Elio De Angelis, un talento alla corte di Colin Chapman

Da Carlo69 @F1Raceit

Un ricordo di Elio De Angelis, pilota romano di fine anni 70 e 80. Al Castellet il 14 maggio 1986 l’incidente durante una sessione di prove libere. Il giorno dopo la sua morte, in un ospedale francese.

Elio De Angelis nasce a Roma 26 marzo 1958. Figlio di un ricco costruttore romano dei Parioli, inizia a correre con i Kart nel 1972, diventa campione d’Europa nella categoria nel 1976 e, dopo aver assaggiato la Formula Italia, diventa campione nazionale di Formula 3 nel 1977. Enzo Ferrari nota questo giovane e lo inserisce nei programmi della scuderia. Può così provare prima la Ferrari 312-T2 poi la 312-T3 eguagliando spesso i migliori tempi fatti registrare da Reutemann e Villeneuve. Pare che durante un test, il padre di Elio, Giulio, diede una pacca sulla spalla al Drake con una battuta in romano che fu poco gradita (sembra “Visto mo te lo dò io er campione del Mondo”). Questo pose fine alla “storia” tra il povero Elio e la casa di Maranello.

Dopo alcune esperienze in Formula 2 con la Minardi, De Angelis ebbe l’opportunità della Formula 1.

Elio debutta con una Shadow: dopo 4 GP di prova, il contratto viene ratificato e al Glen, De Angelis agguanta un quarto posto. Lo nota Chapman che lo chiama a fare un provino in Lotus e per il 1980, Elio affiancherà Andretti. In quel test, a provare la Lotus c’è anche Mansell, che arriverà però non subito.

Il contratto con la Shadow ha una clausola di rescissione molto alta. Fu pagata da Colin Chapman, ma per questo motivo non pagò il primo anno lo stipendio al romano. Elio si mise in mostra e nel secondo Gran Premio della stagione, ad Interlagos, è secondo, dietro Arnoux. La gioia di Chapman è incontenibile. Le immagini, per chi le ha viste, sono splendide: una Formula 1 che non c’è più. Sarà l’unica soddisfazione di una annata grigia, a causa dei problemi di telaio e trazione della Lotus. Mario Andretti lascia la Formula 1. Ma tornerà, per una chiamata del Drake. Ma questa è un’altra storia.

Anno difficile anche questo. La Lotus è in difficoltà: la FIA dichiarato illegale la Lotus 88 e viene arrestato David Thieme, uno dei principali sponsor della scuderia. Elio De Angelis riuscì comunque a concludere a punti parecchie gare con il modello “87”. Batte il suo nuovo compagno di squadra Nigel Mansell e si piazza ottavo nel mondiale.

Arriva la prima vittoria in carriera al Gran Premio d’Austria: a cinque tornate dalla fine è in testa e ad un giro dal termine ha oltre un secondo e mezzo di vantaggio su Keke Rosberg, futuro campione del mondo. A causa di un errore in un cambio di una marcia, il finlandese riuscì a recuperare lo svantaggio. I due giunsero appaiati al traguardo, distanziati di appena 5 centesimi. Questa fu l’ultima vittoria di Colin Chapman, che morì (forse, o forse sparì, n.d.a.) in dicembre. Dopo questo successo Elio ottenne solo un sesto posto in Svizzera, prima di chiudere il campionato nono, con ventiquattro punti.

E’ l’anno del dopo Chapman. La scuderia è affidata a Peter Warr, con cui Elio non ebbe mai un buon rapporto. La Lotus chiude con la Renault per la fornitura dei motori turbo. La stagione è da dimenticare. Due punti in tutto.

Il 1984 è l’anno della consacrazione, un anno caratterizzato da tanti buoni piazzamenti, ma nessuna vittoria. Una pole position in Brasile, nella prima gara dell’anno. La stagione è dominata dalle McLaren. Finisce terzo nel mondiale, dietro Lauda e Prost. Sarà il terzo ed ultimo mondiale per l’austriaco.

Per la stagione 1985 Mansell passa in Williams ed è sostituito in Lotus dal giovane Ayrton Senna. Elio vince a Imola, dopo la squalifica di Prost in un incredibile Gran Premio che tutti gli appassionati ricordano. E’ la sua seconda ed ultima vittoria. Poi tanti piazzamenti. Sarà l’anno dei “quinti” posti per Elio. A settembre riceve il Trofeo Riccardo Paletti per essere riuscito a classificarsi primo tra gli italiani sulla linea di partenza al Gran Premio d’Italia. All’inizio va meglio di Senna, poi il carioca impone la sua classe. Elio chiude la sua esperienza in Lotus e passa alla Brabham.

Arriva in Brabham in sostituzione di Nelson Piquet: si ritrovò come compagno di squadra Riccardo Patrese. All’inizio tra i due non corre buon sangue, ma in breve il rapporto si trasformò in una sincera e rispettosa amicizia. La vettura di Murray, è un’automobile totalmente nuova e talmente bassa da essere soprannominata “sogliola”: un fiasco completo. Arriva solo l’ottavo posto in Brasile.

Elio ritiene anche poco sicura la BT55, ma si impegna comunque tanto per lo sviluppo. Impegnato nei collaudi al Le Castellet, l’alettone posteriore della sua Brabham si staccò mentre procedeva ad alta velocità che, dopo diversi cappottamenti, finì contro una barriera e prese fuoco. Diversi piloti, tra cui Jones e Mansell, si fermarono a prestare soccorso e Alain Prost cercò di estrarre il romano dall’abitacolo nonostante le fiamme, purtroppo senza riuscirvi. Soltanto dopo parecchi minuti alcuni meccanici, privi di tuta ignifuga e vestiti semplicemente in maglietta, giunti a piedi dai box e alcuni commissari riuscirono a tirare fuori il pilota dall’abitacolo. L’elicottero d’emergenza arrivò oltre 30 minuti dopo. Infatti, era una sessione di test privati ed i proprietari del circuito non erano tenuti a prevedere lo stesso dispiegamento di mezzi di soccorso richiesto invece per i Gran Premi. In seguito a questo incidente la FIA impose anche per le sessioni di test i medesimi standard di sicurezza delle gare. L’impatto non uccise Elio, ma provocò gravi danni alla testa ed alla colonna vertebrale: De Angelis morì a causa dell’asfissia provocata dal fumo dell’incendio, essendo rimasto intrappolato nell’abitacolo. Trasportato all’ospedale di Marsiglia, morì il giorno dopo. Era il 15 maggio 1986.

La sua morte fu accolta con grande commozione ma anche con rabbia: i piloti si riunirono pochi giorni dopo e per protesta minacciarono di non partecipare al successivo Gran Premio del Belgio se non fossero state adottate norme per migliorare la sicurezza. René Arnoux criticò aspramente la FIA.

De Angelis fu l’ultimo pilota a morire in F1 fino alla scomparsa di Roland Ratzenberger ed Ayrton Senna, otto anni più tardi, ad Imola nel 1994.

Il romano viene ricordato per il buon carattere, per la correttezza e la professionalità, dimostrata in tante occasioni. Un talento in parte inespresso, di una Formula 1 ancora ruggente che non c’è più.


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