30 aprile 2014 Lascia un commento
Matt Damon e’ un ex delinquente redento ma il regime, attraverso il braccio armati di robot poliziotto – nerissimi ovviamente – gli impedisce anche la miseria della tranquillita’. In fabbrica avra’ un incidente e quando gli resteranno cinque giorni di vita, decidera’ di salvarsi la pelle ad ogni costo.
Nel frattempo sulla colonia spaziale, una Jodie Foster cattivissimissima. prepara un colpo di stato.
Ora ragazzi, non lo dico con astio ma perdio evolvetevi. Ma si puo’ come ai tempi di Maria Antonietta, incrociare immagini di bambini poveri sulla terra e bambini ricchi che mangiano pasticcini nello spazio?
Si puo’ concepire una societa’ dove la tecnologia ha creato robot in grado di cogliere l’ironia della voce ma deve usare uomini per stringere delle viti?
Si puo’ pensare ad un automatismo che irrora radiazioni, rilevi una presenza umana solo a processo iniziato?
E i ricchi tanto stupidi da avere una macchina guaritrice magica in ogni casa da non volerne regalare una ad un ospedale rischiando la ribellione? Non voglio andare oltre ma qui non si pecca d’ingenuita” ma di pura e semplice stupidita’. Il finale del film del resto dimostra quanto sia fragile l’assunto che regge l’intera storia dove tutto il casino e’ solo per rivendicare macchine curatrici che su Elysium, paradiso in cielo, le trovi anche nelle case sfitte
Sul fronte attoriale poco da dire. Matt Damon mi piace sempre meno e purtroppo dovra’ fare di meglio per affrancarsi dalla tragica trilogia di Bourne, magari scegliendo pellicole migliori. La Foster e’ meno piagnucolosa del solito ma resta l’antitesi della donna con le palle, quindi inadatta al ruolo.
Begli effetti ma per quelli non serve arte, soltanto soldi e nell’immotivazione generale, sono le sole cose che reggono un film improponibile.
Forza, Neill, leggi qualche libro in piu’, liberati delle fisse mondialiste e passa oltre.