“Lo stile di Emilio è la bandiera del nostro metodo – afferma Montanari – noi Maestri, nel far risaltare al massimo i punti di forza del gioco dei nostri allievi, non trascuriamo mai l’entusiasmo e il sorriso”. Un comune modo di sentire, dunque, ha fatto incontrare queste realtà: la filosofia ‘tennis for fun’ dei Ronchiverdi invita infatti a giocare per stare bene con se stessi; un percorso di crescita personale oltre che sportiva. Un percorso che il 24 e 25 marzo oltre 60 fortunati Maestri provenienti da tutto il Nord Italia potranno sperimentare a fianco di una delle icone del tennis. Con dieci anni di attività, l’Accademia guidata da Sànchez è da considerarsi una delle più affermate scuole di tennis e il miglior centro di allenamento agonistico in Europa, con l’obiettivo di eguagliare, se non superare, le storiche Academies degli States. Il suo metodo di insegnamento, d’altronde, è quello che negli ultimi anni ha saputo produrre il maggior numero di campioni. “Abbiamo guardato oltreconfine per organizzare un appuntamento formativo di qualità – spiegano ancora Bertone, Anselmi e Dario – perché riteniamo, al di là di ciò che Sànchez ha rappresentato per il tennis , che l’esempio spagnolo in questo momento sia il migliore a cui ispirarsi. E poi, il feeling con Emilio è stato immediato: la sua italianità in fondo traspare”. “Tra me e il pubblico italiano c’è sempre stata una specie di energia positiva – ci fa sapere il campione -. Gli Internazionali d’Italia sono sempre stati uno dei tornei più importanti della mia stagione”. E allora, vista la sua disponibilità, ci spingiamo a chiedergli una valutazione del tennis di oggi raffrontato a quello che lui ha giocato: “Il tennis è uno sport che si è evoluto: negli anni ‘80 e ‘90 c’erano diversi giocatori leggendari, McEnroe, Borg, Connors, Noah, Becker, Wilander, Edberg, Cash. C’era grande attesa perché erano spesso sullo stesso livello ed erano molto amati dal pubblico. C’era più varietà di campioni, forse. Oggi il tennis – continua Sànchez – è più rapido, due o tre volte più rapido di quando giocavo io per esempio, però i fattori che fanno grande un tennista sono rimasti gli stessi. Credo che occorra prendere il meglio da ogni epoca, e in questo periodo il tennis maschile sta vivendo un gran momento grazie al livello dei top players”. In questo panorama, noi italiani vorremmo vedere sventolare di più la bandiera tricolore. Ma, chissà, ascoltando i consigli di chi il tennis l’ha vissuto, interpretato e adesso sa insegnarlo in modo così efficace, sapremo forse far tesoro di questo patrimonio d’esperienza per forgiare nuovi campioni.
Due curiosità.
Il Club Ronchiverdi organizza sabato 24 marzo una cena per tutti gli appassionati tennisti che desidereranno incontrare Emilio Sànchez e scambiare quattro chiacchiere con lui, in un clima di informale convivialità.
Domenica 25 marzo, nel pomeriggio, i ragazzi della Young School Tennis Ronchiverdi avranno la possibilità di incontrare Emilio Sànchez e giocare con uno dei più famosi player spagnoli.
La scheda di Sanchez
Nato a Madrid il 29 maggio 1965. È stato un tennista professionista dal 1984 al 1998 (l’ultimo match ufficiale lo ha giocato al Challenger di Napoli). La sua miglior classifica nel ranking Atp è la posizione numero 7 raggiunta nell’aprile 1990. In doppio è stato numero uno mondiale nel 1989. Vincitore medaglia d’argento olimpica in doppio nel 1998. In carriera ha vinto 15 titoli in singolare (tra cui Roma nel 1991) e 50 in doppio. Nel 1998, insieme al suo compagno storico Sergio Casal, ha fondato un’Accademia di tennis a Barcellona, che nel giro di pochi anni si è affermata come una delle più note scuole di tennis e il miglior centro di allenamento agonistico in Europa. L’obiettivo? Eguagliare se non superare – le storiche Academies degli States. Nel 2008 ha vinto la Coppa Davis da capitano della squadra spagnola.
di Roberto Bertellino