Enrico Ermelli Cupelli: il Fermano perde in suo più illustre uomo politico

Creato il 15 marzo 2013 da Laperonza

Spesso ho dichiarato di avere nostalgia per i politici del passato confrontati con i nostri rappresentanti del presente, per il loro spessore umano e culturale, la loro preparazione e il loro rispetto per le istituzioni e per lo Stato. Quando penso ai prototipi dell’uomo politico integerrimo, di come dovrebbe essere, oltre a Spadolini, Berlinguer, Moro, Pertini, la figura che mi appare più chiaramente è quella di Enrico Ermelli Cupelli, forse perché l’ho conosciuto personalmente, forse perché ho avuto la fortuna e l’onore di lavorare al suo fianco nel periodo in cui, giovane repubblicano ventiduenne, ero segretario politico cittadino a Montegranaro e lottai con lui per la sua ultima campagna elettorale, quella del 1992, forse perché lo considero in qualche modo un maestro. Enrico mi ha insegnato molto, sia di politica che di vita, ma soprattutto mi ha trasmesso il suo profondo senso civico che mi vanto di possedere tuttora.

Ermelli è stato la più alta espressione della politica del Fermano dopo Giovanni Conti, rappresentante irreprensibile del territorio e del suo elettorato, vanto per Fermo tutta. Egli ha interpretato la politica come servizio fin dalla sua esperienza nella Resistenza, passando per l’impegno politico nella città di Fermo per finire come Deputato e Sottosegretario. Mazziniano puro, uomo di grande cultura, finissimo statista, era anche persona amabile, disponibile, di piacevolissima compagnia (ricordo diverse pizze mangiate allegramente a tarda sera durante quella campagna elettorale).

Dopo la sua mancata elezione del 1992 il Fermano non è più riuscito ad esprimere una rappresentanza politica di quel livello e forse sono mancati uomini della sua stessa qualità. Per questo e per il prestigio che ha donato alla nostra terra con il suo impegno indefesso nonostante gravi problemi di salute, lascia un vuoto incolmabile nella politica italiana e una profonda tristezza in chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.

Luca Craia


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