di Maria Rita D’Orsogna
No all’Italia petrolizzata
Nessuna attività dell’uomo (sondaggi, perforazioni, prelievi di idrocarburi, prelievi di acqua ecc) può creare o indurre terremoti di intensità pari a quelli avvenuti
Daniela Fontana, Il Resto del Carlino 8 Giugno 2012
Il terremoto piu’ violento in Emila e’ stato di 6.1 Richter
Questo dopo il gia’ citato rapporto dell’United States Geological Survey in cui si afferma, similmente, che l’origine di vari sciami sismici che hanno afflitto gli stati centrali degli USA e’ "quasi sicuramente" umana e dovuta al fracking.
Ma il rapporto odierno dell’ NRC va oltre il fracking ed afferma che anche le trivellazioni di gas e petrolio convenzionali possono portare a fenomeni sismici, non solo lievi.
Il titolo del rapporto e’: "Induced Seismicity Potential in Energy Technologies" – "Potenziale di sismicita’ indotta da tecnologie energetiche" e compila in maniera certosina tutti i casi che secondo il gruppo dell’NRC sono da considerarsi terremoti indotti dall’estrazione di energia o altro materiale dal sottosuolo – petrolio, gas, geotermia, acqua – sia con metodi tradizionali che quelli cosiddetti non convenzionali.
Il rapporto non stima le possibilita’ che questi terremoti accadano in futuro, semplicemente elenca quelli gia’ osservati e che possono essere attribiuiti, con buona probabilita’, all’uomo.
Uno degli autori dello studio, Murray Hitzman, della Colrado School of Mines, afferma che le tecniche peggiori sono quelle che portano a forti squilibri come il sequestro di anidride carbonica e l’iniezione di acqua di scarto nei pozzi dismessi che sono pericolosi perche’ tendono ad aumentare le pressioni sotterranee su aree molto vaste, con maggiori pericoli di disturbo delle faglie, e quindi della possibilita’ di causare terremoti.
Il gruppo del Prof. Hitzman ha anche concluso che non esistono metodi ottimali per minimizzare i rischi per nessuna delle tecnologie utilizzate.
Qui la mappa degli USA con tutti i "probabili terremoti" da associarsi all’opera umana.
Notare la California dove il cerchio nero piu’ grande e’ associato ad estrazione di petrolio attorno alla citta’ di Coalinga, con un devastante terremoto il 2 Maggio del 1983 – magnitudo 6.5 Richter.
Gli altri due sono i terremoti di Kettleman North Dome – magnitudo 6.1 Richter e Whittier Narrows – magnitudo 5.9 Richter, tutti collegabili alle estrazioni di petrolio.
Ecco l’articolo originale del 1991 in cui i tre terremoti sono messi in connessione con le estrazioni di petrolio convenzionale
Eccolo qui il testo:
The 1983 Coalinga M 6.5, the 1985 Kettleman North Dome M 6.1, and the 1987 Whittier Narrows M 5.9 earthquake sequences each occurred beneath major producing oil fields and caused an aftershock sequence whose epicentral extent coincides approximately with that of the overlying oil field. Despite this coincidence, a causal relationship between these sequences and oil production has been discounted because the earthquakes were located at depths of the order of 10 km, whereas oil production is confined to the topmost several km. Moreover, because all three oil fields, Coalinga, Kettleman, North Dome, and Montebello, are situated on anticlines that have undergone recent uplift as a consequence of horizontal tectonic compression of the crust, natural earthquakes are not unexpected. A mechanical connection between oil production and the earthquake sequence is suggested, however, by the observation that in each case the total seismic deformation was just that required to offset the force imbalance caused by oil production. Specifically, for each of the three sequences ΣM0 = 2 μΔmγ/ρc, where ΣM0 is the sum of the seismic moments, μ is the modulus of rigidity, Δm is the mass of the fluid removed due to oil production, γ is the fraction of the upper crust that is seismogenic, and ρc is the average upper crustal density. In essence, net extraction of oil and water reduces slightly the average density of the upper crust, causing an isostatic imbalance. The ductile lower crust deforms in response to this imbalance, thus increasing the load on the seismogenic layer, which fails seismically to thicken the crust so as to restore static equilibrium locally. Accordingly, earthquakes near the base of the upper crust may be an expected outcome of major oil production from growing anticlines, irrespective of the depths of the producing formations.
Il titolo, certo, e’ possibilistico, come e’ giusto che sia.
L’articolo pero’ mostra non solo la coincidenza spazio-temporale trivelle-terremoti ma si nota anche come il "momento sismico" sia in diretta correlazione con i volumi di petrolio estratti.
Il momento sismico M0, nell’equazione di cui sopra e’ una unita’ di misura per misurare l’energia rilasciata da un terremoto.
Dopo 20 anni dalla pubblicazione di questo articolo, l’NRC considera questi terremoti di California direttamente collegati alle estrazioni di petrolio.
Se non ci piacciono Coalinga, Kettleman e Whittier Narrows, California, ecco qui la lista intera di episodi di sismicita’ indotta dall’uomo – pagine e pagine – alcuni di magnitudo bassa, altri di magnitudo elevata e tutti avvertibili dalla popolazione.
La lista e’ quella compilata dal National Research Council degli USA, e non da me, io ho solo scaricato il testo e tradotto a scopo divulgativo.
Oltre Coalinga e le citta’ associate a Coalinga, ci sono le estrazioni di petrolio da Gazli 7.3 Richter – Russia, di cui abbiamo gia’ parlato su questo blog, da Montebello 5.9 Richter – California, e di 4.7 dal Kuwait, dalla Russia, 4.9 dall’Oklahoma, 5.2 dall’Illinois, 4.2 dalla Francia.
C’e la costruzione di una diga per acqua potabile in Cina, 6.1 Richter, e altre dighe in giro per il mondo.
Ci sono anche il Vajont, il Monte Amiata e Pieve di Cadore, sebbene con entita’ minore, circa 3 Richter.
Questo non vuol dire che io ho certezze su cosa e dove succederanno terremoti in Italia, o che se si trivella localita’ X necessariamente verra’ un terremoto.
Nessuno puo’ avere certezze, sarebbe sciocco, ma come nessuno puo’ avere certezze che accadano, nessuno puo’ avere neanche certezze assolute che non accadano.
Magari le probabilita’ sono remote, magari non succedera’ mai, ma la certezza matematica non te la da nessuno.
Il mio messaggio e’ allora molto semplice: nel dubbio, e siccome queste cose sono gia’ successe altrove, e siccome alla collettivita’ ne viene indietro ben poco, e’ meglio non stuzzicare un territorio gia’ ballerino di per se, e su cui nel 2000 non siamo nemmeno capaci di costruire capannoni che reggano.