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Ennio AbateMentre leggo il «Quadernario» di poesie…

Da Ennioabate

dovremo

A Kiev si ammazzano.
Qui in periferia beccano due politici – corruzione: vino rancido di servi.
Se ne stanno inquinati dalle industrie a Terni.
E a Torino pure «sulle scorie delle ex Fiat Ferriere sorgono centri commerciali,
negozi e decine di caseggiati in cui vivono migliaia di persone».

Su poche infamie si ferma ormai stanco l’occhio.

No, non si distrae per questo cicalio: è giornata di sole,
c’è gente tra il verde smorzato del parco, il fogliame s’agita appena.
È che non abbiamo più compagni a cui annunciare lo sgomento.
Non più le forze e coraggio per mutarlo in ragionamento.
Le nubi della storia passano troppo in alto.
E lassù veleggiano – sappiamo – i loro implacabili droni.

*

Eppure dovremo lo stesso inseguirla – la storia.
Tramutare quei droni in macigni ghiacciati.
Sbriciolarli – come grandine almeno – prima che ci precipitino addosso.
Ingiungerci un battito più veloce dei cuori.
Ritrovare, come nei versi di questo «Quadernario» di poesie,
la vena dove scorra almeno il nostro stesso veleno.
Criticare chi si bacia la morte falsa.
Lottare con chi combatte la vera.
Ficcare di nuovo lame roventi nelle fessure della menzogna
che ci ha tappato la bocca.

26-28 febbraio 2014


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