Elogio del camminare

Da Pachamamae
" Da bambini impariamo a conoscere un luogo ed a visualizzare le relazioni spaziali, camminando e immaginando. Il luogo e la dimensione dello spazio si devono misurare con il nostro corpo e le nostre capacità.
Un miglio era in origine una misura dei Romani corrispondente a mille passi. Viaggiare in automobile e in aereo non insegna qualcosa che si possa tradurre in percezione dello spazio. Sapere che ci vogliono sei mesi di cammino veloce ma tranquillo, per tutto il giorno e ogni giorno per attraversare Turtle Island/Nord America ci dà qualche idea della distanza.
I cinesi parlavano delle quattro dignità: Stare in piedi, Stare sdraiati, Stare seduti e Camminare. Sono dignità nel senso che sono un modo di essere completamente se stessi, di sentirsi a casa nel proprio corpo, nei suoi aspetti fondamentali."
Questo passo del libro "La pratica del Selvatico" di Gary Snyder" ha portato la mia mentre a sensazioni di un passato non troppo lontano, quando per me e mio marito, camminare, anzi fare lunghe (ed anche faticose) camminate in montagna, era il nostro "pane week-endiano". Sempre su per i monti.
In cerca di silenzio e pace.
Le nostre mete prevedevano, in genere, luoghi poco frequentati, sentieri dove non si potesse incontrare folle di escursionisti rumorosi ma piuttosto qualche animale selvatico.
Si saliva, un po' chiaccherando e un pò in silenzio, al ritmo dei nostri respiri e dei nostri passi.
Giunti sulla cima ci aspettava un  magnifico panorama, qualche minuto per riprendere fiato, un veloce cambio d'abiti sudati, un panino e un po' di relax sdraiati sull'erba o seduti su un sasso e poi giù di nuovo, con calma.
Ogni Sabato la domanda era  la classica: "Domani dove andiamo?"
Ma la meta non era poi importantissima ma piutttosto ciò che donava il suo raggiungimento fisicamente e mentalmente.
Camminare fa bene: è una rilevante forma di attività motoria che non richiede particolari impegni economici, tempistici o altro.
Con l'arrivo della nostra piccola Valentina le nostre scarpinate si sono trasformate in passeggiate più "soft" .
Dotati di zaino portabimbi non abbiamo mai rinunciato a starcene fuori all'aria aperta, anche con il freddo, anche sorpresi dal vento.
 Adesso lei è diventata un po' troppo pesante da "portare" però cammina volentieri, specie se è motivata dal raggiungere qualcosa di interessante oppure se ci raccontiamo storielle strada facendo.

Nei monti e nelle campagne ci sono tantissimi sentieri cosidetti "facili"  in cui l'impegno che occorre è, molto spesso, più morale che fisico.
 Fare escursionismo anche con i bambini più piccoli significa inoltre educare, anche attraverso il gioco, a conoscere i propri limiti, ad avere rispetto per l'ambiente, per i sentieri, conoscerne i pericoli per saperli evitare, quindi essere prudenti.
Ammirare e studiare il paesaggio e la natura in diverse situazioni e stagioni.
Un'ottima occasione per conoscere specie botaniche e, perché no, fare degli incontri con la fauna locale senza disturbarne la quiete e selvaticità.
 Con i bambini ovviamente ci sono alcune considerazioni da fare prima di trascorrere una giornata escursionistica:
- la valutazione delle condizioni metereologiche
- l'abbigliamento
- le scorte di cibo e acqua
- la scelta del percorso in base alla difficoltà
 Detto questo, la primavera si sta avvicinando e quindi quale occasione migliore per programmare una bella passeggiata?
Verso l'estate gli alpeggi riprendono vita e in molte zone collinari e montane ci sono malghe, che producono e vendono del buon formaggio, che offrono anche una casalinga ristorazione agli "escursionisti della domenica".
In campagna e perchè no anche in zone vicino al mare, ci sono fattorie ed agriturismi immersi nella natura.
In questi luoghi possiamo trovare un punto di appoggio per i bimbi durante i nostri percorsi.
Un occasione per vedere da vicino animali al pascolo, per imparare, ad esempio, come si fa il formaggio e fare una bella passeggiata! 
Allora: Buon cammino a tutti!!