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EPR: centrali nucleari di terza generazione+ ancora più sicure contro i rischi terremoto

Creato il 15 dicembre 2010 da Pdigirolamo

Nei giorni scorsi, Francia e India avevano firmato due “accordi quadro” per installare reattori nucleari di terza generazione avanzata Epr, nell’ovest del paese. Si tratta di un accordo molto importante, che mette in gioco ben 15 miliardi di euro, di cui 9 per la costruzione delle centrali e 6 destinati al trasporto in India dei reattori. La firma è avvenuta durante la cerimonia a Nuova Delhi in presenza di Nicolas Sarkozy e del premier indiano Manmohan Singh, con la presenza di Anne Lauvergeon, l’Amministratore delegato di Areva, la società che fornisce la tecnologia per i reattori. L’India – uno dei paesi dominanti nella scena asiatica – è anche in prima fila per la rinascita del nucleare, tant’è vero che da poco ha raggiunto la soglia delle 20 centrali nucleari attive. Nei giorni scorsi, sul Fatto Quotidiano è uscito un articolo che parla proprio dell’accordo per gli Epr in India, che pone delle domande molto interessanti. Si legge: “L’EPR viene descritto come il reattore nucleare più efficiente, sofisticato e sicuro mai inventato finora, addirittura in grado di resistere all’impatto con un aeroplano. Ma saprà sopportare anche la forza d’urto di un terremoto?”. Ebbene, le centrali nucleari di terza generazione avanzata di distinguono da quelle precedenti proprio per il design e le modalità con cui vengono costruite basate su criteri che permettono una sostanziale diminuzione di scorie di primo e secondo livello ma, soprattutto, perché vengono costruite tenendo conto di moltissimi parametri di sicurezza. I sistemi di protezione degli EPR prevedono svariati scenari a rischio: dai quattro sistemi indipendenti di refrigerazione d’emergenza, ognuno capace da solo di refrigerare il nocciolo del reattore dopo il suo spegnimento, al contenimento metallico attorno al reattore, a tenuta per le eventuali fuoriuscite di materiale radioattivo in caso di incidente con rottura del circuito primario, fino alla doppia parete esterna in calcestruzzo armato, con uno spessore totale di 2,6 metri, progettata per resistere all’impatto diretto di un grosso aereo di linea, di cui si parlava prima. Per quanto riguarda il rischio sisma, già le centrali nucleari esistenti sono attrezzate contro i terremoti, ma gli Epr garantiscono una ancora maggiore protezione. Per farsi un’idea basta guardare al caso giapponese: tutto il loro territorio è sismico eppure in Giappone sono in funzione ben 18 centrali nucleari che dispongono di 55 reattori attivi (di cui molte sono di terza generazione+). Finora l’unico incidente causato da un sisma è avvenuto a Kashiwazaki-Kariwa che ha causato l’incendio di una centralina: il core (il nocciolo del reattore, dove avviene la fusione) non è stato minimamente scalfito. Esiste, inoltre, un apposito organismo internazionale, l’International Seismic Safety Centre” (Issc), che è il punto di riferimento relativamente al rischio sismico per gli impianti nucleari nel mondo. Intorno alle centrali nucleari, c’è un’attenzione per la sicurezza estremamente maggiore rispetto ad altre strutture energetiche tant’è vero che si parla di “safety culture”, che ha come parole chiave “trasparenza” e ovviamente “più sicurezza possibile” per i cittadini.



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