Pochi giorni fa ha denunciato in prima pagina che Radio Maria, sotto forma di questionario ha invitato gli ascoltatori più anziani a fare testamento per l’emittente radiofonica diretta da don Livio Fanzaga che ogni giorno tiene compagnia e aiuta a pregare milioni di persone. Il noto sacerdote ha spiegato che si tratta di un’iniziativa dell’ufficio commerciale e non sua.
La Concita ha accusato Radio Maria di circuire sadicamente i vecchietti e portare via loro l’eredità facendo leva su una lettera, un depliant, un questionario e perfino un’eventuale visita a casa di un loro addetto. Il tutto metterebbe in atto una «soave circonvenzione d’incapace». In realtà, come è stato ben spiegato, quello dei lasciti testamentari è tema attualissimo nel campo del fundraising. Non sarà proprio un’idea geniale ma proprio in questo mese è partita la campagna “Testamento solidale” per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla nozione stessa di testamento, firmata da numerose associazioni: Action Aid, Aism, Ail, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children e Unicef, con la collaborazione del Consiglio nazionale del notariato.
Tutte queste organizzazioni, così come numerose altre, hanno i loro depliant, i loro questionari, i loro numeri verdi, i loro colloqui personali per approfondire le modalità in cui attuare un lascito testamentario, esattamente come Radio Maria. Anche sul sito dell’associazione Emergency è partita la campagna per lasciare i propri averi in eredità all’ente guidato da Gino Strada. E funziona da tempo: nel 2011 su 26 milioni di “entrate”, 1,5 sono lasciti testamentari. «Con un lascito testamentario a favore di Emergency fai una scelta di solidarietà», si legge nella pagina dedicata, che subito dopo spiega: «permetterai ai nostri medici di continuare a portare cure alle vittime della guerra, delle mine antiuomo e della povertà».
Eppure l’editorialista di “Repubblica” non ha pensato di citare Emergency perché probabilmente a lei interessava soltanto delegittimare la radio cattolica più famosa d’Italia. Alla fine di tutto, l’unica che si può accusare di “soave circonvenzione d’incapace” è soltanto lei: Concita de Gregorio.
La redazione