inoltre eliminato il divieto di sperimentare su cani, gatti e primati che era invece contenuto negli emendamenti rigettati. Circa l’obbligo di anestesia non è di fatto
tale essendo previste deroghe sottoscrivibili dagli addetti con estrema facilità. Così non era nel testo di Ddl approvato all’unanimità su mozione dei Senatori Rizzi e Poretti nel corso della scorsa legislatura.
“Ci auguriamo di non assistere a comunicati trionfalistici nel mondo animalista per quanto è stato deciso dalla Commissione – ha continuato Paola Suà - perché questa non è una vittoria , ma semmai una sconfitta camuffata da vittoria. I politici hanno dimostrato ancora una volta di procedere senza tenere contro dell’87,3% dei cittadini sono contrari alla vivisezione dando solo dei contentini”. Ora è importante chiedere al Governo l’istituzione di un organo di controllo, tramite un Comitato etico scientifico permanente aperto a tutte le associazioni che si occupano di sperimentazione a livello nazionale, per monitorare il lavoro di chi sottoscrive le deroghe. I laboratori, poi, devono essere periodicamente oggetto di controlli da parte di esperti inviati dalle associazioni per verificare eventuali infrazioni. “Mi rivolgo agli animalisti – conclude la presidente UGDA – non fatevi confondere le idee : la battaglia continua! La vivisezione, purtroppo, ad oggi non si può abolire per i vincoli imposti dalle leggi italiane che l’ammettono e a causa della direttiva europea che i politici si stanno accingendo a recepire nonostante la contrarietà del popolo italiano“.
Fonte: GeaPress