Pasquale Urso: "La quercia vallonea"
Come infantile carezza
Scivolano sui marmi
I rivoli d’un’inattesa
Feconda pioggia agostana.S’insinuano nel sitibondo
Ventre del tufo
Come provvida lama.Il martellante rintocco
D’armonie discordi
Trafigge la plumbea
Coltre di nubi
E un incerto raggio di sole
Descrive un pastellato
Vivido ponte di luce
Che si protende
Dalle polle batraciane
Delle padule dell’Idro
Alle fertili sorgenti
Del formidabile Serchio.Disse bene Marco Polo:
“Non c’è arco senza pietre”.