Equiseto controindicazioni

Creato il 27 gennaio 2015 da Giardinaggio @Giardinaggionet


Nella fitoterapia le controindicazioni dell'equiseto sono poche. L'equiseto è una pianta molto comune in gran parte dell'Italia, cresce nelle zone di campagna o montagna ed è meglio conosciuta con il nome di coda cavallina. L'equiseto, per le sue proprietà benefiche, è utilizzato in erboristeria ed anche in cucina per aromatizzare zuppe e minestre. In erboristeria viene utilizzato per le sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, ma l'equiseto è anche un ottimo diuretico e rimineralizzante dei tessuti (osteoporosi e fratture ossee). L'equiseto è ricco di silicio e potassio, minerali che contribuiscono ad eliminare le tossine. Della pianta si utilizza la parte aerea sterile, raccolta all'inizio dell'estate. Esistono diverse specie di equiseto, non tutte con proprietà benefiche, alcune specie sono tossiche. Per non incorrere in errore, conviene acquistare la pianta in erboristeria. Con l'equiseto si possono fare decotti e infusi e, come per molte erbe officinali, si possono notare effetti collaterali. Le controindicazioni dell'equiseto riguardano in modo particolare la calcolosi, l'insufficienza renale ed i disturbi del ritmo cardiaco.

Nella fitoterapia l'equiseto può essere utilizzato sia per uso esterno, per curare smagliature, pelli grasse, sia per uso interno, per carenze minerali, per curare l'osteoporosi o le fratture. A seconda dell'uso che se ne deve fare, si predilige il solo principio attivo o l'intera pianta. Le parti aeree della pianta si utilizzano essiccate per la preparazione delle tisane, molto utili per la cura di tutte quelle patologie causate dalla ritenzione idrica. Le piante essiccate e polverizzate possono essere racchiuse in capsule e assunte per via orale. Le tisane sono indicate per tutti, dai bambini al di sopra dei dodici anni e dagli anziani. Non è opportuno somministrarle ai bambini piccoli e alle donne in gravidanza e allattamento. Le dosi consigliate sono due o tre tazze al giorno, per due o tre settimane. L'estratto viene utilizzato prevalentemente per curare l'osteoporosi. Anche l'estratto, contenente silicio, si può trovare in commercio in capsule, oppure lo si può estrarre dalla pianta secca con il metodo della decozione. Si lascia bollire bollire 2 g di equiseto in 200 ml di acqua per circa 2 ore, si ottiene l'estrazione del silicio.

La fitoterapia, la cura delle malattie mediante farmaci di origine vegetale, è praticata da un numero crescente di persone, che, contrari all'uso dei medicinali di sintesi, attribuiscono alle piante un potere curativo più naturale. Nel corso dei millenni le piante hanno costituito la prima fonte medicamentosa dell'uomo. Ancora oggi le piante sono la fonte principale di sostanze biologicamente attive, utilizzate direttamente sotto forma di estratti o indirettamente per la preparazione di medicinali di sintesi a partire dal loro principio attivo. L'uso delle piante medicinali prevede una conoscenza approfondita delle caratteristiche delle piante. Alcune piante medicinali appartengono allo stesso genere e comprendono diverse specie, non tutte adatte ad uso farmaceutico. Molte di esse producono alcaloidi altamente tossici per l'uomo che possono portare rapidamente a morte. Molte piante medicinali possono avere effetti collaterali, anche di una certa rilevanza, pertanto prima di sottoporsi a fitoterapia è opportuno conoscerne proprietà, meccanismo di azione e tossicità. Nel dubbio, affidarsi ad esperti oppure acquistarle direttamente in erboristeria.

Con la fitoterapia è possibile curare molti disturbi organici, ma le piante non possono sostituire del tutto le cure con i farmaci tradizionali. La fitoterapia è usata a scopo preventivo o curativo. Le sostanze chimiche presenti nelle piante, con azione farmacologica, sono chiamate "principi attivi" e il vegetale che le contiene è detta genericamente "droga". I principi attivi possono essere impiegati sotto forma di droga così come si presentano (fitocomplesso) oppure allo stato puro, dopo essere stati estratti dalla pianta. La raccolta delle piante deve essere effettuata in un momento preciso della crescita, definito "tempo balsamico", cioè il periodo in cui i principi attivi raggiungono il massimo livello. Normalmente si preferisce utilizzare la pianta nel suo complesso (fitocomplesso) perché si utilizza non solo il principio attivo, ma anche tutte quelle sostanze di supporto che portano ulteriori benefici: riducono gli effetti collaterali, modulano l'assorbimento e quindi l'efficacia del principio attivo, possono curare con un'unico rimedio una molteplicità di problemi.


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