- THE BLACK KEYS: El Camino
- CRISTINA DONA': Torno a casa a piedi- FEIST: Metals
- MAURO ERMANNO GIOVANARDI: Ho sognato troppo l'altra notte?
- GIRLS: Father, Son, Holy Ghost
- P.J. HARVEY: Let England Shake
- PRIMUS: Green Naugahyde
- TOM WAITS: Bad as Me
- THE WALKABOUTS: Travels into Dustland
- WIRE: Red Barked Tree
C'è un po' di tutto: grandi ritorni di amici di vecchia data (Tommasino Aspetta che ne ha sfornato un altro dei suoi, i Primus che anche se non hanno pubblicato un capolavoro sono tornati a farmi muovere la gambuccia e tanto mi bastava, gli adorati Walkabouts dopo 7 anni), italiani a ottimi livelli (gli album di Giò e di Cristina Donà sono tra i migliori della loro carriera), "nuovi" astri del firmamento musicale (Feist e i Girls, davvero a livelli altissimi), Polly Jean che fa storia a sè con un lavoro atipico che è cresciuto enormemente alla lunga distanza, e un paio di mie scoperte recenti (i Black Keys che dopo "Brothers" hanno pubblicato una raccolta di canzoni più "pop" ma non per questo inferiore, e i mostri sacri Wire, che il dio del rock ce li conservi in questo stato).
Se devo dirla tutta, i Girls e Feist se la sono giocata negli ultimi mesi per il gradino più alto del podio, coi primi in leggero vantaggio; poi sono arrivati i Walkabouts e hanno vinto allo sprint. L'album dei Black Keys è l'ultimo arrivato e mi sta dando soddisfazioni, ma è arrivato troppo tardi per raggiungere i vincitori. Disco dell'anno 2011 è per me, quindi (rullo di trombe e squillo di tamburi): TRAVELS IN THE DUSTLAND dei grandissimi WALKABOUTS.
Musica dal vivo ne ho vista molta, come al solito. A parte il Primavera Sound, in cui hanno svettato Jon Spencer Blues Explosion, Einstuerzende Neubauten, Grinderman e Pulp tra gli altri, cito il magnifico concerto barcellonese di PAOLO CONTE, il ritorno delle THROWING MUSES all'Apolo, e MICAH P. HINSON che ha rifatto i Pixies.
Le canzoni dell'anno, a bruciapelo, sono tre: VOMIT dei Girls, THE ART OF ALMOST dei Wilco e LONELY BOY dei Black Keys (con il video più trascinante dell'anno), tutta roba che ti entra in testa e non se ne va più.
Voilà!