Alla vigilia della cerimonia di premiazione del Premio Nazionale di Poesia “Astrolabio 2010“, che si svolgerà sabato 16 aprile 2011 alle ore 17.00 presso l’Aula Magna Storica della Sapienza di Pisa (via Curtatone e Montanara), premio assegnato quest’anno a China di Maria Pia Quintavalla, siamo lieto di presentare una recensione di Elio Grasso dell’opera.
Il poema che finisce sulla pagina
di Elio Grasso
China è il poema che finisce sulla pagina, nella nostra realtà dopo aver viaggiato in mezzo a molte delle poesie che in questi anni Maria Pia Quintavalla ha lasciato in altri libri. China è la madre irriverente che torna dopo la morte, come a dire che insomma tutto quel fervore filiale non le ha impedito di venire tolta dal mondo.
Ci fosse stato un rapporto diverso, un allontanamento più brusco, è probabile che non esisterebbe questo libro. Un libro assetato, ricco di episodi, come nell’ideologia del romanzo. Assetato, certo, di lettori che non si lascino aggrovigliare da esistenze che dopo tutto trovano il compimento intorno a un letto. La malattia possiede sovrabbondanti elementi di seduzione, lo sappiamo, ma nel poema la madre se ne vuole liberare, va contro una figlia che ad ogni costo tenta di scrivere e descrivere il suo manuale di sopravvivenza.
E’ di questa lotta forse impari che si nutre il testo, e ne converte il senso in poesia ricca e smisurata: con effetti molto umani di equilibri instabili e di strenua ricerca. Quintavalla aggiunge la sua perizia, ma spesso ha la peggio contro la definizione durissima che dà di sé la vita: ecco perché la forma del libro si arricchisce di una sostanza tragica e ogni verso diventa nitida avventura, un racconto che salpa verso il largo.
Mentre l’arcipelago della poesia è fin troppo affollato, ma l’epica langue in modo preoccupante, China raccoglie le forze e lancia pure una dichiarazione di solidità scolpita verso il dominio evanescente dell’attualità poetica. Le storie permettono all’autrice di affermare le sue controtendenze, e di aprirsi a temperature che tengono svegli i sensi: servisse anche questo a lanciare virtù rivoluzionarie negli stagni, o almeno un po’ di elettricità dove un gran numero di figli stanno addormentati sul proprio sedere, rifornendosi di sogni per lo più sbagliati. Qui almeno si tenta il colpo fisico, l’attacco all’età dell’ansia che prima o poi viene per tutti, madri comprese.
(Maria Pia Quintavalla, China, Effigie, pp. 120, euro 14,00)