A sentire le parole del regista, in conferenza stampa alla Sala dei Notari a Perugia, l'idea per il suo secondo horror gli è nata proprio in occasione della premiazione come miglior sceneggiatore all'Orvieto Horror Award.
"Ricevere un premio così importante da una giuria di tale spessore mi ha spinto immediatamente a riflettere su quale poteva essere la mia prossima mossa. E, complici anche certe vuote polemiche innestate nel corso del festival, ho immaginato la storia di uno scrittore di mezzi modesti se non nulli che, frustrato dall'ennesima esclusione dalla finale di un concorso letterario, sprofonda lentamente in una spirale di follia che lo porta a torturare e uccidere nei modi più fantasiosi i vari giurati che lui ritiene responsabili".
Queste le parole di uno Zampaglione più in forma che mai, che dedicherà le prossime settimane alla stesura dello script insieme a sceneggiatori del calibro di Dario Gabbiani e Andrew Dove. Il tutto per la produzione dei fratelli Argento.
"Si tratterà di una pellicola a tinte ancora più fosche rispetto a Shadow. Qualcuno, penso, comincerà a parlare di spaghetti torture porn e l'etichetta non mi dispiace del tutto.
Le location? Ancora troppo presto per dirlo ma vorrei davvero ambientare il tutto a Orvieto, perché no? Si tratta di una cornice magnifica e le mura vecchie di secoli potrebbero fare da sfondo più che valido per le gesta del pazzo criminale protagonista di Envy/Vengeance".
Due conferme in un sol colpo, quindi: l'horror italiano gode di ottima salute, Zampaglione è chiaramente l'apripista di questa rinascita e il Festival di Orvieto si conferma come appuntamento imprescindibile, di caratura internazionale, per gli anni a venire.
Sic semper horror!