... belli e con una giusta profondità.
Quando mi siedo in sala a vedere film di questo genere non sono mai troppo contento. Quando si comincia a parlare di distopia, lotte di classe e compagnia cantante sento sempre quella fitta allo stomaco. Un dolorino che mi accompagna da quando una quindicina di anni fa ho letto 1984, un miscuglio somatizzato di rabbia e paura non troppo razionale che, a volte, mi fa vedere il futuro in tinte grigio funebre. Il film calca questa visione pessimistica (o realistica?) del futuro in cui i ricchi vivono in un paradiso artificiale orbitante dove le malattie e la vecchiaia è stata debellata tramite un macchinario che rigenera il corpo umano. I poveracci, che sono ridotti praticamente in schiavitù, cercano di arrivare, con scrause navi spaziali, ad Elysium per salvare se stessi o i propri cari venendo però immancabilmente distrutti dalle difese della stazione orbitale.Da qui parte una storia che in qualche modo ricorda, soprattutto nelle ambientazioni, il precedente film del regista sudafricano, District 9. Anche qui fantascienza e realtà si uniscono per formare in qualche modo una denuncia alle magagne del nostro momento storico e lo fanno senza dimenticare l'abc di un buon film d'azione.La lotta di classe qui non è portata avanti da manifestanti o cortei ma da una vera e propria carneficina di entrambe le parti. Pallottole ed esplosioni che invadono lo schermo mentre il nostro protagonista, Matt Damon, combatte contro uno dei fratelli Dalton......che poi è il protagonista di District 9!
E mentre in basso si spara, ai piani alti è in atto un vero proprio golpe portato avanti da una Jodie Foster, talmente algida e razzista che la prenderesti a badilate in testa, che vorrebbe un controllo ancora più duro dei terricoli e il comando dell'intera baraccaAlla fine fra colpi di scena, sparatorie ben fatte e, forse, l'esempio più intelligente e realistico di esoscheletro mai visto, il film si porta a casa un buon risultato e un finale, forse un po' scontato, ma che comunque colpisce e ti da quell'illusorio senso di speranza. Il mio giudizio finale e che non si tratta di un capolavoro, come non lo era nemmeno District 9, ma può essere considerato come uno dei migliori risultati di questo insulso anno cinematografico.