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Emergenza rifiuti, ne produciamo troppa, siamo sommersi.

Creato il 26 giugno 2012 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

di Emanuela Marotta

Secondo l’istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale Ispra: nel 2010 abbiamo prodotto troppi rifiuti e la parte più colpita da questa invasione è il centro Italia. Non si riesce più a trasportarla all’estero, costa troppo, e non si riesce più a smaltirla in Italia. Cumoli di mondezza intorno a noi, sembrano colline, ma gli uccelli che vi volano sopra stanno lì per un “giusto” motivo, cibo? Non sanno però che moriranno avvelenati e prima o poi anche noi. C’è in atto in tutta Italia, ma soprattutto nelle grandi città, una vera guerra dei rifiuti tra sindaci e cittadini. Dopo le grandi polemiche di Roma, per fortuna scampata ad un accumulo di rifiuti, si ricomincia a parlare di nuovi inceneritori in posti assurdi. Un giorno avremo un cumolo di rifiuti dentro al Colosseo e un inceneritore in piazza San Pietro, anche se ho i miei dubbi che possa accadere, penso sia più probabile che si riesca a costruire in Piazza del Popolo. Per non parlare di Napoli, questione irrisolta, questione mafiosa, questione vergognosa. Quanti altri bambini dovranno partire da Napoli per curarsi a Milano di tumore? Non sanno più dove metterla e non considerano né l’inquinamento né i cittadini né l’ambiente. La raccolta differenziata si sta espandendo in tutta Italia, purtroppo non a macchia d’olio come si espandono i problemi e le catastrofi naturali, si sa le cose giuste fanno sempre fatica ad emergere, ma come mai? Perché questo mondo va al contrario non c’è più nessuno che è responsabile per se stesso figuriamoci per gli altri e per l’ambiente circostante. Città importanti per la loro cultura e il turismo non possono essere abbandonate a loro stesse, Firenze, Milano, Roma, Napoli, Modena, Torino. Piccole città famose per la pace e la natura come Assisi non possono avere problemi di immondizia con frigoriferi, cartoni e divani vicino ai cassonetti. Località di mare non possono avere problemi di smaltimento, non si può nuotare con dei bicchieri di plastica intorno. Tutto ciò deve essere regolato e gli stessi cittadini devono convincersi che l’unica soluzione per ora è di riciclare. Cosa vogliamo fare? Continuare a suicidarci? Perché è questo che stiamo facendo e coloro che se ne infischiano sono degli assassini, non più dei delinquenti. Questa non è polemica ma purtroppo è la dura realtà, le soluzioni ci sarebbero, ma diventano come dicono “i potenti”: “insormontabili”, quando ci sono di mezzo i soldi, ma di mezzo ci siamo tutti noi e il nostro futuro. Molti si chiedono giustamente, ed è arrivato anche il momento di essere cortesi e rispondere: “ma l’uomo è così intelligente ed evoluto, ha inventato di tutto e di più, possibile che la nostra fonte più importante per la sopravvivenza (e quindi di guadagno) l’ENERGIA, non possa essere gestita in modo migliore? O Più semplicemente non essere gestita? A questo proposito si può accennare alla grande scoperta (fatta già molti anni fa) della Free Energy, energia per tutti, gratis e pulita. Questa è un’altra lunga, tristissima e vergognosa storia scomoda che nessuno vuole raccontare per poi realizzarla concretamente, perché se ci fosse veramente una piccola, minima, minuscola possibilità che esistesse veramente questa macchina che brucia (in questo caso i rifiuti) producendo energia pulita, sarebbe la salvezza di tutti, anche di coloro che hanno fatto sparire nel nulla gli scienziati e i giornalisti che ne hanno parlato. Ma è più forte l’avarizia che l’intelletto, è più facile distruggere che costruire. Quei “mercanti in fiera” che speculano sull’energia, sanno di essere in pericolo di vita anche loro? Sanno di avere sulla coscienza tutta l’umanità e tutta la natura, la terra e l’universo? Lo sanno ma è più bello avere i soldi e il potere che la consapevolezza interiore e la pace eterna dei sensi sapendo di aver fatto la cosa più giusta del mondo. Si spera che il 21 dicembre 2012 ci sia un black out mentale collettivo che faccia nascere una coscienza a tutti.

 



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