L'opera di Guido Appendino che fa da Locandina allo mostra di Torino su Salgari
Sàlgari o Salgàri? Le generazioni dei lettori ed ammiratori di Emilio Salgari si sono sovente interrogati sulla esatta pronuncia. Ma al di là della correttezza linguistica (Salgàri, essendo il suo tipico cognome fitonomico, cioè derivante da una pianta, e in questo caso, il salice che in dialetto veneto suona salgàr) per tutti, anche per coloro che oggi non lo leggono più ma ne conservano la memoria attraverso le varie trasposizioni cinematografiche e televisive, il nome Emilio Salgari significa semplicemente l’Avventura dipinta con la Fantasia. Torino nella ricorrenza della tragica morte del prolifico scrittore veronese, avvenuta il 25 aprile di cento anni fa, gli rende un piccolo omaggio con un allestimento di dipinti, non a caso intitolato “Salgari-Dai Racconti alle immagini", curato dal Maestro d’Arte Giancarlo Aleardo Gasparin referente della sezione Crail Arti Visive della Regione Piemonte, presso la centralissima e funzionale sala incontri e ufficio Relzioni Pubbliche delle regione Subalpina.Un’avventura letteraria ed immaginaria quella di Salgari rivissuta attraverso la pittura e il disegno con uno spaccato di stili e tecniche diversificate pronte a essere un richiamo visivo, anche se con un esito artistico non sempre per tutti di significativa forza espressive e di personale cifra.In ogni caso un doveroso omaggio letterario-figurativo che permette di ricordare e perché no, magari finalmente riscoprire un artista della penna vissuto e morto per la sua vocazione, sovente sfruttata da chi si è arricchito senza scrupolo.
La mostra è aperta fino al 1 luglio 2001, a Torino, in via Arsenale 14/g con il seguente orario: lunedi-venerdì 9,00_13,00/ 14,00-16,00.
Ines Daniela Bertolino, Sono la tigre, ti spio tra le onde, acrilico su tela
La Tigre, l'archetipo simbolico della'Avventura letteraria di Salgari, l'immagime indimenticabile di tutte le Tigri di Mompracem, mentre sembra uscire dalla tela spiando lo spettatore per niente atterrito, dalle onde del blu caro alla Bertolino. Un colore apparentemente freddo ma in realtà carico di calda immaginativa emozione, il mondo silenzioso e intimo dell'artista.
L'esotismo caro a Salgari non annulla il realismo profondo come il mondo femminile indiano, sintesi efficace di un mondo magico e misterioso anche quando è umile ed avvolto nella miseria sociale.
(Il manifesto della Mostra riprende il mondo colorato e favolistico di Appendino, carico di lontani rimandi araldico-medievali-rinascimentali e miniature dall'inconfondibile gusto illustrativo e decorativo.
Antonio Miredi
L'indimenticabile sigla dello sceneggiato televisiovo di Sergio Sollima, con le musiche dei fratelli De Angelis. Era il 6 gennaio 1976 e sulla televisione italiana, pronta a passare al colore, il ruggito della Tigre della Malesia si mutava in quello di Sandokan con il volto dell'indiano Kabir Bedi.