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EMILIO TADINI, di Gillo Dorfles – mostra a Studio Marconi – Fondazione Marconi, Milano, 1978

Creato il 01 ottobre 2012 da Milanoartexpo @MilanoArteExpo
mostre Milano, Emilio Tadini, Fondazione Giorgio Marconi, Studio Marconi

Emilio Tadini, L’occhio della pittura, dettaglio dell’opera

EMILIO TADINI, di Gillo Dorfles – Milano: mostra a Studio Marconi – ora Fondazione Marconi, del 1978. E’ attualmente in corso – fino al 31 ottobre 2012 - presso la Fondazione Marconi (MAPPA) l’esposizione Emilio Tadini 1985 -1997. I profughi, i filosofi, la città, la notte, organizzata per il decennale della scomparsa di Tadini (leggi dettagli) . MAE Milano Arte Expo, per il progetto 1000 MOSTRE D’ARTE (recupero e valorizzazione on-line del materiale documentale e dei cataloghi delle mostre che hanno segnato la storia dell’arte contemporanea in Italia) ha ottenuto da Giorgio Marconi l’utilizzo dei Libretti e dei Quaderni di Studio Marconi, per un periodo che copre almeno due decenni di attività. Vi hanno scritto testi critici, saggi, recensioni, centinaia tra artisti, critici e curatori d’arte nel contesto di una Milano in pieno terremoto culturale e artistico. Una Milano che era – e a nostro parere rimane - crogiolo e principale punto di riferimento non solo del mercato dell’arte, dell’editoria, della moda, ma della civiltà culturale del nostro Paese. Nel bene e nel male – contraddizioni e lacerazioni incluse – nelle arti come nella politica e nell’economia, Milano continua a essere esperimento vivissimo capace di imprimere una direzione al

Fondazione Marconi Milano, Studio Marconi '65
movimento generale delle cose. Gillo Dorfles descrisse Studio Marconi come il piccolo Beaubourg milanese: se ne sente più che mai il bisogno. GILLO DORFLES – su EMILIO TADINI: È davvero defunta o agonizzante la creatività pittorica? Proprio quando il periodo che attraversiamo è scarso di nuove invenzioni artistiche, si ragiona, si scrive, si discute a tutto spiano di « creatività ». Eppure qualche esempio d’una attività fantastica e inventiva esiste ancora. L’importante è saperlo scoprire e valorizzare. È quanto ci propone una grande mostra di Emilio Tadini che si è aperta in questi giorni a Milano. >>

‘ La pittura come impulso a ricapitolare, a ricreare, l’immagine remota del nostro primo contatto con il mondo, con la visione infantile del Grande Corpo Materno; con l’universo fantastico dal quale il bambino trae i primi spunti del suo divenire e al quale l’adulto ritorna con le sue rappresentazioni, le sue aspettazioni, i suoi fantasmi. Questa visione (a un tempo indagatrice del nostro io profondo ed elencatrice delle minute stazioni del nostro percorso mondano) costituisce la base dell’ultima opera di Tadini: uno dei pochi, tra i nostri pittori contemporanei, che abbia saputo unire la novità tecnica del suo lavoro con una novità analitica del suo fantasticare.

Emilio Tadini, Fondazione Marconi - Studio Marconi Milano

Emilio Tadini, L’occhio della pittura, opera di proprietà dell’Università di Parma

Un’importante mostra, dunque, che trova il suo coronamento in un dipinto di oltre otto metri, L’occhio della pittura, denso di significati e di interrogativi. E che, oltretutto, ha inaugurato quello che, scherzosamente, ma non poi tanto, la vox populi ha già battezzato «il piccolo Beaubourg milanese», ossia il rinnovato e ristrutturato Studio Marconi. Aver dedicato a una panoramica di Tadini tutti tre i piani della nuova galleria è stata un’idea felice, in un momento di stasi e di incertezza del mercato artistico, perché ci permette di valutare a fondo l’opera dell’artista milanese e anche di risollevarci dalla convinzione che la cultura cittadina sia del tutto stagnante.

Tadini non è nuovo al lavoro pittorico inteso come ciclo di dipinti ruotanti attorno a un nucleo centrale; ma solo oggi, mi sembra, ha saputo realizzare una serie di opere così unitarie, non solo dal punto di vista dei contenuti (la vita e la morte, la ragione e l’irrazionale, il gioco e il dramma, la caduta angelica e la sua metamorfosi luciferina), ma anche dal punto di vista della realizzazione tecnica.

Sfruttando, con sapiente gioco distributivo, un’iconologia che affonda le sue radici tra i suggerimenti, in apparenza contrastanti, d’un Duchamp e d’un Courbet, Tadini ha colmato di rapidi tasselli figurativi la grande superficie bianca del suo megadipinto. E ha utilizzato inoltre una tecnica molto esatta e nuova: attraverso il sottile rilievo delle strisce divisorie che circondano e delimitano le figure, ha dato alle immagini quell’apparenza tra meccanomorfa e fantascientifica che non toglie nulla alla loro umanità mentre permette all’artista di modellare i personaggi, gli oggetti, i giochi, sparsi sulla tela, con la precisione tra beffarda e drammatica presente talvolta nelle nostre visioni oniriche. L’incontro, dunque, di elementi razionali e irrazionali, di una figurazione aperta e di una concisa strutturazione tecnica, fa di quest’ultima stagione tadiniana qualcosa di più di un divertissement analogico e recupera delle aree segrete nella vicenda esistenziale e ideativa dell’artista.

Gillo Dorfles

Emilio Tadini, L'occhio della pittura, dettaglio

Emilio Tadini, L’occhio della pittura, dettaglio

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Emilio Tadini

1985 – 1997. I profughi, i filosofi, la città, la notte

FONDAZIONE MARCONI – Studio Marconi ’65

Fondazione Marconi Arte Moderna e Contemporanea
Via Tadino, 15, 20124 Milano
Tel. 02 29 41 92 32 fax 02 29 41 72 78
[email protected]
www.fondazionemarconi.org

martedì 18 settembre 2012 ore 18,30

Durata mostra: fino al 31 ottobre 2012
Da martedì a sabato 10,30 – 12,30 e 15,30 – 19
Ingresso gratuito

Ufficio stampa: Cristina Pariset tel. 02- 4812584 fax 02 4812486
cell 348-5109589 [email protected]

Emilio Tadini

Emilio Tadini, L’occhio della pittura, dettaglio

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MAE Milano Arte Expo [email protected] ringrazia l’Ufficio Stampa Cristina Pariset e Giorgio Marconi per la concessione all’utilizzo dei documenti e delle immagini relativi a Emilio Tadini e alla storia della galleria Studio Marconi.

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