Elisa + Ivan, un matrimonio intimo a Manhattan

Da Sposenonconvenzionali

Elisa già da piccola sapeva che non si sarebbe mai sposata in modo convenzionale, non si vedeva attraversare la navata di una chiesa o festeggiare circondata dai parenti. La loro relazione è un triangolo perché New York fa parte della loro storia da sempre. Un giorno si trovano per caso a New York a causa di un uragano che cancella il volo per San Francisco e il loro viaggio si sposta nella grande mela. Fu un colpo di fulmine, si innamorarono entrambi della città. Nel giorno del loro anniversario Ivan le chiede di sposarlo davvero e in meno di 6 mesi si trovano ad organizzare un matrimonio dall’altra parte dell’oceano.

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Elisa ed Ivan si sposano il 25 giugno 2013 a New York.

E’ stato un matrimonio originale non solo perché erano due italiani a New York ma anche per il numero degli invitati. eccezionalmente (considerando gli standard di qualsiasi paese) in tutto erano sette: sposi, genitori degli sposi e sorella della sposa.

L’albergo che Ivan ed Elisa scelgono è di quelli da sogno, quelli che probabilmente si vedono nella maggior parte dei film ambientati a Manhattan, sito in una piazza icona della città. Alloggiano al Crowne Plaza Times Square e prendono due stanze separate in cui ognuno starà con la propria famiglia.

L’abito da sposa dopo il viaggio nella valigia è in stato un po’ sofferente ma in buone condizioni tranne per una brutta piega su una delle applicazioni davanti. Elisa è un po’ preoccupata, forse ancora più nervosa a causa del jet lag, rimane sveglia tutta la notte, alle 3 del mattino vaga per la camera d’albergo con il ferro da stiro in mano intenzionata a ripianare la piega sull’abito ma fortunatamente la mamma la fa desistere: la scarsa luce non le permetterebbe di stirare bene, inoltre le fa notare che, lasciandolo appeso la piega se ne sarebbe andata via da sola, ed è quello che in realtà già stava succedendo.

Nei giorni antecedenti alle nozze i due fidanzati passeggiano per la città ed acquistano le fedi da Tiffany.

Elisa è rilassata, serena, felice. Puntuale arriva presso la camera dove si sta preparando insieme alla sua famiglia il bouquet con delle rose dello stesso colore della cintura del suo abito. All’uscita posteriore dell’Hotel la aspetta una limousine che la porterà al luogo della cerimonia: il pavillion del Central Park. Il suo quasi marito la attende sotto il gazebo, le fa l’occhiolino ed Elisa non vede l’ora di correre da lui. Si scambiano le promesse, le loro voci tremano:

Elisa, ti scelgo come moglie. Prometto liberamente che da questo giorno in poi il mio cuore sarà il tuo rifugio le mie braccia saranno la tua dimora e con questa promessa giuro di esserti fedele, di amarti, di rispettarti per tutti i giorni delle nostre vite.

Ivan, ti scelgo come marito. Prometto liberamente che da questo giorno in poi il mio cuore sarà il tuo rifugio, le mie braccia saranno la tua dimora e con questa promessa giuro di esserti fedele, di amarti, di rispettarti per tutti i giorni delle nostre vite.

Si scambiano gli anelli e secondo le leggi della città di New York diventano marito e moglie.

Il ricevimento è un pranzo al ristorante italiano La Carbonara che avevano già frequentato a New York il cui piatto forte sono gli spaghetti with meatballs mentre la torta è stata realizzata da Magnolia Bakery.

Elisa di quel giorno ricorda la felicità e… il caldo (non è vero che le spose non lo sentono), aveva i piedi distrutti, si sollevava il vestito per evitare di farselo calpestare in mezzo alla folla ma continuava a sentirsi al settimo cielo. Le sono rimasti impresse nelle orecchie le centinaia di “Congratulations” ricevuti quel giorno da sconosciuti statunitensi incontrati durante il cammino. Le persone fermavano loro per fare gli auguri, le ragazze ammiravano sognanti la sposa sussurrandole “I love your dress”. Tantissimi bambini spalancavano la bocca al loro arrivo, in particolare un ragazzino afroamericano si ferma davanti ad Elisa, scuote le mani alla Rolando di Mai dire goal e le dice “You’re so beautiful…so sexy…so everything!” Una ragazza in burqa nero la inseguiva per tutta Times Square cercando di scattarle una foto, quando Elisa se ne accorge si ferma per mettersi in posa e farle fare tutte le foto che desidera, la ringrazia per la sua attenzione ed i suoi auguri, lei continuava a seguirla immortalando tutti i dettagli del suo abito. All’arrivo in albergo li accolsero con un applauso e con delle canzoni. Prima di cena tornano in hotel per fare il check in della loro stanza da marito e moglie: il 44mo piano dell’albergo con una vista da sogno su Times Square.

Ho apprezzato questo matrimonio per la semplicità e la gioia che questi due sposi hanno saputo trovare l’uno nell’altra. Ogni foto è una cartolina grazie allo skyline di New York, ma mi sembrano al di là del contesto, immagini già piene dei loro sorrisi e dei loro volti distesi. Un matrimonio non convenzionale perché è anche un po’ luna di miele condivisa da un’intimità di un piccolissimo gruppo, in questo caso la loro famiglia di provenienza.

Il matrimonio è stato organizzato da un’agenzia di wedding planning della grande mela, Ultimate Usa Weddings di Gino Filippone, Marisa Pena & Sandra Pena specializzata in Destination Weddings in questa grande metropoli. Un grande supporto è stato dato oltre che nell’organizzazione del viaggio da Viaggi al Portico supportandoli con la documentazione e burocrazia

Crediti:

Abito sposa: Galvan acquistato da Demas

Wedding planner:  Ultimate Usa Weddings

Fotografa: Susan Sheek 

Agenzia di viaggi: Viaggi al Portico



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