Emergenza lavoro. Ma dove sono i sindacati?

Creato il 09 maggio 2013 da Freeskipper
di Maria Pia Caporuscio. Nel nostro paese non esiste più lavoro e chi ancora riesce a trovarlo rischia di morirci. La nostra è una nazione fallita! Una nazione è degna di questo nome quando si lavora tutti insieme verso un miglioramento delle condizioni di vita del paese. Quando esistono delle regole che tutelano le persone, regole che ancora esistono sulla carta, ma che nessuno fa rispettare. L’articolo primo della nostra Costituzione è stato letteralmente violato da una classe dirigente irresponsabile e incapace. Si è tornati a quella vergogna che esisteva nei primi anni del novecento nei porti americani: il caporalato, dove una massa di delinquenti sfruttava il lavoro di poveri disgraziati e alla pari di veri e propri parassiti, assoldava quei disperati in cerca di un lavoro, trattati come schiavi e intascando il frutto della loro fatica, lasciando agli stessi solo le briciole di un misero salario. Questa antica vergogna combattuta e vinta nel secolo scorso, dopo feroci battaglie da parte dei sindacati statunitensi, è tornata di moda nel nostro paese, dove chi è preposto al controllo della legalità chiude gli occhi o finge di non vedere questo feroce sfruttamento di esseri umani. La malavita la fa da padrone visto che le istituzioni poco o nulla fanno per fermare questa vergogna. Dove sono finite le regole scritte nel Testo Unico dell’Inail? Per anni gli ispettori di questo ente hanno impedito ai datori di lavoro lo sfruttamento dei lavoratori con leggi e sanzioni gravissime, che impedivano che si potessero approfittare di quella parte più debole della società. La politica del tempo non aveva posto i suoi artigli nella gestione di questi enti, per cui funzionavano alla perfezione. Quel che sta succedendo ai giorni nostri è la conferma che ovunque arriva la mano dei politici, ogni cosa viene disintegrata. Con amarezza si deve ammettere che lo sfacelo del nostro paese è da addebitare alla incapacità se non all’immoralità dell’intera classe dirigente. In difesa si adotta la solita scusa: la crisi! Troppo facile addossare alla crisi le gravissime responsabilità che questa gente non intende assumersi, scaricandole vigliaccamente. Dove sono i sindacati il cui compito è la difesa dei lavoratori? Per davvero sono convinti che il massacro del lavoro e dei lavoratori sia dovuto alla crisi e non all’oscena volontà di qualcuno, che da tutto questo ne ricava utili? E perché dopo essere giunti ad un tale punto di morte civile, non ci si chiede se per davvero era giusto seguire questa strada e non ci si decide di ingranare una marcia indietro? Quando ci si accorge che le politiche adottate provocano infelicità, povertà e disperazione nella popolazione, si devono ammettere gli errori e si è obbligati a porvi rimedio! Sbagliare è lecito, perseverare è diabolico!