L’abbreviazione è obbligatoria. Nel kafeneio (bar) basta dire un ellinikos e si sa che cosa si stia ordinando.Ovviamente bisogna specificare come. Ecco quindi i principali modi per ordinarlo e gustarlo.- sketos (senza zucchero)- metrios (mediamente zuccherato)- glikos (dolce)- variglikos (doppia dose di caffè e parecchio zuccherato)L’arte di chi lo prepara farà il resto.Il caffè greco fino a circa 3 decenni fa era “caffè turco” . Intendo dire che si chiamava così. Poi, per ragioni patriottiche è diventato “ellinikos”, cioè greco.E’ un rito. E come tutti i riti, richiede un cerimoniale.Lasciare che depositi sul fondo della tazzina la polvere del caffè, assaporarlo lentamente, accompagnarlo sempre da un bicchiere di acqua fredda.E’ diverso dall’espresso. Nella miscela, nella tostatura, nella preparazione.
Intanto serve un bricco. Si mette l’acqua, una tazzina misurata per ogni caffè, un cucchiaino di caffè e zucchero quanto si vuole. Tutto insieme. Si mescola bene e si lascia sul fuoco. Fuoco dolcissimo. Quando comincia a venire su, quando comincia a gonfiarsi , si ritira dal fuoco e si versa nella tazzina.Un buon caffè deve avere della schiuma e delle bolle.Un consiglio spassionato: So che per gli italiani è difficile sostituire l’espresso. Dopo tanti anni lo è anche per me. Ma se qualcuno va in Grecia lo provi!!!!E’ buonissimo, e se non piace, almeno è un’esperienza!