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Elogio o necessità della condivisione ? /La provocazione di Frei Betto

Creato il 03 agosto 2014 da Marianna06

FREI_BETTO

 

I poveri sono ormai dappertutto. Non solo in Africa o in America latina. Sono anche  a casa nostra, appena svoltiamo l’angolo. Basta saper guardare con attenzione.

E poi ci sono le nuove povertà. Quelle povertà dignitose e che spaventano parecchio un po’ tutti in quanto ciascuno di noi potrebbe incapparvi, da un giorno all’altro, per un licenziamento imprevisto, per una malattia improvvisa o per un triste caso della vita occorsogli.

Secondo alcune stime ufficiali la quantità di cibo sufficiente nel mondo, dicono gli esperti , è pari a poter sfamare almeno dodici miliardi di persone.

Eppure, statistiche alla mano, su tutto il pianeta sappiamo che muoiono ,ogni giorno, sette milioni di persone per fame.

E, allora, una possibile uscita di sicurezza potrebbe essere solo la realizzazione di un progetto sociale in cui ciascun essere umano possa vivere un’esistenza di normale dignità senza essere costretto a mendicare o , peggio ancora, ad emigrare verso paesi più prosperi ,dove poi non solo non sempre è accettato ma, sovente, è anche oggetto del peggiore sfruttamento.

Frei Betto, venuto di recente in Italia, dove è stato anche ricevuto da Papa Francesco in Vaticano,  nel corso di un incontro  in una località delle Puglie, regione italiana che conosce in prima persona cosa significhi essere emigranti, e  ha ospitato e ospita ancora diversi migranti, provenienti da più parti del mondo,ci ha ricordato che realmente il nostro tempo è quello che si definisce, con termini abusati probabilmente dal linguaggio giornalistico, di un’autentica svolta epocale.

E perché ? Perché i cambiamenti, che generano le numerose turbolenze cui assistiamo giornalmente (guerre,migrazioni, epidemie che falcidiano vite umane e tanto altro) domandano scelte differenti dal passato.

Frei Betto parla di lotteria biologica .E la definisce ingiusta.

Lotteria biologica sarebbe l’essere nato in un luogo piuttosto che in un altro. In un contesto ricco o in un contesto povero.

Proprio come sanno bene anche i suoi indios latino-americani, che sono invisibili agli occhi  degli stesssi “latinos” benestanti.

E che sono oggetto di sfruttamento non solo da parte della ricca borghesia terriera ma anche dalla stessa classe politica in combutta con essa.

Ecco,dunque, che l’obbligo morale dell’odierna società planetaria dovrebbe essere quello di superare la mercificazione in senso lato, inclusa quella della persona (le nuove schiavitù), che è la peggiore, e optare per una prospettiva globale di solidarietà.

Tutto sta a voler cercare le modalità di attuazione. E non è cosa impossibile con progetti rispondenti allo scopo e un richiamo costante al senso di giustizia.

Senso di giustizia pari a un voto che dovrebbe essere espresso da tutti. Da ogni uomo o donna di buona volontà. Indistintamente.

In caso contrario la situazione planetaria non può fare altro che peggiorare e gli stessi cosiddetti “benestanti” rischiano, impotenti, d’essere travolti  dagli eventi.

Il solo denaro che si possiede e /o gli strumenti a disposizione della scienza e/o della tecnologia non bastano.

Ne abbiamo sotto gli occhi un esempio continuo, ad esempio, con i cambiamenti climatici in atto degli ultimi anni e i disastri  che  determinano, cui l’uomo molto spesso nulla può opporre.

Meno ingordigia e più salvaguardia dell’ambiente quasi certamente avrebbero favorito.

Evitato certe desertificazioni e impedito carestie. E reso meno drammatiche certe situazioni. Specie nel Sud del mondo.

Piuttosto che piangere tardivamente lacrime di coccodrillo, o cospargerci insulsamente il capo di ceneri, in conclusione, cerchiamo di fare e fare bene tutto quanto ancora adesso, prima che sia troppo tardi, è possibile.

E la fede,conclude  Frei Betto, per chi ce l’ha, in questo aiuta parecchio perché accresce la speranza di un cambiamento e può arrivare addirittura a globalizzare la solidarietà.

 

                  a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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