Elena Ludovisi. Probabilmente tra gli alti ranghi della società, dove la vita degli esseri umani viene sempre dopo il delicato equilibrio della politica internazionale, la foto di Aylan Kurdi, morto annegato nelle acque dell’Egeo a soli 3 anni, non è arrivata. O forse si’, e allora sarebbe pure peggio. Perche’ le istituzioni europee continuano a dimostrare indifferenza nei confronti delle migliaia di sorti che, pagando con la propria vita, stanno caratterizzando questo secolo con il fenomeno dell’immigrazione di massa – a tal proposito qualcuno ha azzardato che quello della nostra epoca sia il flusso migratorio piu’ prorompente che la storia abbia mai conosciuto. Però focalizzare la propria attenzione solo sulla negligenza e il disinteresse delle istituzioni mi sembra un atteggiamento che tende all’autodistruzionismo (pensavo di aver sfornato un neologismo, invece esiste già). Nella settimana passata l’Islanda ha messo a disposizione un numero limitato di posti di accoglienza per i profughi siriani. La popolazione però non ha ritenuto sufficiente il numero che il governo aveva proposto, e così alcuni cittadini hanno aperto le proprie case e accolto i rifugiati. In Austria, i Viennesi sono scesi in strada per accogliere i profughi che arrivavano dall’Ungheria. Questi episodi significano qualcosa e sono la dimostrazione che la gente comune ha una propria opinione e non vuole prendersi la responsabilità di questo cielo costellato da morti innocenti. Per una volta ho osservato con enorme stupore che anche la massa può avere una coscienza. E se è vero che la battaglia contro le istituzioni dormienti e le loro azioni soporifere (e talvolta nocive) è fallita ancor prima di iniziare, allo stesso tempo nessuno puo’ toglierci la capacità di compassione e il potere di aiutare.
Ma è l’ignoranza il vero nemico pubblico: l’incapacità di riconoscere le notizie false montate da giornalisti che hanno l’interesse di diffondere dis-informazione; la miopia con cui si cerca di osservare la realtà da un punto di vista oggettivo; la superficialità che durante le conversazioni prende il sopravvento – e per farsi un’idea di cosa sto parlando basta porre a chiunque (sprovvisto di capacità critica) la fatidica domanda “che cosa ne pensi”. Il risultato sarà o indifferenza (e si commenta da sola), o confusione (che non e’ sempre un cattivo segno), o razzismo e xenofobia. E’ il caso di un tale a cui piace farsi chiamare “Er Faina”, nome di battesimo Damiano. Propongo il suo video perchè è qualcosa che sbalordisce nell’intimo. E’ la pigrizia mentale che attanaglia le menti ignoranti, la voce fuori dal coro che senza rendersene conto bela all’usinono con gli slogan di Salvini (solo romani e dal lessico leggermente più colorito), è un bieco senso dell’umorismo condito con una mania di esibizionismo volgare e propriamente romano che, ad oggi, ha pure rotto le palle. Con il suo atteggiamento sicuro di suscitare approvazione e grasse risate, Er Faina in realtà e’ lo specchio di una societa’ allo sbando che non sa più con chi prendersela. Per molti oggi e’ impossibile considerare l’ipotesi che i clandestini del video che commenta Er Faina potrebbero esser stati corrotti per 50 euro facendo leva sulla loro fame e sul loro stato di abbandono e disperazione. Io me lo sono chiesto, e non l’ho trovata per niente una possibilita’ inverosimile; lo sciacallaggio giornalistico e’ una realta’ molto piu’ diffusa di quello che si pensi. Invece Er Faina siccome si sente simpatico e divertente decide di fare un video in cui vomita tutti i suoi personalissimi giudizi xenofobi arzigogolati con espressioni della peggiore lega immaginabile. Il problema reale è questi 100 chili di sugna e razzismo fanno molta presa sul pubblico di internet… Er Faina viene quotidianamente acclamato, idolatrato e supportato dallo stesso odio che diffonde. Il problema reale è la prontezza con cui si danno per attendibili delle fonti che spesso non lo sono. Il problema reale è che molte persone guardano questo video e non si fermano a pensare con la propria testa.
Per dirla in termini a lui sicuramente piu’ familiari, a me Er Faina nun me fa ride, me fa piagne. E a voi?