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Ennesima opera incompiuta che doveva sorgere per la valorizzazione e lo sviluppo dell’oasi naturale dell’Angitola

Creato il 20 febbraio 2013 da Appnetwork

 “Nelle nostre intenzioni, il più importante dei doveri è mantenere viva la speranza progettuale e fare in modo che in essa trovi posto il sogno e la poesia”.  Ispirato a sentimenti poetici l’incipit apre la relazione tecnica del progetto per la “Valorizzazione, conservazione e sviluppo dell’oasi naturale dell’Angitola”, a firma dell’ing. Stefano Colosimo (all’epoca iscritto all’ordine della provincia di Catanzaro). L’intestazione del progetto esecutivo porta il nome della Regione Calabria e del Comune di Maierato. Con un finanziamento da parte del Cipe nel 1996, di ben 4 miliardi e 800 milioni, dovevano essere realizzati un Centro direzionale, un sentiero didattico, la sistemazione esterna provvisoria del Centro direzionale, il Centro ricovero dell’avifauna selvatica.  Ma del nobile proposito di “conciliare le esigenze di conservazione e di tutela ambientale dei biotipi presenti con una razionale fruizione da parte del pubblico, in particolare quello scolastico, attraverso la realizzazione di strutture idonee alla ricezione dell’utenza che siano, nel contempo, rispettose dell’ambiente e delle sue caratteristiche naturali”, come si sottolinea nella relazione, è rimasta solo una struttura lasciata all’intemperanza umana e atmosferica. Sul  “cartello di cantiere” che ancora campeggia nell’area dove si trova l’edificio che doveva ospitare il Centro direzionale,  si ricavano le informazioni tecniche: impresa appaltatrice, Consorzio emiliano romagnolo, esecuzione dei lavori, Cooperativa costruzioni calabrese, data inizio lavori 29 novembre del 1999, fine lavori 28 luglio 2002. Progettista e direttore dei lavori l’ing. Stefano Colosimo.  Nel progetto complessivo era previsto anche il finanziamento di un secondo lotto di completamento, il cui importo previsto era pari a 4 miliardi, 625 milioni e 600 mila lire, che avrebbe dovuto garantire “l’ottimale gestione naturalistica e la piena  fruibilità da parte del pubblico”, come la recinzione dell’Oasi (lato Monterosso), la realizzazione di un secondo sentiero didattico, la sistemazione a verde dell’area circostante il Centro direzionale, la realizzazione di un Sistema di monitoraggio lacustre con boe oceanografiche,  del Centro elaborazione dati e del Laboratorio didattico multimediale e opere varie complementari.  Se tutto questo ha trovato posto soltanto nel mondo dei onirico e poetico per “mantenere viva la speranza progettuale”, i soldi pubblici già stanziati, in quale “oasi” sono spariti?

A porsi questa domanda la “Delegazione Vibonese di Italia Nostra”. Nel suo impegno di sensibilizzazione per la tutela dei beni culturali, paesaggistici e del patrimonio della memoria storica, la sezione provinciale dell’associazione fondata da Umberto Zanotti Bianco (di cui corrono i dieci lustri dalla sua morte, 28 agosto 1963), con il suo presidente Gaetano Luciano, segnala quest’ennesima opera incompiuta che si aggiunge ai tanti disastri ambientali e infrastrutturali che vedono come principali protagonisti i rappresentanti delle varie amministrazioni locali. Luciano sottolinea che tale progetto avrebbe avuto un’importanza notevole per tutta l’area in cui ricade il bacino dell’Angitola; pertanto sollecita gli enti preposti a far luce sui motivi di questo ulteriore monumento allo spreco e si appella in modo particolare alla sensibilità dell’attuale sindaco dell’amministrazione comunale di Maierato Sergio Rizzo, affinché si attivi per un’azione istituzionale volta a fornire gli opportuni chiarimenti sulla questione.  A tal fine Luciano annuncia che l’associazione che presiede si farà promotrice di una conferenza stampa, auspicando la presenza dei soggetti responsabili del progetto e delle autorità istituzionali, per dare la possibilità ai cittadini di essere informati sul perché quest’opera sia entrata nell’onorevole classifica delle incompiute.



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