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Elogio degli italiani
Vi invito a vedere questa intervista di Indro Montanelli del 2009 incredibilmente attuale.
Montanelli centra perfettamente il mio pensiero, che ormai ha avuto moltissime conferme anche nella realtà. In qualsiasi parte del mondo tu vada vedrai sempre che le location migliori sono "conquistate" dagli italiani, i locali migliori sono gestiti o di proprietà di italiani, insomma gli italiani all'estero hanno una sorta di sesto senso, riescono, sono brillanti, ma perchè?? Semplice si fanno le ossa nella palude del mondo Italia e poi esausti, quando escono dai confini nazionali e trovano uno stato che li aiuta, un sistema che funziona danno il meglio di sè e allora è come se avessero il turbo, qualcosa in più che gli altri non hanno e si adattano alla nuova società, al nuovo ambiente, si integrano perfettamente e raggiungono l'obiettivo che si erano prefissati.
Ho incontrato molti italiani facenti parte di questa categoria, con cui è interessante confrontarsi, sentire le loro storie di successo, riconoscere quella voglia di fare che non avevano quando erano rinchiusi nei confini nazionali, quando dovevano sottostare alle leggi nazionali, alle regole del sistema Italia, ma poi ci sono anche le altre categorie di italiani, sempre altrettanto "carattestistiche" e molto diffuse:
- i cosiddetti "lamentini", quelli delle mille scusanti: "io non posso perchè", "io vorrei ma", "beato tu che hai potuto farlo, io non potrei...", "eh ma per te è più semplice, io invece..." che non si rendono conto che prendere in mano la propria vita e decidere di cambiare è una decisione seria, importante ed essenziale, che le cose non arrivano dall'alto, che non si tratta di fortuna, che fare una scelta richiede anche farsi carico di tutti gli eventuali problemi che possono sopraggiungere: variazioni temporanee delle proprie abitudini, problemi di integrazione, studiare ed applicarsi ancora di più, magari imparare una lingua nuova, ecc.... E' troppo facile osservare quelli che ce l'hanno fatta senza tenere in considerazione la storia nel suo insieme, la strada che ciascuno ha fatto e le difficoltà affrontate per raggiungere l'obiettivo; - i "furbetti", coloro che non hanno problemi economici magari, ma che vogliono uscire dai confini nazionali in cerca di una vita migliore e, una volta giunti nel nuovo paese, si muovono ed agicono da conquistatori. Il problema è che all'estero non funziona come in Italia, all'estero va avanti chi è capace, chi ha grinta e voglia di fare e, per di più, i nostri nuovi connazionali non vedono di buon occhio i "conquistatori" che arrivano sul territorio e trattano gli altri con sufficienza pensando di sapere tutto e di portare conoscenza ad un popolo di ignoranti! Sembra incredibile ma... accade proprio così: testato di persona con alcuni italiani a Malta! Insomma l'italiano ha un grande patrimonio da poter sfruttare, una mente brillante che può creare cose grandi se solo lo volesse, ma deve lasciar perdere quegli aspetti che all'estero sono considerati così tipicamente "italiani" (primo fra tutti il lamento!) che ci caratterizzano ormai in tutto il mondo, ma che a mio avviso non possono e non devono rappresentarci perchè non ci portano da nessuna parte.Dott. Fabio Troglia fabio.troglia@gmail.com
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