Episodio 1/1: Gesti

Da Zombie Knowledge Base
E (con un tantino di ritardo devo ammettere) ecco la nuova puntata del nostro racconto. Julian si è svegliato e come ogni giorno deve fronteggiare la quotidianità dell'orrore. Ma il mondo come lo conosciamo noi è completamente perduto? E' davvero cambiato tutto? Un altro frammento dopo il salto...
Gesti
Finisce di cantilenare la frase, gli occhi chiusi. Le labbra si muovono appena, e nessun rumore esce dalle labbra screpolate. Le palpebre si stringono, quasi si strizzano, e tutto per un attimo sembra fermarsi, immobile: persino la polvere sembra obbedire al desiderio disperato di quella preghiera silenziosa. Lentamente, gli occhi si riaprono, e la rassegnazione si pietrifica nuovamente sul volto. Il solo volere non può scacciare la quotidianità dell'orrore, e Julian si limita a guardare diversi metri più in basso.
Una piccola folla di risvegliati si accalca sotto la cabina di controllo. I più sembrano essere morti da diverso tempo, e le carni pendono a brandelli. Tra di loro anche una donna. Il colorito delle carni, o di ciò che ne rimane, è scuro, annerito. In certi punti si intravedono le ossa degli zigomi sotto i tessuti ormai secchi del volto. La giacca leggera cade malamente sul corpo, come un sacco semivuoto. Dietro di sè una mano trascina un passeggino, sporco di sangue. Del piccolo passeggero non rimane che una macchia scura sul tessuto ed il biancheggiare sporco di alcune ossa.
- Triste vero? - commenta il vecchio. E' scivolato alle sue spalle, silenzioso come un gatto. Julian sussulta quando la mano si appoggia sulla sua spalla nuda: è calda, quasi rovente. - Guarda com'è vestita. Probabilmente è stata una delle prime. Magari è stata proprio lei a mangiarsi il piccolo. -
L'espressione del giovane è tesa, come se non riuscisse a sostenere la vista dei cadaveri ambulanti sotto di lui.
- Strano come sia arbitrario il risveglio. - dice il vecchio mentre si gira e va verso la porta.
I resti di quel bambino sono ancora lì dove è stato mangiato. Forse è stato fortunato, forse non si è rialzato.
Sulla porta si gira verso Julian. - Restare a guardare non li farà andare via, ne li salverà. Sono gusci vuoti, mentre noi siamo ancora vivi. Vieni a mangiare.
Nell'angolo che è adibito da cucina, c'è una tavola apparecchiata. Julian si ferma, attonito, indicando la tavola con un dito. Un sorriso ebete gli spunta in volto.
- Una tovaglia - dice avvicinandosi e sfiorando la stoffa - hai una tovaglia... -
Il vecchio ridacchia, spostandosi verso la cucina economica. Versa del caffè nelle tazze, apre lo sportello di una dispensa. Dei biscotti. Julian è travolto dalle emozioni. Tovaglia, biscotti. E' troppo per lui, che negli ultimi mesi ha vissuto come uno scarafaggio, uscendo solo alla luce, viaggiando per le campagne, attraversando città deserte. Ogni tanto incontrava altri sopravvissuti. Il più delle volte non si faceva vedere. "Per essere crudele devi essere vivo" pensa il ragazzo. E guarda la tavola, apparecchiata. Il vecchio lo guarda, seduto sulla sedia, con la tazza di caffe tra le mani. Scaccia una mosca con un gesto indolente, strizza un poco gli occhi.
- Tranquillo, mangia pure. Se avessi voluto ucciderti l'avrei fatto ore fa. O non ti avrei nemmeno aiutato ieri sera.
Briciole. Biscotti. Caffé. Gesti normali per una situazione che di normale non ha niente, per mille motivi. I morti, i sopravvissuti spesso peggio di belve feroci, la desolazione delle campagne e quella delle città lasciate in mano al delirio di qualcosa di innaturale. A due anni dalla fine del mondo Julian si ritrova in una cabina di controllo, con un vecchio duro come il cuoio bollito, a sorseggiare caffé e a mangiare biscotti. "Forse mi sbaglio", pensa Julian."forse questi gesti sono anormali, e là fuori va come dovrebbe andare".
Mangia i biscotti, lentamente. Ha mangiato di tutto negli ultimi mesi, anche dei topi. E ora sta mangiando dei biscotti. Dei Digestive. Come se la stitichezza fosse un problema quando hai lo stomaco perennemente vuoto. Il vecchio tira fuori del tabacco e delle cartine, prese da chissà dove. Si gira una sigaretta, la accende. Si alza con la tazza in una mano e la sigaretta nell'altra, e si dirige verso la vetrata, a guardare fuori. Julian lo osserva bene. Non è alto,con le spalle larghe, magro. Una barba caprina e dei baffi che gli donano un aspetto vagamente prussiano. La pelle è cotta dal sole. Doveva essere molto muscoloso un tempo, e adesso sembra fibroso, duro. E dal nulla spunta un sorriso. Dalla vetrata semiaperta scivola dentro un gatto. Nessun rumore, solo i lamenti dei morti. E le fusa di un gatto grigio che si strofina sui piedi nudi del vecchio.
E questo è definitivamente troppo per il ragazzo. Ai lamenti e alle fusa si aggiungono dei singhiozzi.ZOMBIE Knowledge Base: Gli Zombie non uccidono. Reclutano.

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