Nonostante si parli molto della possibilità di partorire senza dolore, solo un’italiana su cinque ottiene l’epidurale. Questi i dati rilasciati dalla Società di analgesia-anestesia, che ha recentemente dettato linee guida che puntano a ottenere maggiore sicurezza.
In Italia partorire senza dolore non è ancora un diritto garantito per tutte le donne: lo rivela la Società di analgesia-anestesia, che dichiara – secondo i dati di una sua ricerca – che nel nostro Paese, nonostante i numerosi appelli, solo una partoriente su cinque ottiene l’epidurale. Sembra infatti che moltissime strutture ospedaliere (la maggioranza, secondo lo studio) acconsentano alla richiesta di questa anestesia molto raramente e con difficoltà. I motivi sono noti: mancano i fondi e il personale specializzato, in particolare nelle Regioni del Sud.
Danilo Celleno, responsabile del gruppo di studio analgesia in ostetricia della Società di analgesia-anestesia, ha affermato che molte partorienti optano per cliniche private, dove però è molto difficile gestire eventuali emergenze. Il ricercatore consiglia perciò alle donne con gravidanza a rischio o che si sono sottoposte a fecondazione assistita di scegliere una struttura grande, che ospiti oltre duemila parti l’anno. Allo stesso modo, sono stati riscontrati problemi di sicurezza anche in strutture di carattere pubblico che ospitano meno di mille nascite. Anche se si tratta della maggioranza degli ospedali, solo uno su quattro assicura l’epidurale senza il pagamento di un ticket sanitario. Molte di queste strutture poi sono piuttosto carenti e non dispongono di guardia ostetrica, anestesiologica e pediatrica.
Poiché la questione della sicurezza del parto spesso si lega anche a quella del dolore, la Società di analgesia-anestesia ha reso pubbliche alcune linee guida dei servizi di analgesia nei punti nascita, per regolamentare alcuni elementi, come il numero di ostetriche per turno o quello di sale operatorie.
Fonte: IO Donna